Vicenza e la Coppa Italia: storia di una cavalcata da sogno
Calcio
LA STORIA. Sono passati 6mila giorni da quando Giovanni Lopez, attuale tecnico dei biancorossi, alzava la coppa al Menti, dopo il successo sul Napoli per 3-0. Una squadra guidata da Guidolin in cui spiccavano Di Carlo, Ambrosetti e... Cornacchini
di Luciano Cremona
Francesco Guidolin, una delle anime più inquiete del nostro calcio, il 29 maggio 1997 si presentò negli spogliatoi dello stadio Romeo Menti di Vicenza, guardò in faccia uno per uno i suoi ragazzi e disse, con una voce forse mai così decisa: "Da tre anni tutti ci dicono bravi e si complimentano con noi per come giochiamo. Stasera del gioco non me ne frega niente: voglio vincere, soltanto vincere. Dovessimo perdere, è probabile che la gente ci dirà grazie lo stesso. Bene, non lo voglio sentire". E il Vicenza, per la prima volta nella sua storia, vinse un trofeo. Giovanni Lopez, attuale allenatore della squadra biancorossa, sollevò la Coppa Italia.
Sono passati quasi seimila giorni da quella dolce notte per i tifosi biancorossi. E come succede per le squadre che lasciano un segno (la Grande Inter, l'Italia Mundial dell'82), come una poesia ancora oggi sono in tanti a mandare a memoria i protagonisti di quel miracolo sportivo: Brivio, Viviani, Sartor, Lopez, Beghetto, Gentilini, Di Carlo, Maini, Ambrosetti, Cornacchini, Murgita. Durante la partita entrarono Maurizio Rossi, Iannuzzi e D'Ignazio. Il Napoli di Vincenzo Montefusco, che aveva vinto 1-0 l'andata al San Paolo, si arrese solo al 117', al gol di Rossi - un nome mai così del destino a Vicenza. Finì 3-0: di Maini il gol che portò la sfida ai supplementari, di Iannuzzi il sigillo finale.
Guidolin era alla guida del Vicenza dal 1994, l'anno in cui iniziò la scalata dalla B. E alla seconda stagione in A il Vicenza iniziò a spaventare le grandi. La cavalcata in Coppa Italia iniziò al secondo turno, il 28 agosto 1996, con la vittoria in casa della Lucchese per 2-1 grazie ai gol di Maurizio Rossi e di Cornacchini, l'unico calciatore italiano nella rosa del Vicenza ad avere nel palmares un titolo di club: lo scudetto '91/'92 vinto con il Milan, in una stagione in cui collezionò tre presenze. Proprio Cornacchini, in quella che sarà la sua unica stagione a Vicenza, marcherà un solo gol in campionato, collezionandone tre decisivi in Coppa Italia.
Gli ottavi sono ancora a scontro diretto. Si gioca al Ferraris, contro il Genoa. Viviani firma su rigore l'1-1 che costringe alla ripetizione al Menti, dove è di nuovo Cornacchini a spingere avanti il Vicenza. I quarti sono lo scoglio più difficile: c'è il Milan di Tabarez. Che non è una corazzata, ma è pur sempre il Milan. A San Siro ci sono solo 7mila spettatori. E tanti sono arrivati da Vicenza. Finisce 1-1, con uno stupendo sinistro di Ambrosetti a trafiggere Rossi. Nel ritorno al Menti, lo 0-0 su un campo infangato e pesante porta il Vicenza in semifinale.
L'avversario, questa volta, è il Bologna, steso in casa da una rete di Murgita e fermato al ritorno sull'1-1 ancora da Cornacchini, che acciuffa il pareggio all'89' e evita i supplementari. La finale mette di fronte al Vicenza il Napoli. E l'andata in Campania vede in campo il peggior Vicenza della stagione, battuto 1-0 dal gol di Pecchia e salvato più volte da Brivio. Per il ritorno al Menti Guidolin sa che si può fare l'impresa e parla ai suoi ragazzi con il cuore, scuotendoli.
Ne viene fuori una partita dura e spigolosa, in un Menti mai così pieno e agghindato a festa con una coreografia biancorossa e tricolore ad occupare quasi tutto lo stadio. Guidolin dispone i suoi con il suo classico 4-4-2 che già fa vedere i prodromi di quello che diventerà il 4-2-3-1 del quale si impossesserà poi Spalletti. Uno schieramento in cui il perno è Domenico Di Carlo. Maini, libero di portare gli assalti da lontano, trova l'1-0 sugli sviluppi di un corner. Il palo di Caccia, le occasioni sprecate, poi i supplementari. Quando mancano meno di tre minuti ai rigori capitan Lopez calcia rasoterra una punizione che Taglialatela non trattiene. Maurizio Rossi si avventa e fa impazzire il Menti. È un tripudio quando Iannuzzi al 120' segna il tre a zero. Lopez è il capitano più fiero del mondo quando alza la Coppa Italia, che significa anche qualificazione alla Coppa delle Coppe. La notte di Vicenza si infiamma. I giocatori finiranno nella notte a giocare a pallone in piazza con i tifosi. La campagna europea era il prossimo passo. Ma questa è un'altra storia. Lontana seimila giorni.
IL VIDEO DELLA CAVALCATA IN COPPA ITALIA DEL VICENZA:
Francesco Guidolin, una delle anime più inquiete del nostro calcio, il 29 maggio 1997 si presentò negli spogliatoi dello stadio Romeo Menti di Vicenza, guardò in faccia uno per uno i suoi ragazzi e disse, con una voce forse mai così decisa: "Da tre anni tutti ci dicono bravi e si complimentano con noi per come giochiamo. Stasera del gioco non me ne frega niente: voglio vincere, soltanto vincere. Dovessimo perdere, è probabile che la gente ci dirà grazie lo stesso. Bene, non lo voglio sentire". E il Vicenza, per la prima volta nella sua storia, vinse un trofeo. Giovanni Lopez, attuale allenatore della squadra biancorossa, sollevò la Coppa Italia.
Sono passati quasi seimila giorni da quella dolce notte per i tifosi biancorossi. E come succede per le squadre che lasciano un segno (la Grande Inter, l'Italia Mundial dell'82), come una poesia ancora oggi sono in tanti a mandare a memoria i protagonisti di quel miracolo sportivo: Brivio, Viviani, Sartor, Lopez, Beghetto, Gentilini, Di Carlo, Maini, Ambrosetti, Cornacchini, Murgita. Durante la partita entrarono Maurizio Rossi, Iannuzzi e D'Ignazio. Il Napoli di Vincenzo Montefusco, che aveva vinto 1-0 l'andata al San Paolo, si arrese solo al 117', al gol di Rossi - un nome mai così del destino a Vicenza. Finì 3-0: di Maini il gol che portò la sfida ai supplementari, di Iannuzzi il sigillo finale.
Guidolin era alla guida del Vicenza dal 1994, l'anno in cui iniziò la scalata dalla B. E alla seconda stagione in A il Vicenza iniziò a spaventare le grandi. La cavalcata in Coppa Italia iniziò al secondo turno, il 28 agosto 1996, con la vittoria in casa della Lucchese per 2-1 grazie ai gol di Maurizio Rossi e di Cornacchini, l'unico calciatore italiano nella rosa del Vicenza ad avere nel palmares un titolo di club: lo scudetto '91/'92 vinto con il Milan, in una stagione in cui collezionò tre presenze. Proprio Cornacchini, in quella che sarà la sua unica stagione a Vicenza, marcherà un solo gol in campionato, collezionandone tre decisivi in Coppa Italia.
Gli ottavi sono ancora a scontro diretto. Si gioca al Ferraris, contro il Genoa. Viviani firma su rigore l'1-1 che costringe alla ripetizione al Menti, dove è di nuovo Cornacchini a spingere avanti il Vicenza. I quarti sono lo scoglio più difficile: c'è il Milan di Tabarez. Che non è una corazzata, ma è pur sempre il Milan. A San Siro ci sono solo 7mila spettatori. E tanti sono arrivati da Vicenza. Finisce 1-1, con uno stupendo sinistro di Ambrosetti a trafiggere Rossi. Nel ritorno al Menti, lo 0-0 su un campo infangato e pesante porta il Vicenza in semifinale.
L'avversario, questa volta, è il Bologna, steso in casa da una rete di Murgita e fermato al ritorno sull'1-1 ancora da Cornacchini, che acciuffa il pareggio all'89' e evita i supplementari. La finale mette di fronte al Vicenza il Napoli. E l'andata in Campania vede in campo il peggior Vicenza della stagione, battuto 1-0 dal gol di Pecchia e salvato più volte da Brivio. Per il ritorno al Menti Guidolin sa che si può fare l'impresa e parla ai suoi ragazzi con il cuore, scuotendoli.
Ne viene fuori una partita dura e spigolosa, in un Menti mai così pieno e agghindato a festa con una coreografia biancorossa e tricolore ad occupare quasi tutto lo stadio. Guidolin dispone i suoi con il suo classico 4-4-2 che già fa vedere i prodromi di quello che diventerà il 4-2-3-1 del quale si impossesserà poi Spalletti. Uno schieramento in cui il perno è Domenico Di Carlo. Maini, libero di portare gli assalti da lontano, trova l'1-0 sugli sviluppi di un corner. Il palo di Caccia, le occasioni sprecate, poi i supplementari. Quando mancano meno di tre minuti ai rigori capitan Lopez calcia rasoterra una punizione che Taglialatela non trattiene. Maurizio Rossi si avventa e fa impazzire il Menti. È un tripudio quando Iannuzzi al 120' segna il tre a zero. Lopez è il capitano più fiero del mondo quando alza la Coppa Italia, che significa anche qualificazione alla Coppa delle Coppe. La notte di Vicenza si infiamma. I giocatori finiranno nella notte a giocare a pallone in piazza con i tifosi. La campagna europea era il prossimo passo. Ma questa è un'altra storia. Lontana seimila giorni.
IL VIDEO DELLA CAVALCATA IN COPPA ITALIA DEL VICENZA: