Napoli orizzontale, Juve verticale: è un cruciverba tattico
CalcioMARIO SCONCERTI presenta la sfida del San Paolo: difese a 3 a confronto, Vidal e Marchisio più decisivi di Pirlo, ma nel "calcio dei ricchi" il Napoli è l'unica a poter fare il miracolo. Dì la tua su Twitter con l'hashtag #NapoliJuve
di Vanni Spinella
“Da Lisbona a Mosca, tutto il continente gioca nello stesso modo, con il 4-4-2 o con delle sue derivanti come il 4-2-3-1 o il 4-2-4. Soltanto da noi, quasi tutte le squadre giocano con il 3-5-2. Ci dev’essere un perché e sono andato a cercarlo".
Mario Sconcerti presenta il suo nuovo libro, “Il calcio dei ricchi” (Dalai editore, 208 pag.) e dedica un intero capitolo alla “moda” della difesa a 3, che in Italia nessuno ha saputo valorizzare come Conte e Mazzarri.
Adesso i due se la vedranno sul campo e con Sconcerti proviamo a inquadrare la sfida del San Paolo dal punto di vista tattico.
Partiamo dall’interrogativo iniziale. Come mai in Italia spopola il 3-5-2?
"Credo dipenda dal fatto che il 3-5-2 è la risposta al nostro vecchio calcio, è la continuità che abbiamo con il calcio all’italiana. Faccio un esempio, prendendo l’Inter di Herrera: aveva due marcatori, Burgnich e Guarneri, più un libero, Picchi. Poi due giocatori sulle fasce: uno era la famosa ala ‘alla Domenghini’, l’altro il terzino ‘alla Facchetti’, che saliva; più tre centrocampisti e due attaccanti. Ecco come nasce il 3-5-2"
Gli altri moduli, almeno in Italia, sono quindi delle sue varianti?
"Bisogna fare attenzione agli ‘inganni’. Quando volete vedere come gioca realmente una squadra, guardate sempre dov’è il giocatore che fa da ‘calzino’, cioè quel giocatore che può fare due ruoli, cambiando il volto tattico della squadra da una fase all’altra. Ad esempio, un esterno che si abbassa nel 3-5-2 e lo trasforma in 4-4-2"
E chi sono i “calzini” di Juventus e Napoli?
"Nella Juventus, Lichtsteiner: in fase difensiva, quando gli avversari hanno il possesso palla, scende e la difesa si schiera a 4. Nel caso di Mazzarri è Maggio, ma a volte lo fa anche Zuniga sulla destra"
Sarà il confronto tra le due difese (a 3) meno battute...
"Credo che sia più completa la difesa della Juventus, nel senso che è meglio composta. Nella difesa a 3, uno deve essere il libero e la Juventus ha Bonucci, che sa ricominciare l’azione. Il Napoli, invece, ha tre marcatori"
Tatticamente, su che piano si gioca la sfida del San Paolo?
"Si decide a centrocampo e credo vincerà la Juventus: non tanto Pirlo, ma Vidal e Marchisio, se stanno bene non sono marcabili. O meglio: il Napoli non ha gli uomini giusti per arginarli. Loro hanno centrocampisti orizzontali, come Behrami o Inler, la Juventus ha centrocampisti verticali, che vanno dentro"
"Un Paese gioca a calcio come vive", scrisse nel suo precedente libro. "Se una nazione è felice, gioca un calcio felice. Una nazione triste gioca un calcio triste". Alla luce di ciò che sta accadendo in Italia, che calcio giochiamo noi?
"Oggi è chiaro che tutta l’Europa gioca in un modo, noi giochiamo in un altro. Questo però ci ha messo al riparo dalle mode. Per esempio il Barcellona ora rischia di essere una squadra consunta perché ha dovuto sempre imporre se stessa. Noi siamo trasversali al tempo, reggiamo con il nostro tipo di gioco.
Non siamo mai fantastici, ma siamo sempre competitivi"
"Prima Legge del 'Calcio dei ricchi': vince solo chi spende molto. Seconda Legge: non basta spendere molto per essere sicuri di vincere". Lei dice che siamo destinati a non vedere più un “nuovo Verona”, ma il Napoli ci sta andando vicino…
"Nel mio libro io infatti parlo di una unica possibile eccezione, che è Napoli, per una ragione semplice: Napoli ha delle potenzialità straordinarie, che nessuno ha in Europa, tranne Parigi. E' l’unica grande città europea ad avere una sola squadra, tutte le altre ne hanno due, tre, quatto, Londra addirittura otto. Per cui sfruttano metà del proprio potenziale, mentre Napoli ce l’ha tutto per sè. E comunque anche il Napoli in due anni ha più che raddoppiato gli ingaggi"
Sta dicendo che si sta avviando sulla strada del calcio dei ricchi?
"È inevitabile"
“Da Lisbona a Mosca, tutto il continente gioca nello stesso modo, con il 4-4-2 o con delle sue derivanti come il 4-2-3-1 o il 4-2-4. Soltanto da noi, quasi tutte le squadre giocano con il 3-5-2. Ci dev’essere un perché e sono andato a cercarlo".
Mario Sconcerti presenta il suo nuovo libro, “Il calcio dei ricchi” (Dalai editore, 208 pag.) e dedica un intero capitolo alla “moda” della difesa a 3, che in Italia nessuno ha saputo valorizzare come Conte e Mazzarri.
Adesso i due se la vedranno sul campo e con Sconcerti proviamo a inquadrare la sfida del San Paolo dal punto di vista tattico.
Partiamo dall’interrogativo iniziale. Come mai in Italia spopola il 3-5-2?
"Credo dipenda dal fatto che il 3-5-2 è la risposta al nostro vecchio calcio, è la continuità che abbiamo con il calcio all’italiana. Faccio un esempio, prendendo l’Inter di Herrera: aveva due marcatori, Burgnich e Guarneri, più un libero, Picchi. Poi due giocatori sulle fasce: uno era la famosa ala ‘alla Domenghini’, l’altro il terzino ‘alla Facchetti’, che saliva; più tre centrocampisti e due attaccanti. Ecco come nasce il 3-5-2"
Gli altri moduli, almeno in Italia, sono quindi delle sue varianti?
"Bisogna fare attenzione agli ‘inganni’. Quando volete vedere come gioca realmente una squadra, guardate sempre dov’è il giocatore che fa da ‘calzino’, cioè quel giocatore che può fare due ruoli, cambiando il volto tattico della squadra da una fase all’altra. Ad esempio, un esterno che si abbassa nel 3-5-2 e lo trasforma in 4-4-2"
E chi sono i “calzini” di Juventus e Napoli?
"Nella Juventus, Lichtsteiner: in fase difensiva, quando gli avversari hanno il possesso palla, scende e la difesa si schiera a 4. Nel caso di Mazzarri è Maggio, ma a volte lo fa anche Zuniga sulla destra"
Sarà il confronto tra le due difese (a 3) meno battute...
"Credo che sia più completa la difesa della Juventus, nel senso che è meglio composta. Nella difesa a 3, uno deve essere il libero e la Juventus ha Bonucci, che sa ricominciare l’azione. Il Napoli, invece, ha tre marcatori"
Tatticamente, su che piano si gioca la sfida del San Paolo?
"Si decide a centrocampo e credo vincerà la Juventus: non tanto Pirlo, ma Vidal e Marchisio, se stanno bene non sono marcabili. O meglio: il Napoli non ha gli uomini giusti per arginarli. Loro hanno centrocampisti orizzontali, come Behrami o Inler, la Juventus ha centrocampisti verticali, che vanno dentro"
"Un Paese gioca a calcio come vive", scrisse nel suo precedente libro. "Se una nazione è felice, gioca un calcio felice. Una nazione triste gioca un calcio triste". Alla luce di ciò che sta accadendo in Italia, che calcio giochiamo noi?
"Oggi è chiaro che tutta l’Europa gioca in un modo, noi giochiamo in un altro. Questo però ci ha messo al riparo dalle mode. Per esempio il Barcellona ora rischia di essere una squadra consunta perché ha dovuto sempre imporre se stessa. Noi siamo trasversali al tempo, reggiamo con il nostro tipo di gioco.
Non siamo mai fantastici, ma siamo sempre competitivi"
"Prima Legge del 'Calcio dei ricchi': vince solo chi spende molto. Seconda Legge: non basta spendere molto per essere sicuri di vincere". Lei dice che siamo destinati a non vedere più un “nuovo Verona”, ma il Napoli ci sta andando vicino…
"Nel mio libro io infatti parlo di una unica possibile eccezione, che è Napoli, per una ragione semplice: Napoli ha delle potenzialità straordinarie, che nessuno ha in Europa, tranne Parigi. E' l’unica grande città europea ad avere una sola squadra, tutte le altre ne hanno due, tre, quatto, Londra addirittura otto. Per cui sfruttano metà del proprio potenziale, mentre Napoli ce l’ha tutto per sè. E comunque anche il Napoli in due anni ha più che raddoppiato gli ingaggi"
Sta dicendo che si sta avviando sulla strada del calcio dei ricchi?
"È inevitabile"