Razzismo, il ministro: "No stop alle partite per pochi cori"

Calcio
Le maglie contro il razzismo sfoggiate dal Milan prima del match vinto contro il Siena a San Siro
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Il titolare dell'Interno, Annamaria Cancellieri, dopo il caso di Pro Patria-Milan sospesa per fischi a Boateng. "Se c'è una parte importante della tifoseria che partecipa ai cori, la partita va sospesa da parte del responsabile dell'ordine pubblico"

Se sono in pochi i tifosi che fischiano calciatori di colore non si deve sospendere la partita, che è una misura da adottare invece in caso di partecipazione importante da parte della tifoseria ai cori razzisti. Lo ha detto il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, a Radio 24 sulla vicenda di Pro Patria-Milan, interrotta dopo i fischi al calciatore Boateng. Il ministro ha poi annunciato un incontro nei prossimi giorni tra il presidente della Lega Calcio e il capo della Polizia.

La direttiva, ha spiegato Cancellieri, "è quella di essere molto duri, ma occorre una presa di posizione da parte dell'arbitro. Se fosse un numero limitato di persone a fare cori razzisti bisogna agire su quelle, ma senza sospendere la partita. La sospensione della partita deve essere decisa con molta fermezza, quando ci sono le condizioni, anche per evitare che la circostanza venga usata per vincere a tavolino".

Dunque, ha sottolineato il ministro, "bisogna colpire chi fa i cori razzisti, essere molto duri, allontanarli. Se c'è invece una parte importante della tifoseria che partecipa ai cori, la partita va sospesa da parte del responsabile dell'ordine pubblico". Interrompere la partita Pro Patria-Milan, ha proseguito Cancellieri, "è stato un bel gesto, a cui va tutto il mio apprezzamento, ma occorre mettere in piedi una strategia molto seria perché non possiamo affidare le sorti della partita a cinque, sei persone che magari lo fanno apposta ad intonare i cori razzisti. Chi lo fa - ha ribadito - va allontanato come si fa con i violenti e vanno prese misure come quelle del Daspo".