Balo, Napoli, un pentito. Attenzione a non ripetere sbagli

Calcio

Più o meno come trent'anni fa, quando un altro pentito fece il nome di Enzo Tortora: cominciò proprio così uno dei drammi più assurdi che la giustizia italiana abbia prodotto. Noi a Mario Balotelli crediamo, le brutte favole non possono ripetersi

Con i paragoni occorre andar sempre cauti, ma a volte aiutano a capire. La notizia è arrivata, via Ansa, alle 17.10. Sei righe di quelle che destano attenzione e preoccupazione. Un pentito ascoltato a Napoli in un'inchiesta su riciclaggio e ristorazione racconta di quella volta che, a Scampia, Mario Balotelli spacciò droga, per scherzo. Sarebbe accaduto nel quartiere più difficile, nel giorno di una visita che SuperMario ammise di aver compiuto nel 2010, per curiosità, ignorando chi fossero i suoi accompagnatori. Non stinchi di santo.

A Napoli, un pentito… Più o meno come trent'anni fa, quando un altro pentito fece il nome di Enzo Tortora: cominciò proprio così uno dei drammi più assurdi che la giustizia italiana abbia prodotto con rivelazioni, deduzioni e assoluzione finale. Al centro, allora, uno dei personaggi più noti di quell'Italia, il principe dei presentatori televisivi. Noto anche più di quanto non lo sia oggi Mario Balotelli, il campione del calcio che al suo ritorno in serie A ha segnato un gol a partita e adesso guida la Nazionale verso l'anteprima brasiliana del mondiale 2014.

Allora come oggi un pentito. Al quale Balotelli ha risposto immediatamente, come usa tra i ragazzi, via twitter, anche se il suo tweet è stato rimosso pochi minuti dopo. Vergognatevi, usate il mio nome, ma non per audience, ha cinguettato. Prandelli ha annuito, il Milan gli ha garantito tutta la protezione e l'affetto necessari. La cosa per ora si chiude qui. Noi a Mario Balotelli crediamo, le brutte favole non possono ripetersi.