L'ANALISI. Sono bastati 12 turni per aprire un solco nelle cinque città sedi dei derby, con Roma e Inter che hanno già doppiato i cugini di Lazio e Milan. Mentre la Juve domina ancora Torino, gli exploit di Hellas e Genoa fanno impallidire Chievo e Samp
di Stefano Rizzato
Era facile da pronosticare fin da giugno: il primo campionato con cinque derby non poteva che accendere le rivalità cittadine, gli sfottò, l'irresistibile dialettica che solo le stracittadine sanno regalare. Nessuno però aveva previsto che, dopo 12 giornate, ci trovassimo in questa situazione, con cinque città già spaccate a metà dalla classifica, in modo quasi perfetto: una squadra che fila a gonfie vele e una in crisi nera.
ROMA SOGNA, LAZIO RIDIMENSIONATA - Succede nella capitale, con la Roma capolista a 32 punti e la Lazio con 16 punti in classifica: esattamente la metà. Di meglio i tifosi giallorossi non potevano chiedere al neo allenatore Rudi Garcia, già diventato idolo di tifosi e addetti ai lavori. Mentre sognano lo scudetto, i romanisti si possono così prendere il gusto di punzecchiare la metà biancoceleste della città. Che ha poco cui appigliarsi, vista la scarsa vena della squadra di Petkovic.
L'INTER RINASCE, IL MILAN ARRANCA - Quanto accade nella Capitale succede anche a Milano, in modo molto simile e ugualmente inatteso. L'Inter rigenerata da Mazzarri viaggia infatti a quota 25, in posizioni che lasciano sperare in un piazzamento utile a ritrovare la Champions. Il Milan del traballante Allegri rimane invece a remare a 13 punti, dopo lo 0-0 con il Chievo e con un Balotelli irriconoscibile, la difesa che traballa, poche idee in mezzo al campo. Una squadra in crisi anche di fiducia.
A TORINO DOMINA ANCORA LA JUVE - Sotto la Mole, gli equilibri erano decisamente più prevedibili. La Juve si trova in classifica nel quasi inedito ruolo di inseguitrice e in Europa forse balbetta un po', ma si è rilanciata con la grande vittoria contro il Napoli. Dall'alto dei 31 punti già messi in cascina in campionato, i 12 di un Torino solo discreto e Cerci-dipendente sembrano poca cosa.
GENOA RIGENERATO DA GASPERINI, LA SAMP ATTENDE MIHAJLOVIC - Dalla polvere all'onore di un ottavo posto che sembrava irraggiungibile. La cura Gasperini ha ribaltato gli equilibri di Genova, consegnando al Grifone - in un attimo - una netta supremazia cittadina. I 17 punti del Genoa hanno fatto risaltare ancor più i miseri 9 della Samp, che ha finito per esonerare Delio Rossi e spera di avere in panchina l'ex bandiera Mihajlovic.
A VERONA, HELLAS SURCLASSA CHIEVO - Fino a due anni e mezzo fa, il derby di Verona non era neppure immaginabile, con l'Hellas in Lega Pro e il Chievo in Serie A a continuare la favola. Questi sono giorni ben diversi: con un Toni da Nazionale, gioco frizzante e solidità in casa, l'Hellas si è conquistata un posto a ridosso delle grandi, a 22 punti, sopra Lazio, Milan, Udinese. E ben sopra i miseri 6 punti dei cugini, che dopo 12 partite rischiano già di affondare. Ecco perché la società ha deciso di cacciare Sannino e riaffidarsi a Corini.
Era facile da pronosticare fin da giugno: il primo campionato con cinque derby non poteva che accendere le rivalità cittadine, gli sfottò, l'irresistibile dialettica che solo le stracittadine sanno regalare. Nessuno però aveva previsto che, dopo 12 giornate, ci trovassimo in questa situazione, con cinque città già spaccate a metà dalla classifica, in modo quasi perfetto: una squadra che fila a gonfie vele e una in crisi nera.
ROMA SOGNA, LAZIO RIDIMENSIONATA - Succede nella capitale, con la Roma capolista a 32 punti e la Lazio con 16 punti in classifica: esattamente la metà. Di meglio i tifosi giallorossi non potevano chiedere al neo allenatore Rudi Garcia, già diventato idolo di tifosi e addetti ai lavori. Mentre sognano lo scudetto, i romanisti si possono così prendere il gusto di punzecchiare la metà biancoceleste della città. Che ha poco cui appigliarsi, vista la scarsa vena della squadra di Petkovic.
L'INTER RINASCE, IL MILAN ARRANCA - Quanto accade nella Capitale succede anche a Milano, in modo molto simile e ugualmente inatteso. L'Inter rigenerata da Mazzarri viaggia infatti a quota 25, in posizioni che lasciano sperare in un piazzamento utile a ritrovare la Champions. Il Milan del traballante Allegri rimane invece a remare a 13 punti, dopo lo 0-0 con il Chievo e con un Balotelli irriconoscibile, la difesa che traballa, poche idee in mezzo al campo. Una squadra in crisi anche di fiducia.
A TORINO DOMINA ANCORA LA JUVE - Sotto la Mole, gli equilibri erano decisamente più prevedibili. La Juve si trova in classifica nel quasi inedito ruolo di inseguitrice e in Europa forse balbetta un po', ma si è rilanciata con la grande vittoria contro il Napoli. Dall'alto dei 31 punti già messi in cascina in campionato, i 12 di un Torino solo discreto e Cerci-dipendente sembrano poca cosa.
GENOA RIGENERATO DA GASPERINI, LA SAMP ATTENDE MIHAJLOVIC - Dalla polvere all'onore di un ottavo posto che sembrava irraggiungibile. La cura Gasperini ha ribaltato gli equilibri di Genova, consegnando al Grifone - in un attimo - una netta supremazia cittadina. I 17 punti del Genoa hanno fatto risaltare ancor più i miseri 9 della Samp, che ha finito per esonerare Delio Rossi e spera di avere in panchina l'ex bandiera Mihajlovic.
A VERONA, HELLAS SURCLASSA CHIEVO - Fino a due anni e mezzo fa, il derby di Verona non era neppure immaginabile, con l'Hellas in Lega Pro e il Chievo in Serie A a continuare la favola. Questi sono giorni ben diversi: con un Toni da Nazionale, gioco frizzante e solidità in casa, l'Hellas si è conquistata un posto a ridosso delle grandi, a 22 punti, sopra Lazio, Milan, Udinese. E ben sopra i miseri 6 punti dei cugini, che dopo 12 partite rischiano già di affondare. Ecco perché la società ha deciso di cacciare Sannino e riaffidarsi a Corini.