Dal Bologna al Genoa, quando la squadra è in crisi

Calcio
Il tecnico del Bologna Stefano Pioli è arrivato sulla panchina rossoblù nell'ottobre 2011, conducendo la squadra al nono posto in campionato. Quest'anno però il suo inizio di stagione non è stato tra i migliori.. (Getty)
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Pochi punti, attacchi sterili e difesa colabrodo, alcune compagini di Serie A non stanno vivendo un momento facile. Ecco una panoramica di quelli che "stanno peggio" nella massima serie

Neopromosse alla ricerca di una nuova identità (Sampdoria e Pescara), squadre di metà classifica in discesa (Bologna, Sampdoria e Genoa) oltre a una "grande" in cerca della sua dimensione di squadra (il Milan), tutte accomunate da un inizio di campionato difficile. Ecco i numeri e l'analisi delle loro crisi.

Bologna, 8 punti – la squadra guidata da Stefano Pioli è in chiaro debito d'ossigeno. Dopo la vittoria 4-0 contro il Catania in casa il 30 settembre gli emiliani hanno conquistato 1 punto in sei partite ( il pareggio 1 a 1 con l'Udinese il 4 novembre). Un andamento legato a un calendario non facile (Juventus e Fiorentina fuori casa, Inter al Dall'Ara) ma anche a un attacco, sulla carta il reparto più forte dei rossoblu, che non riesce a segnare. Gilardino è a secco da 570 minuti mentre Diamanti ha segnato una rete nell'ultimo mese una rete nel pareggio contro l'Udinese.

Genoa, 9 punti – Quello della stagione 2012-2013 è uno dei peggiori avvii della storia del Grifone, 12 partite, 3 vittorie 3 pareggi 8 sconfitte. E neanche la sostituzione di Luigi De Canio con Del Neri ha cambiato il cammino dei genoani in Serie A. Quattro partite, zero punti, 2 gol fatti e 7 gol subiti è lo score del tecnico friulano nelle sue quattro giornate in panchina. Attaccanti con le “polveri bagnate” (Immobile si è sbloccato contro il Napoli dopo quasi due mesi di digiuno) e una tendenza ad andare in vantaggio e farsi rimontare (è successo con Juventus, Catania, Napoli e Roma).

Sampdoria, 10 punti (-1 di penalizzazione) – due mesi senza vincere. Zero punti in otto partite. Il cammino doriano nelle prime dodici giornate di serie A è da incubo. Nessuna goleada subita, ma molte partite perse per un soffio. Il tecnico Ciro Ferrara ha un attacco che non segna (Eder ha fatto due gol negli ultimi due mesi e Maxi Lopez non la butta dentro dal 16 settembre) e una difesa che nelle ultime sei partite ha preso almeno due gol a partita (unica eccezione la sconfitta 0 a 1 con il Cagliari).

Pescara, 11 punti –
gli abruzzesi orfani di Zeman e affidati alla guida di Giovanni Stroppa sono in sofferenza dall'inizio dell'anno. Dopo le tre sconfitte consecutive nelle prime tre partite, il Pescara ha infilato una buona striscia (2 vittorie 1 pareggio) ma ha ricominciato a colare a picco, con 4 punti in 6 partite (l'ultima l'1 a 6 contro la Juventus in casa). Una squadra orfana del tridente d'attacco della promozione (via Sansovini, Immobile e Insigne) che ha il reparto offensivo meno prolificodella Serie A (9 gol in 12 partite, 3 nelle ultime 6) e soprattutto la peggiore difesa, la stessa della stagione 2011-2012, ma senza l'apporto in fase difensiva di Andrea Verratti, ceduto al Paris Saint Germain.

Milan, 14 punti – è la squadra tra quelle in crisi che ha più punti ma quella che per ovvie ragioni sta deludendo di più, insieme alla Roma. Dopo la ministriscia di tre risultati utili consecutivi fine ottobre-inizio novembre (2 vittorie e un pareggio con il Palermo) i rossoneri hanno di nuovo perso contro la Fiorentina (1-3 a San Siro). Nelle ultime 6 partite gli uomini di Allegri hanno raccolto 7 punti, con 3 sconfitte con Lazio, Inter e proprio con i viola di Montella. Un rendimento spiegato anche con i numeri della difesa rossonera, 16 gol in 12 partite con Abbiati che ha mantenuto la sua porta inviolata in sole 3 occasioni.