Non solo Pjanic e papera, le undici parole della giornata
CalcioCAMPIONATO SU TWITTER. Ecco la "formazione" dei termini più citati sul social network per commentare la seconda giornata di campionato. Inevitabile il riferimento al ritorno di Kakà e all'esordio di Matri. Menzione meritata per Moscardelli e Koné
Gol, assist, parate, difesa e attacco, allenatori e giocatori. Il calcio non è solo fatto dei suoi protagonisti e di eventi di campo. Discussioni, critiche, suggerimenti sono il pane quotidiano degli appassionati. Per una volta, dunque, palla al centro e spazio alle parole, quelle più usate su twitter nella prima giornata di campionato.
Kakà - Il ritorno del figliol prodigo per la gioia dei tifosi. La "minestra riscaldata", normalmente, non è buona cosa e in casa rossonera, in passato, ci si è già scottati: Sacchi, Capello, Simone, Shevchenko, tutti hanno fallito nella seconda avventura. Massaro è l'eccezione che fa sperare. La Provvidenza faccia ancora il suo corso.
Doppietta - Le prime di Mario Gomez e Giuseppe Rossi in maglia viola ma i presupposti perché non fosse così c'erano tutti. Cicca Gomez, Rossi da mezzo metro calcia alto. Si sono rifatti con gli interessi entrambi. L'ultimo a fare 2 doppiette nelle prime 2 partite in Serie A era stato Del Piero nel 2002/03. Marek Hamsik ha eguagliato questo record. Ma vuoi vedere che il Napoli si è tenuto il migliore dei tre tenori?
Moscardelli - "Finalmente in gol al Dall'Ara e sotto la curva", ha twittato questo anti-divo per eccellenza la cui barba incolta lo rende un po' Socrates e un po' Alexi Lalas. Per tredici mesi, nella scorsa stagione, il suo nome era tra quelli dispersi nel tabellino marcatori ma come Tom Hanks in Cast Away ha trovato il suo Wilson ma lo ha scaraventato dritto in porta.
Kone - Due indizi fanno una prova. Panagiotis Kone guarda il mondo alla rovescia. E' capace solo di gol bellissimi. Ne sa qualcosa il Napoli di Mazzarri, lo ha provato sulla sua pelle la Samp di Delio Rossi. Il greco, come un novello Diogene, ha "complicato ogni singolo semplice dono degli Dei", in questo caso il gol, rendendolo meraviglioso.
Matri - Non ha acceso di certo gli stessi entusiasmi che ha suscitato il ritorno di Kakà. Ma di ritorno pur sempre si tratta. L'attaccante ha giocato di nuovo una partita in campionato con il Milan dopo il debutto nella stagione 2002/03 (contro il Piacenza). Per ora solo schermaglie, ma Allegri punta forte su di lui per il futuro, presto sarà amore vero?
Palacio - Una certezza. L'attaccante argentino ha segnato sette gol nelle ultime sette partite di Serie A disputate (comprese le ultime dello scorso anno) e ha nel Catania una delle sue vittime preferite, con sei reti siglate. Alle pendici dell'Etna hanno trovato una vera e propria bestia nera.
Jonathan - Ostracizzato, criticato, talvolta deriso. Gli interisti si stropicciano ancora gli occhi al cospetto di un redivivo Maicon, tornato a essere quello di un tempo con la maglia della Roma, ma ora potranno sopportare a cuore più leggero anche Jonathan. 6,5 come voto nel match con il Genoa, 7 pieno a Catania. Non avrà il nome da attore come Maicon (Douglas), appunto, ma da comparsa non se la cava per nulla male.
Sassuolo - Va bene la sconfitta all'esordio, non ci sta quella alla seconda. Torino e Livorno non sono avversarie impossibili e, onestamente, in molti avevano creduto in una partenza migliore di questa squadra. Il Mapei Stadium, un'organizzazione impeccabile, un presidente ambizioso. Eppure il salto di categoria è pesato, troppo, almeno fino a questo momento.
Gomez - Un acquisto che più indovinato non si poteva: questione di opportunità, per la Fiorentina che cercava un attaccante con le sue caratteristiche, questione di opportunismo perché Gomez ha segnato 133 dei suoi 139 gol tra Bundesliga e Serie A dall'interno dell'area di rigore.
Pjanic - E pensare che era stato dato per partente. Come De Rossi può essere il valore aggiunto della Roma di Garcia. Le sue doti tecniche erano note, i poteri, appunto nascosti, ancora no. Il suo maestro (Totti) è tra i massimi esponenti di quella giocata che ora appartiene anche al repertorio di Miralem. Scavetto? Cucchiao? Chiamatelo semplicemente capolavoro.
Papera - Non ne sentivano il bisogno Sampdoria, Sassuolo e Genoa eppure così è stato. Curci, Rosati e Perin alla gogna. Interventi disastrosi che sono costati gol pesantissimi. "La solitudine dei numeri uno" la si vede soprattutto in questi momenti.
Kakà - Il ritorno del figliol prodigo per la gioia dei tifosi. La "minestra riscaldata", normalmente, non è buona cosa e in casa rossonera, in passato, ci si è già scottati: Sacchi, Capello, Simone, Shevchenko, tutti hanno fallito nella seconda avventura. Massaro è l'eccezione che fa sperare. La Provvidenza faccia ancora il suo corso.
Doppietta - Le prime di Mario Gomez e Giuseppe Rossi in maglia viola ma i presupposti perché non fosse così c'erano tutti. Cicca Gomez, Rossi da mezzo metro calcia alto. Si sono rifatti con gli interessi entrambi. L'ultimo a fare 2 doppiette nelle prime 2 partite in Serie A era stato Del Piero nel 2002/03. Marek Hamsik ha eguagliato questo record. Ma vuoi vedere che il Napoli si è tenuto il migliore dei tre tenori?
Moscardelli - "Finalmente in gol al Dall'Ara e sotto la curva", ha twittato questo anti-divo per eccellenza la cui barba incolta lo rende un po' Socrates e un po' Alexi Lalas. Per tredici mesi, nella scorsa stagione, il suo nome era tra quelli dispersi nel tabellino marcatori ma come Tom Hanks in Cast Away ha trovato il suo Wilson ma lo ha scaraventato dritto in porta.
Kone - Due indizi fanno una prova. Panagiotis Kone guarda il mondo alla rovescia. E' capace solo di gol bellissimi. Ne sa qualcosa il Napoli di Mazzarri, lo ha provato sulla sua pelle la Samp di Delio Rossi. Il greco, come un novello Diogene, ha "complicato ogni singolo semplice dono degli Dei", in questo caso il gol, rendendolo meraviglioso.
Matri - Non ha acceso di certo gli stessi entusiasmi che ha suscitato il ritorno di Kakà. Ma di ritorno pur sempre si tratta. L'attaccante ha giocato di nuovo una partita in campionato con il Milan dopo il debutto nella stagione 2002/03 (contro il Piacenza). Per ora solo schermaglie, ma Allegri punta forte su di lui per il futuro, presto sarà amore vero?
Palacio - Una certezza. L'attaccante argentino ha segnato sette gol nelle ultime sette partite di Serie A disputate (comprese le ultime dello scorso anno) e ha nel Catania una delle sue vittime preferite, con sei reti siglate. Alle pendici dell'Etna hanno trovato una vera e propria bestia nera.
Jonathan - Ostracizzato, criticato, talvolta deriso. Gli interisti si stropicciano ancora gli occhi al cospetto di un redivivo Maicon, tornato a essere quello di un tempo con la maglia della Roma, ma ora potranno sopportare a cuore più leggero anche Jonathan. 6,5 come voto nel match con il Genoa, 7 pieno a Catania. Non avrà il nome da attore come Maicon (Douglas), appunto, ma da comparsa non se la cava per nulla male.
Sassuolo - Va bene la sconfitta all'esordio, non ci sta quella alla seconda. Torino e Livorno non sono avversarie impossibili e, onestamente, in molti avevano creduto in una partenza migliore di questa squadra. Il Mapei Stadium, un'organizzazione impeccabile, un presidente ambizioso. Eppure il salto di categoria è pesato, troppo, almeno fino a questo momento.
Gomez - Un acquisto che più indovinato non si poteva: questione di opportunità, per la Fiorentina che cercava un attaccante con le sue caratteristiche, questione di opportunismo perché Gomez ha segnato 133 dei suoi 139 gol tra Bundesliga e Serie A dall'interno dell'area di rigore.
Pjanic - E pensare che era stato dato per partente. Come De Rossi può essere il valore aggiunto della Roma di Garcia. Le sue doti tecniche erano note, i poteri, appunto nascosti, ancora no. Il suo maestro (Totti) è tra i massimi esponenti di quella giocata che ora appartiene anche al repertorio di Miralem. Scavetto? Cucchiao? Chiamatelo semplicemente capolavoro.
Papera - Non ne sentivano il bisogno Sampdoria, Sassuolo e Genoa eppure così è stato. Curci, Rosati e Perin alla gogna. Interventi disastrosi che sono costati gol pesantissimi. "La solitudine dei numeri uno" la si vede soprattutto in questi momenti.