I suoi primi 40 anni. Bobo Vieri, una vita da icona pop

Calcio
32... +8: Vieri compie 40 anni (Getty)
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IL PERSONAGGIO. Trasferimenti milionari e gossip, gol e belle donne, movida e pedinamenti: il centravanti per eccellenza degli anni '90 e 2000 festeggia oggi un compleanno significativo. Frugali auguri in famiglia? No, grande festa a Formentera

di Lorenzo Longhi

Uno così, i 40 anni, mica li festeggia in famiglia. I suoi primi 40 anni, Bobo Vieri, li celebra a Formentera. Lo ha annunciato su Twitter, e lo farà da padrone di casa, quasi fosse un monumento dell'isola delle Baleari. Da un certo punto di vista, in effetti lo è, come si conviene a chi è stato il simbolo di un'era che egli stesso, icona pop dello star system calcistico, ha contribuito a creare.

Sono i primi 40 anni di quello che era più uomo lui "di tutti voi messi assieme" - indimenticabile polemica con i giornalisti a seguito della Nazionale a Euro 2004 - ma che un giorno venne pure paragonato a Brigitte Nielsen, a proposito di top player. "E' come la Nielsen, non è sul mercato", disse Gianni Agnelli nell'estate 1997, un giorno prima che Moggi lo vendesse all'Atletico Madrid, facendo diventare Bobo, suo malgrado, lo strumento di una storica gaffe dell'Avvocato. Un Vieri giramondo, forse l'unico calciatore italiano a sapere giocare a cricket (meglio: a sapere cos'è il cricket): Torino, Pisa, Ravenna, Venezia, Atalanta, Juventus, Madrid; poi la Lazio per vincere l'ultima Coppa delle Coppe della storia. La Nazionale. E l'Inter.

Era il Vieri non più solo "il figlio di Bob". Casomai, Bob era ormai "il padre di Bobo", e la metamorfosi non è nemmeno tanto sottile quando si parla di figli d'arte. Grazie a lui, grazie a Bobo, hanno... mangiato in tanti. Milano come Hollywood, non solo nel nome in un locale, ed eccolo diventare il re della movida. Gol e veline, Ronaldo e discoteche, trasferimenti ultramiliardari (in lire) e furti subiti (uno indimenticabile, degno di una commedia anni '80), camei cinematografici - Ceccherini, mica Pupi Avati - e progetti imprenditoriali, gossip e - lo si scoprirà poi - pedinamenti illegali.

Il Mondiale 2006 non lo gioca davvero per poco. Portarlo non sarebbe stato uno scandalo, ma vabbè, ormai la voglia è quella che è. Restano quasi 300 reti da professionista, 23 delle quali con l'Italia, e un palmares meno ricco di quanto avrebbe meritato un giocatore che pure, in tempi diversi, ha vestito la maglia di 5 delle ex "7 sorelle" del pallone italiano. Significa che tutti, almeno una volta, hanno tifato per lui, e non è cosa da poco. Titoli ne ha ottenuti più dai giornali che in campo, il più forte centravanti nostrano a cavallo fra la fine degli anni '90 e la prima metà dei 2000. Ma anche questo fa parte del personaggio, uno che, se non ci fosse stato, sarebbe stato necessario - per tifosi, squadre, procuratori e stampa - inventarlo. E allora auguri Bobo, che di balli ce ne sono ancora tanti.