Moratti: mai pensato di essere presidente dell'Inter a vita

Calcio
Massimo Moratti sulla copertina di Sette
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A pochi giorni dall'accordo per la cessione del 70% della società a Thohir il presidente, in un'intervista a Sette, rivive i suoi 18 anni nerazzurri. Dal rapporto con Zanetti, alla passione per Recoba, fino alle decisione di fare un passo indietro

A pochi giorni dall'accordo per la cessione del 70% dell'Inter a Erick Thohir, Massimo Moratti parla dei suoi anni da proprietario della squadra, ricorda alcuni dei giocatori migliori e su Sette, in edicola da venerdì, fa un bilancio dei suoi 18 anni con l'Inter. "L'Inter per tutti noi è sempre stata soltanto una passione", esordisce il presidente ricordando le parole del padre Angelo Moratti che nel 1980 gli disse: "Dovresti vedere se si può prendere l'Inter, perchè un'esperienza nel calcio va fatta. Aiuta a crescere, a soffrire, a migliorare". E poi Moratti rivela anche: "Non ho mai pensato di essere presidente dell'Inter a vita".

L’amore per Zanetti -
L'intervista con Sette è l'occasione per nominare gli allenatori e i calciatori ai quali è più affezionato, a partire da Javier Zanetti: "Il primo giocatore che ho visto e che ho scelto. Non avevo ancora preso l'Inter e mi era arrivata la cassetta di una partita dell'Argentina under 20, per farmi osservare Ortega che non mi aveva entusiasmato e invece, cosa stranissima, mi ero lasciato incantare da un terzino che faceva cose che non avevo mai visto. L'abbiamo preso ed è ancora con noi; adesso ho scoperto che viene dal pianeta Krypton e che giocherà ancora per 4-5 anni".

Ince, Ronaldo e Recoba - Di Paul Ince ammette: "Un consigliere mi aveva sussurrato che sarebbe stato meglio evitare i calciatori di colore perchè la curva la pensava diversamente. Già lo volevo prendere perchè è un grande centrocampista; così forse non per provocare o forse sì mi sono tolto l'ultimo dubbio ed è arrivato qui. La risposta del pubblico è stata fantastica". Tra i suoi acquisti più discussi c'è Ronaldo e Moratti racconta: "L'ho preso perchè era fortissimo ma anche perchè nessuno credeva che l'acquisto fosse possibile, visto che lui giocava nel Barcellona. E' stato un ottimo affare, Ronaldo è arrivato a un costo alto, ma cinque anni dopo è stato rivenduto al doppio al Real e per l'Inter ha rappresentato un'immagine fortissima perchè ci ha aperto al mondo". Di Recoba dice: "Era un giocatore di grandissima classe, uno capace di sorprendere noi e se stesso, perchè capace di realizzare qualcosa che non prepari ed è l'aspetto più bello".

Da Calciopoli a Mancini -
Non ci sono solo ricordi positivi e Moratti dice che con Calciopoli vide davanti a sé "un muro non superabile. Nel 2006 avrei voluto cedere la società; poi prevale il senso di responsabilità e il rispetto per l'impegno preso". Degli anni di Mancini rimase impressionato dalle parole dell'allenatore quando dopo un pareggio nell'ottobre del 2006 Moratti pensò di cambiarlo e lui gli disse di stare tranquillo che avrebbero vinto lo scudetto alla grande ma di non cambiare l'allenatore perchè avrebbe fatto un errore, "mi era piaciuto che parlasse dell'allenatore non in prima persona. L'ho tenuto, abbiamo vinto".

Il sogno Messi e la cessione a Thohir -
Tra i giocatori che gli sarebbe piaciuto avere in squadra c'è Messi, "ma era troppo legato al Barcellona". Sulla decisione di firmare con Thohir dice: "Nel 2011, dopo la Coppa Italia, ho pensato che fosse venuto il momento di fare un passo laterale, di trovare nuove soluzioni per il club. Ho cercato una soluzione che ci aprisse nuovi mercati. E' stato giusto farlo. Non ho mai pensato di essere presidente dell'Inter a vita".