Perrotta si dichiara: io, da campione del mondo a "grillino"
CalcioIl centrocampista della Roma, l'unico professionista in attività presente nel consiglio della Federcalcio, spiega: "Quattro anni fa sono andato a vedere Grillo al Gran Teatro a Roma, mi è piaciuto quello che diceva. E' un po' me e un po' Totti"
Campione del mondo e grillino. Rappresentante del sindacato calciatori e no-tav. Alla ricerca antropologica sul fenomeno elettorale del movimento 5 stelle si aggiunge un tassello importante: lo regala Simone Perrotta, il primo della dorata galassia del calcio a dichiarare apertamente in un'intervista all'Ansa la sua passione per l'ex comico attuale leader dell'antipolitica.
"Mi ha aperto gli occhi su tante cose - spiega Perrotta, e stavolta non si riferisce a Zeman, Spalletti o al rivoluzionario per antonomasia del pallone, Sacchi - rappresenta una ventata di aria fresca in un ambiente chiuso. E come me la pensano molti altri calciatori che lo hanno votato aderendo al disagio della gente comune. Nomi? Non ne faccio, il voto è segreto: se vogliono lo diranno loro".
Ma quando è avvenuto l'incontro tra due culture così diverse? Il centrocampista della Roma, che è l'unico giocatore professionista in attività presente nel consiglio della Federcalcio, spiega: "Quattro anni fa sono andato a vedere Grillo al Gran Teatro a Roma, mi è piaciuto quello che diceva. Erano tutti princìpi giusti, come non pensare che serviva una svolta? Devo dire che prima di allora non ero né di destra né di sinistra, semplicemente sul piano politico 'non ero'. E anche Grillo e il suo movimento ad essere sinceri non mi sembra possano essere catalogati da una parte o dall'altra, il dibattito sulla loro collocazione in Parlamento mi pare sinceramente una grande cavolata. Diciamo - prosegue Perrotta - che Grillo è un po' me, bravo a gettarsi negli spazi lasciati dagli altri, un po' Totti che quegli spazi li trova con un lancio. Il tutto condito da grande fantasia".
In concreto Perrotta, che ha "letto attentamente il programma di Grillo" condivide "l'adeguamento delle retribuzioni dei politici a quelle degli altri paesi europei, come pure l'adeguamento in chiave continentale delle bollette di luce e gas. E poi il blocco di opere pubbliche come il Ponte sullo Stretto e la Tav, che in un momento di crisi come questo non servono proprio. Meglio preoccuparsi dei bisogni minimi della popolazione, purtroppo siamo a questo: i problemi di tutti sono evidenti, non m'importa che io e la mia famiglia siamo sistemati assai bene. Perche' deve essere chiaro che non si sta davvero bene se non stanno bene tutti". E' l'ultimo guizzo del trentacinquenne ragazzo di Calabria: e stavolta Totti non c'entra.
"Mi ha aperto gli occhi su tante cose - spiega Perrotta, e stavolta non si riferisce a Zeman, Spalletti o al rivoluzionario per antonomasia del pallone, Sacchi - rappresenta una ventata di aria fresca in un ambiente chiuso. E come me la pensano molti altri calciatori che lo hanno votato aderendo al disagio della gente comune. Nomi? Non ne faccio, il voto è segreto: se vogliono lo diranno loro".
Ma quando è avvenuto l'incontro tra due culture così diverse? Il centrocampista della Roma, che è l'unico giocatore professionista in attività presente nel consiglio della Federcalcio, spiega: "Quattro anni fa sono andato a vedere Grillo al Gran Teatro a Roma, mi è piaciuto quello che diceva. Erano tutti princìpi giusti, come non pensare che serviva una svolta? Devo dire che prima di allora non ero né di destra né di sinistra, semplicemente sul piano politico 'non ero'. E anche Grillo e il suo movimento ad essere sinceri non mi sembra possano essere catalogati da una parte o dall'altra, il dibattito sulla loro collocazione in Parlamento mi pare sinceramente una grande cavolata. Diciamo - prosegue Perrotta - che Grillo è un po' me, bravo a gettarsi negli spazi lasciati dagli altri, un po' Totti che quegli spazi li trova con un lancio. Il tutto condito da grande fantasia".
In concreto Perrotta, che ha "letto attentamente il programma di Grillo" condivide "l'adeguamento delle retribuzioni dei politici a quelle degli altri paesi europei, come pure l'adeguamento in chiave continentale delle bollette di luce e gas. E poi il blocco di opere pubbliche come il Ponte sullo Stretto e la Tav, che in un momento di crisi come questo non servono proprio. Meglio preoccuparsi dei bisogni minimi della popolazione, purtroppo siamo a questo: i problemi di tutti sono evidenti, non m'importa che io e la mia famiglia siamo sistemati assai bene. Perche' deve essere chiaro che non si sta davvero bene se non stanno bene tutti". E' l'ultimo guizzo del trentacinquenne ragazzo di Calabria: e stavolta Totti non c'entra.