Inter-Juve, riecco Iuliano: "Rigore o no, stavamo dominando"

Calcio
Iuliano e Ronaldo di fronte anche il 6 maggio 2003, in Real Madrid-Juve di Champions... (Getty)
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L'INTERVISTA. A 15 anni dall'episodio con Ronaldo, Mark allena i giovanissimi del Pavia e studia a Coverciano con Stramaccioni. "Gli interisti, compreso qualche giocatore, vorrebbero cambiare il passato. Ma eravamo i più forti. Come la Juve di oggi"

di Stefano Rizzato

"Quante volte mi hanno chiesto se era rigore? Negli ultimi 15 anni, credo tutti i giorni". Dal 26 aprile 1998 a oggi, dalla sfida-scudetto delle polemiche fino ai giovanissimi del Pavia, da uno Juve-Inter da protagonista all'Inter-Juve di sabato da spettatore. Mark Iuliano di strada ne ha messa sotto ai tacchetti. E dopo il ritiro un anno fa, anche sotto alle scarpe. Eppure il suo nome resta legato a quell'episodio, quel contrasto con il Fenomeno che gli interisti non gli perdonano, il peccato originale della recente rivalità bianco-nerazzurra.

Si offende se riparliamo di quel momento?
"Ma no, tanto succede ogni volta che incontro un interista... Non me la prendo mai, è anche una cosa simpatica. Certo, nessuno mi chiede mai degli scudetti (quattro ndr), delle finali di Champions, delle partite con la Nazionale... Tutti mi ricordano per quel momento con Ronaldo".

Capirà che l'episodio è rimasto un po' indigesto ai tifosi interisti...
"Certo, ma il problema è che c'è chi vuole cambiare il passato. Vale anche per alcuni miei colleghi, che ricordano un po' male quel momento. Non eravamo sullo 0-0, ma la Juve aveva dominato la partita e guidava in campionato. Quell'Inter non era uno squadrone pauroso, ma l'insieme dell'attaccante più forte al mondo e di tanti gregari. Insomma questa era la situazione. Poi il rigore possono darlo o non darlo..."

Ma c'era o non c'era?
"Mah, l'arbitro non ero io e ricordo solo che l'azione era talmente veloce... Voglio dire: davanti a un giocatore così rapido, in piena area, di sicuro non sono entrato per fare fallo".

Rispetto a quella Juventus, dove colloca quella del 2013?
"Non amo fare confronti a distanza di tempo, ma indubbiamente la squadra di oggi è molto forte. Ha un allenatore come Conte, che ha appreso sul campo e poi trasmesso quella mentalità che ha sempre fatto la differenza. Dopo il 2006 c'è voluto un po' di tempo per tornare al top, ma ci si è riusciti grazie alla classe di giocatori come Pirlo, Vucinic, Buffon... e grazie anche alle doti di giocatori che hanno trovato nell'ambiente bianconero quello ideale per dare il meglio. E non dimentichiamo il settore giovanile, un vivaio che sta dando grandi frutti grazie anche al lavoro di Gianluca Pessotto".

E l'Inter che Lei incontrò nel '98 è più o meno forte di quella di oggi?
"Mah, quella di allora non era l'Inter di Mourinho e neppure quella di oggi lo è. Poi per carità, parliamo di una situazione molto diversa: all'epoca si arrivò allo scontro diretto con 2 punti di differenza, oggi con 18. A Coverciano ho avuto modo di conoscere un po' Stramaccioni: ha capacità e idee, ma si è trovato in mezzo ad un'annata con situazioni difficili in campo e a livello societario. Forse è stato lasciato un po' troppo solo. Gli auguro di ritrovare fiducia e vittorie. Ecco, magari non da sabato, perché resto sempre juventino!".

Presto su una panchina di Serie A potrebbe finire anche Iuliano...
"Piano, piano! Ho iniziato quest'anno, anche per vedere se ci sono tagliato. Adesso alleno i giovanissimi nazionali del Pavia, con grandi sosdisfazioni, e sto finendo il master federale. Senza dubbio allenare mi piace e penso sia la mia strada. Vorrei anch'io trasmettere quell'idea di calcio che da giocatore mi ha permesso di raggiungere grandi traguardi".

È per questa che tanti suoi compagni di allora sono finiti ad allenare?
"In quella Juventus abbiamo avuto degli insegnanti super, che hanno costruito e insegnato una mentalità formidabile. Alla base di tutto c'era la voglia di dare tutto per i compagni, che contagiava anche i campioni, tanto che Zidane era sempre il primo a lottare con la squadra. È quello che rivedo nella Juve di oggi e che mi piacerebbe a mia volta portare avanti da allenatore".