Scommesse, processo Bari. Conte: "Mai accorto di combine"

Calcio
Conte allenatore del Bari (Getty)
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E' quanto emerge dal verbale dell'interrogatorio dell'allenatore della Juventus sulle presunte combine tra l'allora sua squadra e altre formazioni nei campionati 2007-08, 2008-09. "Se avessi saputo avrei staccato la testa a tutti i miei calciatori"

"Non mi sono mai accorto di qualcosa di anomalo accaduto intorno alla squadra del Bari, nel periodo in cui l'ho allenata". Lo afferma l'ex allenatore del Bari Antonio Conte, ora alla Juve, ascoltato come testimone dagli inquirenti baresi il 6 settembre 2012 nell'ambito dell'inchiesta sul calcioscommesse. I fatti su cui i magistrati hanno fatto domande a Conte - emerge dalle 94 pagine del verbale - si riferiscono ad alcune partite giocate dal Bari nei campionati 2007-2008 e 2008-2009, quando Conte era allenatore dei biancorossi. Per queste ed altre due partite ritenute truccate, la procura di Bari ha fatto notificare ieri a 33 persone - tra cui 27 calciatori, quasi tutti ex del Bari - l'avviso di conclusione delle indagini per frode sportiva.

In particolare, gli inquirenti chiedono a Conte delle presunte combine di Salernitana-Bari del 23 maggio 2009 e Bari-Treviso del 10 maggio 2008, vendute complessivamente, secondo la Procura, dagli atleti biancorossi in cambio di 220mila euro. Su Salernitana-Bari, Conte fa riferimento al gemellaggio tra le tifoserie. "L'anomalia che ho riscontrato - afferma - è stata che quando la Salernitana segnava si abbracciavano i tifosi della Salernitana con quelli del Bari". Su Bari-Treviso "drizzai le antenne - prosegue Conte - sia perché eravamo salvi sia perché nel Treviso c'erano tanti ex calciatori del Bari".

All'inizio dell'audizione Conte sottolinea ai magistrati di essere "un allenatore che non è amico dei calciatori. Per questo motivo si crea distanza tra me e i calciatori". "I calciatori - spiega - quando vogliono chiudere la porta lo fanno. In quel caso l'allenatore non entra". "E' una vergogna. Se io avessi saputo una cosa del genere, ad uno ad uno gli staccavo la
testa".