Platini: "Discriminazione territoriale? Non so cosa sia"

Calcio
Il presidente della Uefa Michel Platini

Il presidente della Uefa ha confermato che l'illecito è contemplato solo dalla Figc. "Bisogna punire i tifosi razzisti, non chiudere interi stadi. Al massimo solo una parte", ha aggiunto a margine della cerimonia del premio Liedholm.

"Discriminazione territoriale? E' una parola che imparo questa sera". Michel Platini, presidente Uefa, sembra un corpo estraneo rispetto al problema che sta turbando il calcio italiano. In occasione del premio Liedholm, che l'ex campione juventino ha ricevuto a Cuccaro Monferrato, Platini ha confermato che nelle direttive Uefa sul razzismo non è contemplata l'accezione della discriminazione territoriale: "L'Uefa dà le indicazioni, poi ognuno puo' fare di più, se lo ritiene utile. E l'Italia può introdurre la parola 'territoriale'".

L'ex stella della nazionale francese ha cercato di minimizzare il problema della violenza negli stadi. "Per il 99% il calcio è bellissimo, è il più bel gioco del mondo. Problemi come il doping, il razzismo, la violenza, le scommesse rappresentano appena l'1%", ha dichiarato il massimo dirigente della Uefa. Che poi ha aggiunto: "I tifosi violenti, pericolosi, razzisti quelli che insultano tutti, sono pochi. Ed il razzismo è un problema sociale, che riguarda i politici, che devono aiutare i tifosi'normali' a venire allo stadio". Incalzato sulla decisione di far disputare Milan-Udinese a porte chiuse, Platini non si è mostrato d'accordo con la squalifica di San Siro: "Dobbiamo punire i tifosi e non farli entrare negli stadi, al massimo chiudendone una parte".


L'amministratore delegato della Juve Beppe Marotta, presente insieme a Platini al premio Liedholm, si è schierato dalla parte dei contrari alla chiusura degli stadi: "E' inammissibile immaginare che una partita di calcio di serie A possa giocarsi a porte chiuse per discriminazione territoriale. Una cosa è la discriminazione razziale e una cosa è quella territoriale. E da questo punto di vista qualsiasi urlo da parte di chiunque può essere considerato tale e quindi molto pericoloso".