Quelli che... aspettano: ecco i riservisti della panchina
CalcioStramaccioni, Gasperini, Mangia e Ballardini sono solo alcuni degli allenatori attualmente senza squadra e pronti a rientrare in gioco a campionato in corso. Viaggio fra nuove leve e sempiterni veterani. Con un nome di grido: Roberto Mancini
di Lorenzo Longhi
Sono lì, seduti sulla riva del fiume. C'è chi si aggiorna, qualcuno magari spulcia le quote che già i bookmaker hanno stilato sul possibile primo esonero, altri che gufano, anche se non lo ammetteranno mai: sono gli allenatori senza panchina, i riservisti del calcio, in attesa di una chiamata che, per qualche collega oggi al lavoro, rappresenterà per contro il recapito del più classico e cordiale messaggio-coltellata in cui "la società ringrazia per il lavoro svolto" e blablabla. L’annuncio dell’esonero, insomma.
Inevitabile cominciare da Andrea Stramaccioni, vittima della maledizione dello Special Two (che ha colpito pure Fulvio Pea, anch'egli senza panchina) e di una stagione in cui all'Inter tutto è andato storto, anche per opere e omissioni dello stesso Stramaccioni. Che, dopo essere stato più volte rassicurato da Moratti, oggi è a spasso. Ecco perché ha più appeal Devis Mangia, libero dopo avere lasciato il ruolo di ct dell'Under 21. Attendono gli eventi anche Gasperini, Delneri - seduto sul morbido, essendo sotto contratto con il Genoa sino al 2014 - Corini e Di Carlo, un Ferrara che a livello di risultati sinora ha deluso, Zenga, lo specialista Ballardini (cinque subentri negli ultimi sei anni) e addirittura Reja, De Canio e Malesani.
E' fuori dai giochi Zdenek Zeman, improponibile a campionato in corso considerando i suoi metodi di lavoro, ma per la B la fila dei... gufi è lunga: l'esperienza di Gautieri a Bari è durata appena 18 giorni e il tecnico ex Lanciano è tornato immediatamente sulla piazza dove, in attesa, restano anche Ficcadenti, Castori, Arrigoni, Calori, Michele Serena, Bergodi, Somma, Lerda, Camolese (ripescato la scorsa stagione dalla Pro vercelli per una manciata di gare) o altri, più stagionati, quali Colomba, Cagni, Mutti, Gustinetti, Baldini e i sempiterni Papadopulo e Sonetti.
Ma, sulla piazza, non manca il nome di grido: Roberto Mancini. Chiusa la vittoriosa parentesi al City, in questo periodo di inattività potrebbe rivelarsi l'ombra per i tecnici di alcune grandi società - dalla disponibilità economica significativa, intendiamoci - che non ingraneranno da subito. E non è necessario che si tratti di club italiani.
Sono lì, seduti sulla riva del fiume. C'è chi si aggiorna, qualcuno magari spulcia le quote che già i bookmaker hanno stilato sul possibile primo esonero, altri che gufano, anche se non lo ammetteranno mai: sono gli allenatori senza panchina, i riservisti del calcio, in attesa di una chiamata che, per qualche collega oggi al lavoro, rappresenterà per contro il recapito del più classico e cordiale messaggio-coltellata in cui "la società ringrazia per il lavoro svolto" e blablabla. L’annuncio dell’esonero, insomma.
Inevitabile cominciare da Andrea Stramaccioni, vittima della maledizione dello Special Two (che ha colpito pure Fulvio Pea, anch'egli senza panchina) e di una stagione in cui all'Inter tutto è andato storto, anche per opere e omissioni dello stesso Stramaccioni. Che, dopo essere stato più volte rassicurato da Moratti, oggi è a spasso. Ecco perché ha più appeal Devis Mangia, libero dopo avere lasciato il ruolo di ct dell'Under 21. Attendono gli eventi anche Gasperini, Delneri - seduto sul morbido, essendo sotto contratto con il Genoa sino al 2014 - Corini e Di Carlo, un Ferrara che a livello di risultati sinora ha deluso, Zenga, lo specialista Ballardini (cinque subentri negli ultimi sei anni) e addirittura Reja, De Canio e Malesani.
E' fuori dai giochi Zdenek Zeman, improponibile a campionato in corso considerando i suoi metodi di lavoro, ma per la B la fila dei... gufi è lunga: l'esperienza di Gautieri a Bari è durata appena 18 giorni e il tecnico ex Lanciano è tornato immediatamente sulla piazza dove, in attesa, restano anche Ficcadenti, Castori, Arrigoni, Calori, Michele Serena, Bergodi, Somma, Lerda, Camolese (ripescato la scorsa stagione dalla Pro vercelli per una manciata di gare) o altri, più stagionati, quali Colomba, Cagni, Mutti, Gustinetti, Baldini e i sempiterni Papadopulo e Sonetti.
Ma, sulla piazza, non manca il nome di grido: Roberto Mancini. Chiusa la vittoriosa parentesi al City, in questo periodo di inattività potrebbe rivelarsi l'ombra per i tecnici di alcune grandi società - dalla disponibilità economica significativa, intendiamoci - che non ingraneranno da subito. E non è necessario che si tratti di club italiani.