Si è spento "Il terzo incomodo": addio a Ferruccio Mazzola

Calcio
Ferruccio Mazzola abbandona il campo al termine di un Lazio-Roma, derby del 15 novembre 1970

L'ex giocatore e allenatore, figlio di Valentino e fratello di Sandro, è morto a Roma dopo una lunga malattia. Centrocampista di Inter, Lazio e Fiorentina, dopo i trascorsi da tecnico pubblicò un libro di denuncia sul doping nel mondo del calcio

È morto a Roma, all’età di 68 anni, Ferruccio Mazzola, vittima della malattia che da tempo l’aveva colpito. Figlio del grande Valentino e fratello minore di Sandro, era nato a Torino il 1 febbraio del 1945 in una famiglia celebre nel panorama calcistico italiano. Centrocampista di buona qualità, interno o mezzala all’occorrenza, si distinse con Inter, Lazio e Fiorentina, oltre a Venezia, Lecco e Sant’Angelo. Con i biancocelesti vinse lo scudetto nella stagione 1973-74. Da allenatore del Siena conquistò il campionato di Serie C2 1984-85, ottenendo una promozione nella medesima categoria anche con il Venezia nel 1987-88.

Da sempre legato al calcio nostrano, si cimentò nelle vesti di osservatore (per il Treviso) e giornalista. Nel 2004 scrisse il libro autobiografico “Il terzo incomodo”, denunciando il diffuso uso di doping già negli anni ’70. Fu protagonista anche nel sociale in qualità di presidente dell’associazione Futursport International, dedicata al recupero di adolescenti tramite meriti sportivi, senza dimenticare il suo sostegno alle vittime del doping con l’associazione dei familiari di Bruno Beatrice.

L’addio della Lazio - La notizia è stata confermata anche dal suo ex club, che in una nota sul proprio sito Internet “si unisce al cordoglio della famiglia Mazzola per la scomparsa di Ferruccio, ex centrocampista biancoceleste dal 1968 al 1971 e dal 1972 al 1974”.