Urla e spintoni ad Appiano, lite Cassano-Stramaccioni

Calcio
Ad Appiano vigilia di campionato turbolenta: lite Cassano-Stramaccioni bello spogliatoio nerazzurro (Foto Getty)

Tensione negli spogliatoi dopo l'ultimo allenamento: il club minimizza, giocatore non convocato. E' la prima Cassanata in nerazzurro? Per il fantasista una storia di colpi di testa lunga ben quindici anni. BEAUTIFUL LAB: LE CASSANATE

di Francesco Monari

Strama-Cassano: mani addosso. Il titolo della Gazzetta dello Sport non lascia spazio a dubbi d'interpretazione e, soprattutto, non stupisce più di tanto: perché se l'allenatore dell'Inter punta a ridurre il tutto ad una normale cosa da spogliatoio - urla e spintoni, sì, ma dentro il santuario dove tutto può succedere e dove tutto dovrebbe rimanere - la capacità di mettersi nei guai di Fantantonio è ormai proverbiale. Non a caso si parla di "cassanate".

Una storia lunga quindici anni, cominciata a Bari, la sua città, dove la guida senza patente sembra la sua specialità fuori dal campo. Poi la Roma, Capello e un allenamento saltato nel 2003 e infine gli screzi con Totti; non accetta di guadagnare di meno del capitano. E lo fa capire anche a Rosetti in maniera eloquente nella finale di coppa Italia. Nel mezzo una cacciata dall'Under 21 che lui definisce inutile in quanto punta alla maglia dei grandi. Il salto a Madrid è ricordato più per il suo improbabile giubbotto che per le giocate in campo ma anche in Spagna - dove lo chiamano "gordito", grassottello - finisce male dopo un'imitazione di don Fabio che ha fatto il giro del mondo.

Quindi la Sampdoria, dove rinasce in campo e anche fuori, trova l'amore ma trova pure l'arbitro Pierpaoli, anzi quasi lo centra con la maglietta il 2 marzo del 2008, e poi lo insulta in diretta tv, scontando 5 giornate di squalifica e perdendo un mese di stipendio. Antipasto della lite successiva con Riccardo Garrone, scomparso il 21 gennaio scorso: lite di cui Fantantonio si sarebbe poi pentito.

Il  Milan sembra il grande amore, ma anche qui, dopo aver rischiato la vita, compromette il rapporto, fa in modo di essere ceduto e se n'è va all'Inter, squadra per cui tifa da sempre e con la quale sembra voler finire la carriera. Nel frattempo perde la nazionale di Prandelli, dopo un europeo da protagonista più fuori che in campo.

Perché la Cassanata non ammette calcoli: l'ultima lite potrebbe costargli un lungo stop quando gli manca appena un gol, un assist o un rigore procurato all'attivazione del bonus da 200mila euro previsto nel suo contratto che, oltretutto, scadrà l'anno prossimo.

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