Anelka e Bendtner, i "portoghesi" dello Scudetto bianconero
CalcioIn due non arrivano a dieci presenze, né a 400 minuti giocati, eppure anche loro possono fregiarsi del titolo di Campioni d'Italia con la Juventus. Che naturalmente è già pronta a salutarli
di Lorenzo Longhi
Un giorno, gli almanacchi riporteranno anche i loro nomi fra quelli dei Campioni d'Italia 2012-2013. Nicolas e Nicklas, rispettivamente Anelka e Bendtner, "portoghesi" di lusso di questo secondo Scudetto consecutivo della Juventus. Più da spettatori che da protagonisti, il titolo l'hanno vinto anche loro.
Messi assieme, in questo campionato non raggiungono le dieci presenze e i 400 minuti in due. Reti? Manco a parlarne. Però arrivano a 19 fra tribune e panchine, nelle giornate in cui comunque erano a disposizione. Ma a festeggiare, domenica, c'erano anche loro, star di nome internazionale, non certo (o non più) top player, alla faccia dei desiderata di tanti tifosi bianconeri.
Dei due, il francese è quello che ha passato più tempo sul pullman scoperto della festa che in campo: una sola presenza sinora, appena 23 minuti, all'Olimpico con la Roma il 16 febbraio. Una e unica, così come in Champions: 5 minuti a Glasgow. L'erba dello Juventus Stadium, per dire, nemmeno l'ha testata. Quei 23 minuti bastano per il quinto scudetto della carriera con quattro club diversi (Arsenal 1998, Chelsea 2009 e 2010, Fenerbahçe 2005, Juventus 2013). Non male, per uno arrivato quasi per caso.
Anelka, infatti, era giunto a Torino perché Conte aveva necessità di sostituire Bendtner - per schierarlo in allenamento fra le riserve, probabilmente - infortunatosi a metà dicembre. Non che il danese, per la verità, fosse così indispensabile: sino ad allora aveva giocato due gare da titolare, subentrando sei volte, per un totale di 351 minuti, ai quali vanno però aggiunti i 15 minuti in Champions con il Nordsjaelland e la mezza gara giocata in Coppa Italia contro il Cagliari. Per lui, primo titolo in carriera: Bendtner, infatti, mai aveva alzato un trofeo di squadra. Ha festeggiato già prima di vincerlo, in Danimarca, facendsi ritirare la patente...
Meteore di un trionfo, come lo fu la scorsa stagione lo strapagato Eljero Elia. Magari nelle ultime tre giornale i due potranno aumentare (ma di poco...) il minutaggio ma, proprio come accadde ad Elia, anche Anelka e Bendtner lasceranno la Juventus dopo lo Scudetto: impensabile che Marotta riscatti il danese (in prestito dall'Arsenal), improponibile anche il rinnovo per il francese. E non certo a causa dell'acquisto di Llorente.
Un giorno, gli almanacchi riporteranno anche i loro nomi fra quelli dei Campioni d'Italia 2012-2013. Nicolas e Nicklas, rispettivamente Anelka e Bendtner, "portoghesi" di lusso di questo secondo Scudetto consecutivo della Juventus. Più da spettatori che da protagonisti, il titolo l'hanno vinto anche loro.
Messi assieme, in questo campionato non raggiungono le dieci presenze e i 400 minuti in due. Reti? Manco a parlarne. Però arrivano a 19 fra tribune e panchine, nelle giornate in cui comunque erano a disposizione. Ma a festeggiare, domenica, c'erano anche loro, star di nome internazionale, non certo (o non più) top player, alla faccia dei desiderata di tanti tifosi bianconeri.
Dei due, il francese è quello che ha passato più tempo sul pullman scoperto della festa che in campo: una sola presenza sinora, appena 23 minuti, all'Olimpico con la Roma il 16 febbraio. Una e unica, così come in Champions: 5 minuti a Glasgow. L'erba dello Juventus Stadium, per dire, nemmeno l'ha testata. Quei 23 minuti bastano per il quinto scudetto della carriera con quattro club diversi (Arsenal 1998, Chelsea 2009 e 2010, Fenerbahçe 2005, Juventus 2013). Non male, per uno arrivato quasi per caso.
Anelka, infatti, era giunto a Torino perché Conte aveva necessità di sostituire Bendtner - per schierarlo in allenamento fra le riserve, probabilmente - infortunatosi a metà dicembre. Non che il danese, per la verità, fosse così indispensabile: sino ad allora aveva giocato due gare da titolare, subentrando sei volte, per un totale di 351 minuti, ai quali vanno però aggiunti i 15 minuti in Champions con il Nordsjaelland e la mezza gara giocata in Coppa Italia contro il Cagliari. Per lui, primo titolo in carriera: Bendtner, infatti, mai aveva alzato un trofeo di squadra. Ha festeggiato già prima di vincerlo, in Danimarca, facendsi ritirare la patente...
Meteore di un trionfo, come lo fu la scorsa stagione lo strapagato Eljero Elia. Magari nelle ultime tre giornale i due potranno aumentare (ma di poco...) il minutaggio ma, proprio come accadde ad Elia, anche Anelka e Bendtner lasceranno la Juventus dopo lo Scudetto: impensabile che Marotta riscatti il danese (in prestito dall'Arsenal), improponibile anche il rinnovo per il francese. E non certo a causa dell'acquisto di Llorente.