Il Catania ci prova, il Verona resiste: pari al Massimino
CalcioFinisce 0-0 l'anticipo della 16.a giornata di Serie A. I siciliani giocano un buon primo tempo, ma un punto non basta a lasciare l'ultimo posto in classifica. Meglio i gialloblù nella ripresa. Bene le difese
CATANIA-VERONA 0-0
Guarda la cronaca del match
LE PAGELLE
Il Catania rimanda ancora l'appuntamento con la vittoria (ultima il 9 settembre, 1-0 contro l'Udinese) e rischia, al termine della 16.a giornata di A, di vedere complicarsi ulteriormente la propria situazione in classifica. Un punto contro il Verona, dopo lo 0-0 nell'anticipo, non basta infatti ai siciliani per lasciare l'ultimo posto.
Tensione prima del match - In piazza Buonadias, nei pressi dello stadio Massimino, gruppi di tifosi hanno provato ad entare in contatto. Tentativo subito sedato dalle forze dell'ordine. E' poi seguito seguito un lancio di fumogeni, petardi e pietre contro polizia e carabinieri, ma non ci sono stati feriti. La situazione è tornata alla normalità appena gli ultras veneti sono entrati nell'impianto.
Una partita difficile - Per il Catania soprattutto, costretto a fare punti e ad evitare alltri passi falsi dopo tre sconfitte di fila. Partita complicata anche per il tentativo di entrambe le difese, tra le peggiori del campionato, d'invertire la tendenza. Ciò spiega la grande attenzione in fase di non possesso, anche se siciliani e veneti non hanno fatto molto per smentire un altro dato statistico: quello delle squadre che, dopo il Genoa, concedono più tiri agli avversari. E il primo arriva già al 3', quando Izco, dalla distanza, obbliga Rafael ad un grande intervento (pallone deviato oltre la traversa). Il rientro dell'argentino dà equilibrio e personalità ai rossazzurri, che proprio sulle mezz'ali creano le maggiori difficoltà agli avversari.
Rafael contro tutti - Il Catania, che in fase d'attacco trasforma il 4-3-3- in 4-3-2-1 (due trequartisti), pressa molto e al 34' va di nuovo vicino al vantaggio con un colpo di testa in tuffo di Alvarez: Rafael respinge. Più che Catania-Verona, fin qui la partita si gioca tra i rossazzurri e il numero 1 ospite. Mandorlini sbraita per l'atteggiamento di un Verona troppo contratto e che nel primo tempo non tira mai in porta. In difesa, invece, è perfetta la prova dei centrali Moras e Maietta.
Più Verona, più errori - Strano avvio di secondo tempo. C'è più Verona, certo, che con coraggio si porta in avanti e dalla distanza spaventa Frison con la conclusione di Hallfredsson, ma numerosi errori, dall'una come dall'altra parte, rendono meno gradevole lo spettacolo. Che il problema del Catania sia la mancanza di una vera punta è fatto noto. Il rientro di Bergessio, in campo dal 79' con tanto di ovazione del pubblico, non cambia la faccia di una ripresa in cui i veneti entrano in modalità gestione match e i siciliani rischiano di farsi sopraffare dal nervosismo. Rischia in particolare Barrientos con un tentativo di gancio nello stomaco di Toni dopo qualche sportellata in area.
Il finale - Mandorlini mette in campo Dnadel (fuori Gomez) e Martinho (fuori Romulo) passando al 4-3-3. Il tutto si traduce in un gioco più incisivo, poi però condizionato dall'infortunio di Moras (dentro Marques). Tutta da valutare l'entita dell'infortunio, anche se la smorfia del difensore (tra i migliori in campo) non lascia presagire nulla di buono. Il Catania si affida ai suoi solisti, ma il Verona con esperienza e compattezza chiude ogni spazio e porta a casa un punto importante. Quarantacinque minuti di buon gioco non bastano invece ai siciliani per rialzare la testa.
Guarda la cronaca del match
LE PAGELLE
Il Catania rimanda ancora l'appuntamento con la vittoria (ultima il 9 settembre, 1-0 contro l'Udinese) e rischia, al termine della 16.a giornata di A, di vedere complicarsi ulteriormente la propria situazione in classifica. Un punto contro il Verona, dopo lo 0-0 nell'anticipo, non basta infatti ai siciliani per lasciare l'ultimo posto.
Tensione prima del match - In piazza Buonadias, nei pressi dello stadio Massimino, gruppi di tifosi hanno provato ad entare in contatto. Tentativo subito sedato dalle forze dell'ordine. E' poi seguito seguito un lancio di fumogeni, petardi e pietre contro polizia e carabinieri, ma non ci sono stati feriti. La situazione è tornata alla normalità appena gli ultras veneti sono entrati nell'impianto.
Una partita difficile - Per il Catania soprattutto, costretto a fare punti e ad evitare alltri passi falsi dopo tre sconfitte di fila. Partita complicata anche per il tentativo di entrambe le difese, tra le peggiori del campionato, d'invertire la tendenza. Ciò spiega la grande attenzione in fase di non possesso, anche se siciliani e veneti non hanno fatto molto per smentire un altro dato statistico: quello delle squadre che, dopo il Genoa, concedono più tiri agli avversari. E il primo arriva già al 3', quando Izco, dalla distanza, obbliga Rafael ad un grande intervento (pallone deviato oltre la traversa). Il rientro dell'argentino dà equilibrio e personalità ai rossazzurri, che proprio sulle mezz'ali creano le maggiori difficoltà agli avversari.
Rafael contro tutti - Il Catania, che in fase d'attacco trasforma il 4-3-3- in 4-3-2-1 (due trequartisti), pressa molto e al 34' va di nuovo vicino al vantaggio con un colpo di testa in tuffo di Alvarez: Rafael respinge. Più che Catania-Verona, fin qui la partita si gioca tra i rossazzurri e il numero 1 ospite. Mandorlini sbraita per l'atteggiamento di un Verona troppo contratto e che nel primo tempo non tira mai in porta. In difesa, invece, è perfetta la prova dei centrali Moras e Maietta.
Più Verona, più errori - Strano avvio di secondo tempo. C'è più Verona, certo, che con coraggio si porta in avanti e dalla distanza spaventa Frison con la conclusione di Hallfredsson, ma numerosi errori, dall'una come dall'altra parte, rendono meno gradevole lo spettacolo. Che il problema del Catania sia la mancanza di una vera punta è fatto noto. Il rientro di Bergessio, in campo dal 79' con tanto di ovazione del pubblico, non cambia la faccia di una ripresa in cui i veneti entrano in modalità gestione match e i siciliani rischiano di farsi sopraffare dal nervosismo. Rischia in particolare Barrientos con un tentativo di gancio nello stomaco di Toni dopo qualche sportellata in area.
Il finale - Mandorlini mette in campo Dnadel (fuori Gomez) e Martinho (fuori Romulo) passando al 4-3-3. Il tutto si traduce in un gioco più incisivo, poi però condizionato dall'infortunio di Moras (dentro Marques). Tutta da valutare l'entita dell'infortunio, anche se la smorfia del difensore (tra i migliori in campo) non lascia presagire nulla di buono. Il Catania si affida ai suoi solisti, ma il Verona con esperienza e compattezza chiude ogni spazio e porta a casa un punto importante. Quarantacinque minuti di buon gioco non bastano invece ai siciliani per rialzare la testa.