Perché il calcio non ha bisogno di polemiche. La moviola

Calcio
Il fallo subito da Ranocchia ai danni di Astori per il quale l'Inter ha vivacemente protestato

Nel campionato più povero (economicamente) degli ultimi 30 anni non si sente il bisogno di polemiche. Ha ragione Moratti: sarebbe stupido se ci fosse un disegno contro qualcuno. L'Inter è stata penalizzata da un errore umano, non da una macchinazione

Siamo assolutamente d'accordo con Massimo Moratti: sarebbe stupido (più ancora che gravissimo) se ci fosse un disegno contro qualcuno, ma da presidenti si fa fatica anche a rassegnarsi all'errore, quando colpisce la tua squadra. E nel campionato italiano più povero (economicamente) degli ultimi trent'anni, di tutto si sente il bisogno, meno che di polemiche. E, francamente, anche di errori. Quello di Giacomelli, arbitro alla nona partita in serie A, sicuramente lo è: il fallo su Ranocchia andava punito con il calcio di rigore, anche se eravamo alla fine della partita, anche se l'arbitro di porta - Palazzino, non un internazionale - era probabilmente piazzato nella posizione meno felice. Un errore come ce ne sono stati altri in questa stagione, forse troppi, indipendentemente da chi ne abbia tratto beneficio.

L'Inter fa la conta degli episodi che l'hanno vista coinvolta e l'operazione è pienamente legittima, lo fa affidando lo sfogo alle parole del suo presidente, ma consegnando al silenzio tutti gli altri. Moratti ha detto anche altro, non ha resistito alla tentazione di tornare a tempi che puntualmente riemergono quando i nervi diventano tesi, con tanto di reazione della controparte mai nominata. Questa parte dello scontro-non-scontro più che denunce contiene sospetti. Che avvelenano il calcio, non lo aiutano a ricostruirsi. Come la serie A sta provando a fare, fondando su pochi soldi e sul giovane talento di El Shaarawy, Insigne, Marchisio, Florenzi, dello stesso Ranocchia, penalizzato contro il Cagliari da un grave errore umano, non da una macchinazione.