La seconda sezione del Tribunale Nazionale Antidoping ha accolto il ricorso e annullato la sospensione cautelare del difensore del Sassuolo. Soddisfatto l'avvocato Grassani: "D'ora in poi si può concentrare sulle cure e sulla sua guarigione"
La seconda sezione del Tribunale Nazionale Antidoping ha accolto il ricorso del calciatore del Sassuolo Francesco Acerbi e ha annullato la sospensione cautelare disposta il 13 dicembre per la positività alla gonadotropina corionica riscontrata al controllo del 1 dicembre Cagliari.
"Siamo molto soddisfatti perchè giustizia è stata fatta, Acerbi da adesso in poi si può concentrare sulle cure e sulla sua guarigione". L'avvocato Mattia Grassani commenta così la revoca disposta dalla seconda sezione del Tribunale Nazionale Antidoping della sospensione cautelare del calciatore del Sassuolo Francesco Acerbi, decisa il 13 dicembre per la positività alla gonadotropina corionica riscontrata al controllo del primo dicembre a Cagliari.
"E' stato un confronto molto franco e costruttivo con la Procura antidoping e con il Tribunale di oltre un'ora - spiega il legale all'ANSA -. A loro va il nostro plauso perchè hanno dimostrato una sensibilità e un'attenzione a valutare il caso come eccezionale e assolutamente privo di precedenti o riconducibile ad altri casi di doping. Questo tipo di miscela ha portato al risultato sperato e che non poteva essere diverso".
"Già la sospensione - conclude Grassani - era un'accusa infamante per un calciatore come lui, affetto da questa patologia, e gli rendeva la vita impossibile. Ora si è tolto questo spettro e può concentrarsi soltanto sulla sua guarigione".
"Siamo molto soddisfatti perchè giustizia è stata fatta, Acerbi da adesso in poi si può concentrare sulle cure e sulla sua guarigione". L'avvocato Mattia Grassani commenta così la revoca disposta dalla seconda sezione del Tribunale Nazionale Antidoping della sospensione cautelare del calciatore del Sassuolo Francesco Acerbi, decisa il 13 dicembre per la positività alla gonadotropina corionica riscontrata al controllo del primo dicembre a Cagliari.
"E' stato un confronto molto franco e costruttivo con la Procura antidoping e con il Tribunale di oltre un'ora - spiega il legale all'ANSA -. A loro va il nostro plauso perchè hanno dimostrato una sensibilità e un'attenzione a valutare il caso come eccezionale e assolutamente privo di precedenti o riconducibile ad altri casi di doping. Questo tipo di miscela ha portato al risultato sperato e che non poteva essere diverso".
"Già la sospensione - conclude Grassani - era un'accusa infamante per un calciatore come lui, affetto da questa patologia, e gli rendeva la vita impossibile. Ora si è tolto questo spettro e può concentrarsi soltanto sulla sua guarigione".