Una capitale del calcio rischia di scivolare alla periferia dell'Impero (della A), concetto che non a caso evoca fasti romani. In 30 anni è successo solo 4 volte. L'ultima 13 anni fa, stagione 2000/01: scudetto alla Roma davanti a Juve e Lazio...
Di solito è così, almeno nel calcio. Che Milano rida, o quantomeno, sorrida, è un'abitudine, quasi un assioma che si applica al nostro campionato. Sì, perchè se l'Inter per una stagione delude, il Milan vince o convince. E viceversa quando il Milan affonda l'Inter emerge. Per non parlare delle annate in cui entrambe lottano per lo scudetto infiammando la passione di mezza Italia.
Solo che stavolta se Atene piange Sparta non ride e Milano rischia di scivolare alla periferia dell'Impero, concetto che non a caso evoca fasti romani. In 30 anni è successo solo 4 volte. L'ultima 13 anni fa, stagione 2000/01: scudetto alla Roma davanti a Juve e Lazio. Milanesi fuori dal podio, come nel 1984, 86 e 95. Fine. Per il resto in 26 anni 14 scudetti in due e una sequela di piazzamenti che si possono definire d'onore ma soprattutto da Champions.
Ecco perchè Mazzarri e Allegri non possono rassegnarsi alla fuga delle 3 corazzate che su 63 punti complessivi ne hanno lasciati per strada solo 4. Ecco perchè malgrado i limiti disegnati dalla crisi economica e le faticose scelte di ricambio generazionale Inter e Milan si trovano unite da una strana alleanza nel nome della loro città.
Milito e Kakà non possono incarnare un nostalgico passato e devono tornare a vestire i panni delle speranze da coltivare, Balotelli e Palacio sono le certezze su cui costruire, Montolivo e Guarin i piedi buoni chiamati a maggior costanza. Al di là dei limiti oggettivi, dei giovani da plasmare, delle incognite da affrontare...
Solo che stavolta se Atene piange Sparta non ride e Milano rischia di scivolare alla periferia dell'Impero, concetto che non a caso evoca fasti romani. In 30 anni è successo solo 4 volte. L'ultima 13 anni fa, stagione 2000/01: scudetto alla Roma davanti a Juve e Lazio. Milanesi fuori dal podio, come nel 1984, 86 e 95. Fine. Per il resto in 26 anni 14 scudetti in due e una sequela di piazzamenti che si possono definire d'onore ma soprattutto da Champions.
Ecco perchè Mazzarri e Allegri non possono rassegnarsi alla fuga delle 3 corazzate che su 63 punti complessivi ne hanno lasciati per strada solo 4. Ecco perchè malgrado i limiti disegnati dalla crisi economica e le faticose scelte di ricambio generazionale Inter e Milan si trovano unite da una strana alleanza nel nome della loro città.
Milito e Kakà non possono incarnare un nostalgico passato e devono tornare a vestire i panni delle speranze da coltivare, Balotelli e Palacio sono le certezze su cui costruire, Montolivo e Guarin i piedi buoni chiamati a maggior costanza. Al di là dei limiti oggettivi, dei giovani da plasmare, delle incognite da affrontare...