Juve, il problema di esser grande anche con le big
CalcioArchiviata la sconfitta con il Milan, i bianconeri possono fare un primo bilancio. Risultato? Negli scontri diretti, rispetto a un anno fa, la squadra di Conte ha raccolto quasi la metà dei punti: 8 contro 14...
di Gianluca Maggiacomo
Un po’ più piccola con le grandi. Non più invincibile, ma vulnerabile contro le rivali di sempre. La Juventus si risveglia dalla sconfitta di domenica scorsa a San Siro con la certezza di aver lasciato qualcosa per strada, soprattutto quando si è trovata davanti le big del nostro campionato. A certificarlo, i numeri e il confronto con la passata stagione, quella dello scudetto e delle zero sconfitte.
Archiviato il Milan, i bianconeri hanno incontrato tutte le corazzate di casa nostra: Fiorentina, Roma, Napoli, Inter e Lazio. Il bilancio è stato di due vittorie, contro campani e giallorossi, due pareggi, con biancocelesti e viola, e altrettante sconfitte. Totale: 8 punti. Ma, soprattutto, il peso psicologico di mandar giù i ko contro le milanesi. In modo particolare quello subìto per mano dell’Inter, che ha violato l’imbattibilità dello Juventus Stadium e ha interrotto il filotto di risultati utili consecutivi che durava ormai da 49 partite.
Aria diversa si respirava nella passata stagione. I numeri non lasciano scampo. Sì, perché la Juventus, dopo aver sfidato le sei big della Serie A si era messa in tasca 14 punti dei 18 a disposizione, quasi il doppio rispetto ad adesso. Lo score era di quattro vittorie, due pareggi e nessuna sconfitta.
Certo, i bianconeri, malgrado l’1-0 di San Siro, rimangono primi in classifica (miglior difesa e secondo attacco dopo la Roma) ed hanno, a parità di giornate, più o meno gli stessi punti dello scorso anno (i 32 di ora contro i 29 di 12 mesi fa, ma con un turno, il primo, da recuperare per lo sciopero dei calciatori). Dunque, nulla di grave. Ma il campanello d’allarme sembra esser suonato. Ed era inevitabile. Anche perché, eccezione fatto per le sei reti di Pescara, in campionato Vucinic e compagni sono andati a segno solo una volta in tre incontri e, per di più, con un gol viziato da fuori gioco (quello di Vidal contro i nerazzurri).
Le cause di questa situazione? Forse c’entrano le fatiche di Champions League: la Juventus molle ed impacciata vista a San Siro era reduce dalla gara vinta cinque giorni prima col Chelsea.
Forse c’entra la campagna acquisti estiva e l’assenza, anche quest’anno, del famoso top player in avanti, quello che, come si sente dire sempre più spesso, ti può risolvere le partite storte e ingarbugliate. Forse, ancora, le due cose vanno a braccetto. Alla società e ad Antonio Conte la risoluzione dei problemi.
Un po’ più piccola con le grandi. Non più invincibile, ma vulnerabile contro le rivali di sempre. La Juventus si risveglia dalla sconfitta di domenica scorsa a San Siro con la certezza di aver lasciato qualcosa per strada, soprattutto quando si è trovata davanti le big del nostro campionato. A certificarlo, i numeri e il confronto con la passata stagione, quella dello scudetto e delle zero sconfitte.
Archiviato il Milan, i bianconeri hanno incontrato tutte le corazzate di casa nostra: Fiorentina, Roma, Napoli, Inter e Lazio. Il bilancio è stato di due vittorie, contro campani e giallorossi, due pareggi, con biancocelesti e viola, e altrettante sconfitte. Totale: 8 punti. Ma, soprattutto, il peso psicologico di mandar giù i ko contro le milanesi. In modo particolare quello subìto per mano dell’Inter, che ha violato l’imbattibilità dello Juventus Stadium e ha interrotto il filotto di risultati utili consecutivi che durava ormai da 49 partite.
Aria diversa si respirava nella passata stagione. I numeri non lasciano scampo. Sì, perché la Juventus, dopo aver sfidato le sei big della Serie A si era messa in tasca 14 punti dei 18 a disposizione, quasi il doppio rispetto ad adesso. Lo score era di quattro vittorie, due pareggi e nessuna sconfitta.
Certo, i bianconeri, malgrado l’1-0 di San Siro, rimangono primi in classifica (miglior difesa e secondo attacco dopo la Roma) ed hanno, a parità di giornate, più o meno gli stessi punti dello scorso anno (i 32 di ora contro i 29 di 12 mesi fa, ma con un turno, il primo, da recuperare per lo sciopero dei calciatori). Dunque, nulla di grave. Ma il campanello d’allarme sembra esser suonato. Ed era inevitabile. Anche perché, eccezione fatto per le sei reti di Pescara, in campionato Vucinic e compagni sono andati a segno solo una volta in tre incontri e, per di più, con un gol viziato da fuori gioco (quello di Vidal contro i nerazzurri).
Le cause di questa situazione? Forse c’entrano le fatiche di Champions League: la Juventus molle ed impacciata vista a San Siro era reduce dalla gara vinta cinque giorni prima col Chelsea.
Forse c’entra la campagna acquisti estiva e l’assenza, anche quest’anno, del famoso top player in avanti, quello che, come si sente dire sempre più spesso, ti può risolvere le partite storte e ingarbugliate. Forse, ancora, le due cose vanno a braccetto. Alla società e ad Antonio Conte la risoluzione dei problemi.