Milan-Juve, se 9 mesi dopo tutto è cambiato...
CalcioLo scorso 25 febbraio le due squadre si scontravano a San Siro, divise da un solo punto, in quello che era quasi uno spareggio. Il gol fantasma, i bianconeri Campioni d'Italia e le cessioni di Ibra e Thiago Silva: in 9 mesi quanti cambiamenti
di Luciano Cremona
Esattamente nove mesi dopo, tutto è cambiato. E i milanisti più integralisti potrebbero ancora dire che è tutta colpa del gol di Muntari. Milan e Juve tornano a sfidarsi proprio 274 giorni dopo quel 25 febbraio che ha cambiato la storia dello scorso campionato. E forse del presente rossonero.
25 febbraio-25novembre: nove mesi, il tempo di una gestazione. Eppure sembra passata un'era calcistica. Lo scorso 25 febbraio Milan e Juventus si affrontavano a San Siro divise da un solo punto in classifica (Milan 50, Juventus a 49 ma con una partita da recuperare). Dominavano il campionato e il match di Milano era un vero e proprio spareggio scudetto. Finì 1-1, con i gol di Nocerino e Matri, più quello non concesso a Muntari, sull'1-0, dall'accoppiata Tagliavento-Romagnoli. Più un gol annullato ingiustamente a Matri nella ripresa, per un fuorigioco segnalato dallo stesso Romagnoli.
1-1, con i rossoneri furiosi, l'espulsione di Vidal e una mischia finale. Nervi a fior di pelle. La Juve poi provò a scappare in classifica, col Milan che si suicidò in casa con Fiorentina e Bologna, spalancando le porte dello scudetto bianconero. In quella tiepida sera di febbraio, a San Siro, non c'era Zlatan Ibrahimovic. Era squalificato: si era beccato tre giornate per lo schiaffo ad Aronica in Milan-Napoli. C'era, invece, Thiago Silva, bruciato da Matri in occasione del pareggio. C'era Van Bommel, regista di centrocampo che nessuno avrebbe pensato potesse essere così rimpianto.
Per quella sfida Allegri, che non aveva nemmeno a disposizione Seedorf, scelse il 4-3-1-2 con Emanuelson dietro a Pato e Robinho, due quasi desaparecidos in questa stagione. Entrarono in corso Ambrosini ed El Shaarawy, che non aveva ancora i crismi dell'invincibile Faraone. Era un Milan che teneva in panchina Zambrotta ed Inzaghi. Un po' come la Juve, che tenne seduto per tutta la partita il proprio capitano, Del Piero. Ora Allegri sceglierà l'ennesimo modulo di una stagione di alti e bassi, senza un'identità tattica precisa. Senza Ibra e Thiago.
Era già la Juve del 3-5-2 formato carro armato: gli unici due cambi rispetto alla probabile formazione di domenica sera erano Estigarribia (ora c'è Asamoah) e Borriello, che giocava accanto a Quagliarella. L'avvicinamento al big match fu positivo per entrambe, come in questa occasione. Juve vincente 3-1 col Catania e Milan sempre per 3-1 a Cesena. Ora arrivano da pareggi importanti in campionato (0-0 con la Lazio per la Juve e 2-2 in rimonta con il Napoli per il Milan) e dalle belle vittorie in Champions con Chelsea e Anderlecht.
Muntari, l'uomo della discordia, non ci sarà: è ancora alle prese con un infortunio al ginocchio accorsogli durante l'estate. Quell'estate che ha strappato al Milan i famosi top-player, quelli di cui la Juve è sempre alla ricerca. Non c'è più in palio lo scudetto, non ci sono Ibra e Thiago Silva. Non ci sono Zambrotta, Inzaghi, Seedorf e Nesta. Dall'altra parte non c'è più Del Piero. I punti di distacco in classifica, ora, sono 17 (Juve a 32, Milan a 15). Non è più uno spareggio Scudetto, ma non sarà comunque una partita normale. Se non altro, per la voglia dei rossoneri di vendicarsi dello sgarbo di nove mesi fa.
Esattamente nove mesi dopo, tutto è cambiato. E i milanisti più integralisti potrebbero ancora dire che è tutta colpa del gol di Muntari. Milan e Juve tornano a sfidarsi proprio 274 giorni dopo quel 25 febbraio che ha cambiato la storia dello scorso campionato. E forse del presente rossonero.
25 febbraio-25novembre: nove mesi, il tempo di una gestazione. Eppure sembra passata un'era calcistica. Lo scorso 25 febbraio Milan e Juventus si affrontavano a San Siro divise da un solo punto in classifica (Milan 50, Juventus a 49 ma con una partita da recuperare). Dominavano il campionato e il match di Milano era un vero e proprio spareggio scudetto. Finì 1-1, con i gol di Nocerino e Matri, più quello non concesso a Muntari, sull'1-0, dall'accoppiata Tagliavento-Romagnoli. Più un gol annullato ingiustamente a Matri nella ripresa, per un fuorigioco segnalato dallo stesso Romagnoli.
1-1, con i rossoneri furiosi, l'espulsione di Vidal e una mischia finale. Nervi a fior di pelle. La Juve poi provò a scappare in classifica, col Milan che si suicidò in casa con Fiorentina e Bologna, spalancando le porte dello scudetto bianconero. In quella tiepida sera di febbraio, a San Siro, non c'era Zlatan Ibrahimovic. Era squalificato: si era beccato tre giornate per lo schiaffo ad Aronica in Milan-Napoli. C'era, invece, Thiago Silva, bruciato da Matri in occasione del pareggio. C'era Van Bommel, regista di centrocampo che nessuno avrebbe pensato potesse essere così rimpianto.
Per quella sfida Allegri, che non aveva nemmeno a disposizione Seedorf, scelse il 4-3-1-2 con Emanuelson dietro a Pato e Robinho, due quasi desaparecidos in questa stagione. Entrarono in corso Ambrosini ed El Shaarawy, che non aveva ancora i crismi dell'invincibile Faraone. Era un Milan che teneva in panchina Zambrotta ed Inzaghi. Un po' come la Juve, che tenne seduto per tutta la partita il proprio capitano, Del Piero. Ora Allegri sceglierà l'ennesimo modulo di una stagione di alti e bassi, senza un'identità tattica precisa. Senza Ibra e Thiago.
Era già la Juve del 3-5-2 formato carro armato: gli unici due cambi rispetto alla probabile formazione di domenica sera erano Estigarribia (ora c'è Asamoah) e Borriello, che giocava accanto a Quagliarella. L'avvicinamento al big match fu positivo per entrambe, come in questa occasione. Juve vincente 3-1 col Catania e Milan sempre per 3-1 a Cesena. Ora arrivano da pareggi importanti in campionato (0-0 con la Lazio per la Juve e 2-2 in rimonta con il Napoli per il Milan) e dalle belle vittorie in Champions con Chelsea e Anderlecht.
Muntari, l'uomo della discordia, non ci sarà: è ancora alle prese con un infortunio al ginocchio accorsogli durante l'estate. Quell'estate che ha strappato al Milan i famosi top-player, quelli di cui la Juve è sempre alla ricerca. Non c'è più in palio lo scudetto, non ci sono Ibra e Thiago Silva. Non ci sono Zambrotta, Inzaghi, Seedorf e Nesta. Dall'altra parte non c'è più Del Piero. I punti di distacco in classifica, ora, sono 17 (Juve a 32, Milan a 15). Non è più uno spareggio Scudetto, ma non sarà comunque una partita normale. Se non altro, per la voglia dei rossoneri di vendicarsi dello sgarbo di nove mesi fa.