Garcia: non si può parlare di scudetto, ma voglio i 3 punti

Calcio
La carica di Rudi Garcia per la sua Roma (Getty)
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Alla vigilia del match con l'Inter, l'allenatore sprona la Roma: nessuna paura di perdere. Ma  vuole tenere la squadra con i piedi per terra: le favorite sono Juve e Napoli, per noi era importante partire bene

"L'Inter è una buona squadra, che ha giocatori di talento. Loro saranno in casa, che è un vantaggio, ma per me non cambia niente. Ho detto sin dall'inizio che giocheremo tutte le 38 partite sempre per vincere, che sia in casa o in trasferta. Domani è una grande partita, speriamo che sia anche bella e con tre punti per noi". Rudi Garcia presenta così la delicata sfida di San Siro contro l'Inter. "La squadra è serena e questa è la cosa più importante - continua il tecnico francese -. Facciamo questo mestiere per giocare le grandi partite, sarà anche una sfida interessante".

"Non c'è paura di perdere, abbiamo giocato un derby importantissimo per cui non è la prima gara di grande livello. E poi non era facile nemmeno battere il Livorno, visto come sta facendo bene. Non esistono gare facili. Mi fido al 200% di questa squadra, vedo la rosa vivere insieme - aggiunge Garcia -. Dobbiamo essere orgogliosi di questo primo posto che deve dare più fiducia e più convinzione. Per domani non penso a un risultato negativo e gli stessi ragazzi vanno in campo con uno spirito positivo, c'è la voglia di continuare questa serie ed è la cosa più importante".

"Nel calendario c'è Roma-Napoli, quindi per me dobbiamo giocare in casa. E il risultato che faremo a San Siro con l'Inter non cambierà nulla". Rudi Garcia si dice infine contrario all'ipotesi di un'inversione di campo per il derby del Sud. La sfida programmata all'Olimpico è infatti a rischio per via della concomitanza con una manifestazione dei No-Tav. "Ma ora siamo alla vigilia del match con l'Inter e non penso al Napoli - dice il tecnico giallorosso - vedremo lunedì".

L'intervista all'Equipe - "Le favorite restano Juve e Napoli. Qui tutti si entusiasmano subito e parlano di titolo dopo quattro partite. Non è ragionevole": Rudi Garcia, sempre più oggetto di curiosità in Francia, dopo i successi a Roma, si è confidato anche al quotidiano L'Equipe, che gli dedica oggi due pagine.

Ambiente da rifondare
- "Ho capito subito - dice Garcia - che, se avessimo fatto una buona partenza, sarebbe stato meglio. Quando sono arrivato ho trovato un ambiente molto negativo nei confronti dei giocatori, e non mi è piaciuto. Comprendo che i tifosi fossero scontenti, ma non capisco come ci si possa presentare come tifoso della Roma e insultare i propri giocatori".

"Non sceglieremo te" - Garcia racconta l'incontro con il ds Walter Sabatini a Milano ("mi disse subito, 'ti ricevo ma non sceglieremo te'"), e quello con James Pallotta a New York per la firma del contratto: "L'ambizione degli americani mi ha stregato, vogliono fare della Roma uno dei più grandi club d'Europa". Il tecnico si meraviglia della passione con cui a Roma si segue il calcio 24 ore su 24 e spiega al giornale francese che, "dopo le partite, c'è da fare un vero periplo. In Francia, con la stampa ci mettevo 10'. In Italia, un'ora. Orologio alla mano". A Trigoria, il problema principale era la difficoltà "di lavorare in modo riservato". "Chiunque poteva assistere agli allenamenti - rivela Garcia - ho dovuto proteggere la squadra. E tutti davano il loro consiglio su tutto, ho dovuto dire, ok, so io cosa c'è da fare".

La semplicità di Totti - "Francesco (Totti) è uno così. E' normale e tuttavia è una leggenda vivente". dice Garcia. "Penso sinceramente - spiega - che i più grandi giocatori siano persone capaci di giocare con incredibile semplicità sul campo, ragazzi umili e normali al di fuori. Francesco è così".

La parola di De Rossi - "Mi avevano detto che non era più lo stesso giocatore. Il Daniele De Rossi che gioca con noi da inizio stagione è uno dei più grandi centrocampisti d'Europa. E' una persona profondamente umana ed è stato di parola", prosegue il francese. "Quest'estate - dice Garcia - abbiamo parlato del suo futuro. E' romano, ma su di lui c'erano dei grandi club e lui voleva aspettare. Gli ho detto che non potevo perderlo all'ultimo momento, ci siamo fissati una data dopo la quale non si sarebbe più mosso. Ed è esattamente quello che è successo. E' arrivata la prima di campionato, qualche giorno dopo il Manchester United ha chiamato la società, ha chiamato lui, ma la data era passata e lui non si è mosso".