Nocerina: il cerchio magico della famiglia Citarella

Calcio
In primo piano, con la camicia bianca, Giovanni Citarella. Si intravedono anche il figlio Gino, il fratello Christian e la moglie Antonella (Foto ForzaNocerina.it)
foto_nocerina_citarella_forzanocerina_it

Con gli arresti eseguiti dalla Guardia di Finanza è stata decapitata la gerarchia che controllava il club. Giovanni Citarella era il volto più noto, ma in realtà il potere era esercitato anche dai membri della sua famiglia, gli unici di cui si fidava

di Luigi Caputo

La famiglia è la patria del cuore. Così scriveva Giuseppe Mazzini nel suo testo "I doveri dell'uomo". E la famiglia per Giovanni Citarella è stata sempre al primo posto: un dovere, appunto. Proteggerla era una priorità, ma siccome la sua fervente fede cattolica gli impediva di considerare serpenti i suoi parenti, sulla famiglia si poggiava anche l'architrave del suo impero economico. Aziende, conti, società e anche la Nocerina: tutto era gestito dai suoi consanguinei, perché solo di loro si fidava. E lui, da patriarca, assegnava deleghe e incarichi. Le tre ordinanze di custodia cautelare, con le quali sono stati arrestati Giovanni (al momento latitante) Christian (il fratello minore) e il cognato di quest'ultimo Alfonso Faiella, hanno decapitato il vertice del cerchio magico inaccessibile che da sempre custodisce il patrimonio della famiglia Citarella.

Il primo piano della sede della Nocerina, sorvegliato da tre telecamere a circuito chiuso, è il cuore del potere della famiglia. Lì si trovano tutti gli uffici delle varie società dei Citarella. Ci sono quelli che tengono la contabilità degli hotel sequestrati dalla Guardia di Finanza (uno a Mercato San Severino, sede dei ritiri della Nocerina, e uno ad Amalfi) e che fanno riferimento ad Anna, la sorella di Giovanni e Christian. E' lei la signora dei conti. Ad Anna competevano anche le relazioni con la città di Nocera: era il volto della famiglia.

Chi arriva al primo piano del palazzo, che affaccia su un deposito merci di proprietà dei Citarella, deve essere sempre annunciato da Serena Canale, la tesoriera e la guardiana di tutti i conti della Nocerina. E' l'unica estranea alla famiglia ed è lei che gestisce ogni transazione economica del club, avendo la fiducia incondizionata di Giovanni. Solo dopo aver ottenuto il suo permesso si accede alla stanza dei capi. E' il luogo della presidenza, un open space ampio che contiene due scrivanie in legno: una di Giovanni, l'altra di Christian Citarella. Due scrivanie, perché il fratello maggiore non prende mai una decisione senza consultare l'opinione del minore. Così avveniva anche nella gestione della Nocerina. Giovanni era il volto noto della famiglia: quello che spendeva il suo nome in città e con la politica, la persona ricercata dai giornalisti. Christian invece odia i giornali e le telecamere. Esercita il suo potere nel silenzio, ma la sua influenza è pari (a volte anche oltre) quella del fratello.

Quella stanza poteva essere frequentata solo da due persone: Giovanni Castiello, amico di vecchia data dei due fratelli e loro unico consigliere in tutte le decisioni del club, e Matteo Canale, faccendiere incaricato della gestione organizzativa della Nocerina. C'era un'unica occasione per vedere radunato il cerchio magico al completo. Allo stadio San Francesco di Nocera Inferiore, Giovanni Citarella ordinò di costruire una platea in tribuna centrale riservata solo al suo clan. Era transennata con nastri di vellutto rosso, quasi come una sorta di privé esclusivo. Perché oltre agli affari, un unico collante teneva insieme la famiglia: la passione per la Nocerina. Sopra la porta d'ingresso della sede campeggia un gigantesco stemma del club con la scritta "We play for you". Da oggi i Citarella hanno smesso di giocare per Nocera.