Alla vigilia del derby con la Juventus, su Espn Classic (canale 216 di Sky) venerdì in prima visione tv il film-documentario sulla leggendaria storia granata. Perché nessuna squadra al mondo ha mai rappresentato ciò che è riuscito al Torino
Alla vigilia del derby con la Juventus, Espn Classic (canale 216 di Sky) propone, in prima visione tv, Finché morte non ci separi, il film-documentario che ripercorre la storia del Torino attraverso le testimonianze di scrittori, ex-calciatori e tifosi piu o meno celebri. Cent'anni di storia rivissuti tutto d'un fiato.
L'epopea della società granata viene tratteggiata sin dalla fondazione, avvenuta il 3 dicembre del 1906, fino alla stagione 2006, un campionato particolare e irripetibile: l'anno del Centenario del Torino football club, ma anche la stagione in cui il Toro ha giocato il campionato di calcio in Serie A, mentre la Juventus veniva retrocessa in serie B (per la prima volta) e subiva la revoca di 2 scudetti per illeciti sportivi.
Forse nessuna squadra al mondo ha mai rappresentato per il calcio tutto ciò che è riuscito al Grande Torino. Quando l'Italia era reduce da una guerra perduta, furono le gesta di grandi campioni a rimettere il Paese all'onore del mondo: Bartali e Coppi nel ciclismo, la Ferrari, ma soprattutto il Grande Torino. I record sportivi di quella squadra sono ancora oggi imbattuti e vengono tramandati da generazioni di tifosi: 5 scudetti consecutivi a partire dal 1942 mentre nel 1943, prima squadra a riuscirci, l'accoppiata scudetto e Coppa Italia.
Una squadra imbattibile, guidata in campo dall'estro di Valentino Mazzola, padre di Sandro e Ferruccio, in grado di portare contemporaneamente in campo ben 10 giocatori con la maglia della Nazionale Azzurra. Un ciclo di vittorie interrotto però drammaticamente il 4 maggio del 1949, quando l'aereo che trasportava la squadra, di ritorno da una amichevole disputata a Lisbona, a causa delle avverse condizioni meteo e di un guasto all'altimetro, andò a schiantarsi contro il muraglione posteriore della Basilica di Superga. In quell'incidente persero la vita tutti i giocatori del Grande Torino, oltre ai dirigenti, ai tecnici e ai giornalisti al seguito.
L'epopea della società granata viene tratteggiata sin dalla fondazione, avvenuta il 3 dicembre del 1906, fino alla stagione 2006, un campionato particolare e irripetibile: l'anno del Centenario del Torino football club, ma anche la stagione in cui il Toro ha giocato il campionato di calcio in Serie A, mentre la Juventus veniva retrocessa in serie B (per la prima volta) e subiva la revoca di 2 scudetti per illeciti sportivi.
Forse nessuna squadra al mondo ha mai rappresentato per il calcio tutto ciò che è riuscito al Grande Torino. Quando l'Italia era reduce da una guerra perduta, furono le gesta di grandi campioni a rimettere il Paese all'onore del mondo: Bartali e Coppi nel ciclismo, la Ferrari, ma soprattutto il Grande Torino. I record sportivi di quella squadra sono ancora oggi imbattuti e vengono tramandati da generazioni di tifosi: 5 scudetti consecutivi a partire dal 1942 mentre nel 1943, prima squadra a riuscirci, l'accoppiata scudetto e Coppa Italia.
Una squadra imbattibile, guidata in campo dall'estro di Valentino Mazzola, padre di Sandro e Ferruccio, in grado di portare contemporaneamente in campo ben 10 giocatori con la maglia della Nazionale Azzurra. Un ciclo di vittorie interrotto però drammaticamente il 4 maggio del 1949, quando l'aereo che trasportava la squadra, di ritorno da una amichevole disputata a Lisbona, a causa delle avverse condizioni meteo e di un guasto all'altimetro, andò a schiantarsi contro il muraglione posteriore della Basilica di Superga. In quell'incidente persero la vita tutti i giocatori del Grande Torino, oltre ai dirigenti, ai tecnici e ai giornalisti al seguito.