Ribaltone Padova: vince 3-2 e frena la corsa del Varese
CalcioSERIE B, ANTICIPO 8.a GIORNATA. Con Mutti in panchina arriva la prima vittoria dei veneti. Non basta la doppietta di Pavoletti agli ospiti, raggiunti due volte e superati dal rigore di Ciano. Sfuma il primo posto per gli uomini di Sottili
Varese ribaltato e prima vittoria in campionato del Padova: finisce 3-2 l'anticipo dell'8.a giornata di Serie B. Il cambio in panchina, Mutti al posto di Marcolin, dà la giusta scossa ai veneti, che però restano in fondo alla classifica. La doppietta di Pavoletti illude invece il Varese, solo in testa al campionato fino al 61'.
Il risultato spezza la tradizione di uno stadio Euganeo favorevole al pareggio tra le due formazioni: 7 negli ultimi 13 confronti (1-1 l'ultimo precedente).
Prima la quiete... - In avvio il Padova gioca con tutte le paure di chi sa di rischiare già abbastanza. Poi, complice un avversario fin troppo prudente, prende coraggio e inizia ad affacciarsi con insistenza dalle parti del portiere Bressan. La cosa migliore la fa Jelenic al 19' con un forte tiro dalla distanza.
... poi la tempesta - Quando il Varese accelera cominciano i problemi per Mutti: sugli sviluppi di un corner (battuto da Calil) Pavoletti sblocca di testa. L'episodio non manda in tilt i padroni di casa, che al 31' riescono a trovare il pari. Ci pensa Melchiorri, giovane debuttante classe '87, con un altro preciso colpo di testa. Il festival delle "incocciate" prosegue 6 più tardi. Pavoletti concede il bis, stavolta con una specie di piroetta, portando a 7 il suo bottino stagionale. E' evidente in lui la voglia di riscatto dopo la mancata conferma del Sassuolo.
Operazione ribaltone - Secondo tempo pazzesco. Il sipario potrebbe calare al 54', ma Colombi, portiere del Padova, è strepitoso sulla conclusione molto ravvicinata di Calil. Poco dopo il palo colpito da Musacci su punizione nega il 2-2. Ma è solo una questione di minuti, perché in campo c'è un altro Padova: lotta, gudagna metri e con un preciso inserimento di Pasquato trova ancora il pareggio. I veneti ci credono e concludono l'operazione ribaltone con il rigore trasformato di Ciano e nato dal fallo di Rea su Melchiorri. E' questo il gol dal quale potrebbe inizare il nuovo campionato del Padova. Al Varese, invece, resta la certezza di un ottimo organico e la rabbia di un rigore negato a Lazaar per una trattenuta di Laczko.
Il risultato spezza la tradizione di uno stadio Euganeo favorevole al pareggio tra le due formazioni: 7 negli ultimi 13 confronti (1-1 l'ultimo precedente).
Prima la quiete... - In avvio il Padova gioca con tutte le paure di chi sa di rischiare già abbastanza. Poi, complice un avversario fin troppo prudente, prende coraggio e inizia ad affacciarsi con insistenza dalle parti del portiere Bressan. La cosa migliore la fa Jelenic al 19' con un forte tiro dalla distanza.
... poi la tempesta - Quando il Varese accelera cominciano i problemi per Mutti: sugli sviluppi di un corner (battuto da Calil) Pavoletti sblocca di testa. L'episodio non manda in tilt i padroni di casa, che al 31' riescono a trovare il pari. Ci pensa Melchiorri, giovane debuttante classe '87, con un altro preciso colpo di testa. Il festival delle "incocciate" prosegue 6 più tardi. Pavoletti concede il bis, stavolta con una specie di piroetta, portando a 7 il suo bottino stagionale. E' evidente in lui la voglia di riscatto dopo la mancata conferma del Sassuolo.
Operazione ribaltone - Secondo tempo pazzesco. Il sipario potrebbe calare al 54', ma Colombi, portiere del Padova, è strepitoso sulla conclusione molto ravvicinata di Calil. Poco dopo il palo colpito da Musacci su punizione nega il 2-2. Ma è solo una questione di minuti, perché in campo c'è un altro Padova: lotta, gudagna metri e con un preciso inserimento di Pasquato trova ancora il pareggio. I veneti ci credono e concludono l'operazione ribaltone con il rigore trasformato di Ciano e nato dal fallo di Rea su Melchiorri. E' questo il gol dal quale potrebbe inizare il nuovo campionato del Padova. Al Varese, invece, resta la certezza di un ottimo organico e la rabbia di un rigore negato a Lazaar per una trattenuta di Laczko.