Nicola, un Livorno al bacio per tornare in Serie A
CalcioB COME BARONE. Dodici anni fa l'esultanza che lo rese famoso, con un bacio alla poliziotta a bordocampo. Oggi quell'esuberante ragazzo fa l'allenatore, ha preso in mano la squadra di Spinelli e l'ha trascinata a ridosso della capolista Sassuolo
di Daniele Barone
C’è un bacio in questa storia. E c’è una poliziotta. La poliziotta sui cui Davide Nicola si buttò dopo aver segnato un gol in un Genoa-Atalanta per baciarla, così, davanti alle telecamere, davanti a tutti. Era un giorno di fine aprile di dodici anni fa e solo quella volta ci accorgemmo di questo ragazzo biondo che andava su e giù per la fascia destra come uno stantuffo. Una bella carriera in B, quasi 400 partite, una quindicina di apparizioni pure in Serie A ma ci volle quel momento, quel gol e quel bacio per conoscerlo.
Oggi i baci li dà al campionato, con il Livorno. È la sua squadra, è la squadra che insegue da vicinissimo la capolista Sassuolo, quella che segna più di tutti (35 gol all’attivo), con un tridente che ne ha fatti 21 (Siligardi 9, Paulinho 7, Dionisi 5), che ha vinto le ultime cinque partite di seguito (sei nelle ultime sette gare di campionato) e che nelle ultime tre non ne ha subito neanche uno migliorando sensibilmente quello che sembrava l’unico, vero difettuccio degli amaranto.
Numeri di chi ha già corso molto forte e che ha tutto per continuare a farlo. Nonostante tutte le prudenze e le scaramanzie. “Il nostro primo obiettivo deve essere la salvezza” è il mantra di Nicola anche se, più passano le partite e le settimane, meno gente c’è in giro disposta ad assecondarlo. Allora, dopo il 4-0 tondo tondo di sabato al Grosseto, ha capito che fosse il caso di lasciarsi andare un po’. “Diciamo che piace l’idea di dividere il campionato in quattro quarti, adesso siamo quasi alla fine del secondo e non si può negare che il bilancio sia già molto buono ma dobbiamo necessariamente aggiornarci tra due o tre mesi…”.
Chi lo ha conosciuto quando giocava a calcio giura che mai avrebbe scommesso che Davide Nicola potesse diventare un allenatore. Troppo esuberante. Uno che rifila un bacio ad una poliziotta dopo un gol lo è. Dopo due anni buoni al Lumezzane, dove aveva smesso di giocare, dove ha cominciato ad allenare e dove è andato a riprenderselo Aldo Spinelli che era già stato suo presidente ai tempi del Genoa, questo suo primo campionato di B è già un grande successo. Vada come vada. Spinelli, che sabato in tribuna era l’immagine della felicità, gli ha promesso che a gennaio non toccherà il giocattolo (in tanti si stanno muovendo per i suoi attaccanti) e che, anzi, proverà a renderlo ancora più attrezzato. Per la Serie A. E se Davide Nicola adesso vi dirà di no e se adesso tutti, a Livorno, sono autorizzati a fare gli scongiuri, il traguardo a cui si può pensare è proprio quello. Una di quelle scene in cui alzi le braccia verso il cielo appena superata la linea e poi, a tutti quelli che ti stanno guardando, mandi un mondo di baci.
C’è un bacio in questa storia. E c’è una poliziotta. La poliziotta sui cui Davide Nicola si buttò dopo aver segnato un gol in un Genoa-Atalanta per baciarla, così, davanti alle telecamere, davanti a tutti. Era un giorno di fine aprile di dodici anni fa e solo quella volta ci accorgemmo di questo ragazzo biondo che andava su e giù per la fascia destra come uno stantuffo. Una bella carriera in B, quasi 400 partite, una quindicina di apparizioni pure in Serie A ma ci volle quel momento, quel gol e quel bacio per conoscerlo.
Oggi i baci li dà al campionato, con il Livorno. È la sua squadra, è la squadra che insegue da vicinissimo la capolista Sassuolo, quella che segna più di tutti (35 gol all’attivo), con un tridente che ne ha fatti 21 (Siligardi 9, Paulinho 7, Dionisi 5), che ha vinto le ultime cinque partite di seguito (sei nelle ultime sette gare di campionato) e che nelle ultime tre non ne ha subito neanche uno migliorando sensibilmente quello che sembrava l’unico, vero difettuccio degli amaranto.
Numeri di chi ha già corso molto forte e che ha tutto per continuare a farlo. Nonostante tutte le prudenze e le scaramanzie. “Il nostro primo obiettivo deve essere la salvezza” è il mantra di Nicola anche se, più passano le partite e le settimane, meno gente c’è in giro disposta ad assecondarlo. Allora, dopo il 4-0 tondo tondo di sabato al Grosseto, ha capito che fosse il caso di lasciarsi andare un po’. “Diciamo che piace l’idea di dividere il campionato in quattro quarti, adesso siamo quasi alla fine del secondo e non si può negare che il bilancio sia già molto buono ma dobbiamo necessariamente aggiornarci tra due o tre mesi…”.
Chi lo ha conosciuto quando giocava a calcio giura che mai avrebbe scommesso che Davide Nicola potesse diventare un allenatore. Troppo esuberante. Uno che rifila un bacio ad una poliziotta dopo un gol lo è. Dopo due anni buoni al Lumezzane, dove aveva smesso di giocare, dove ha cominciato ad allenare e dove è andato a riprenderselo Aldo Spinelli che era già stato suo presidente ai tempi del Genoa, questo suo primo campionato di B è già un grande successo. Vada come vada. Spinelli, che sabato in tribuna era l’immagine della felicità, gli ha promesso che a gennaio non toccherà il giocattolo (in tanti si stanno muovendo per i suoi attaccanti) e che, anzi, proverà a renderlo ancora più attrezzato. Per la Serie A. E se Davide Nicola adesso vi dirà di no e se adesso tutti, a Livorno, sono autorizzati a fare gli scongiuri, il traguardo a cui si può pensare è proprio quello. Una di quelle scene in cui alzi le braccia verso il cielo appena superata la linea e poi, a tutti quelli che ti stanno guardando, mandi un mondo di baci.