Per sette volte campione d'Italia, anche da neopromossa. I 51 gol di Piola, lo sbocciare di Rosetta, le casacche bianche diventate un simbolo, quello spareggio con i ragazzini, la promozione grazie alla monetina, il fallimento e la rinascita
(in apertura il video con immagini dagli spogliatoi dello Stadio Silvio Piola di Vercelli. Immagini realizzate da Fraser Tv)
di Luciano Cremona
Difficile, praticamente impossibile, racchiudere in poche righe la storia di una società come quella della Pro Vercelli. Arduo anche solo scegliere un singolo episodio da raccontare, in oltre 120 anni di storia, perché la "mitica" Pro, che adesso viaggia spedita in Prima Divisione, si porta dietro tanti, tantissimi pezzi indelebili della storia del calcio italiano. Che meritano di essere ricordati.
Sette scudetti, uno da neopromossa. A scorrere l'albo d'oro del calcio italiano, di certo un bambino si sorprenderebbe a scoprire che al quinto posto della classifica degli scudetti c'è la Pro Vercelli: sette titoli (1908, 1909, 1911, 1912, 1913, 1921, 1922), uno vinto da neopromossa (solo la Novese ha fatto altrettanto). Certo, la Pro Vercelli non gioca in Serie A dal 1935, ma la leggenda di quegli anni è stata talmente grande da segnare profondamente il calcio italiano. Con la scelta della maglia della nazionale, bianca in onore delle "casacche bianche" (poi diventata la seconda maglia ufficiale dell'Italia), o con il primo utilizzo della toppa dello scudetto sulle maglie dei campioni in carica.
Piola, l'inizio della leggenda. Silvio Piola debuttò in Serie A a sedici anni con la maglia della Pro Vercelli. Uno dei più grandi campioni della storia del nostro calcio sbocciò quindi con la casacca bianca addosso. Disputò quattro campionati, giocando 127 partite e segnando 51 reti. È tutt'oggi il giocatore più giovane della storia della Serie A ad aver segnato quattro gol in una partita (Alessandria-Pro Vercelli 4-5, 22 novembre 1931, a 18 anni 1 mese 24 giorni). A lui è intitolato lo stadio che sorge nel centro della città di Vercelli, prima dedicato a Leonida Robbiano.
Rosetta, uomo da record. Virginio Rosetta è un altro grande pezzo di storia del calcio italiano e di Vercelli. Assieme a Giovanni Ferrari e Giuseppe Furino detiene il record di scudetti vinti, otto, di cui due con la Pro Vercelli. Viene ricordato come il primo calciatore professionista italiano, con la Juventus di Edoardo Agnelli che lo acquistò dalla Pro per 50mila Lire e gli diede uno stipendio.
Lo spareggio con i ragazzini. Nel 1910 Inter e Pro Vercelli arrivarono a pari punti al termine del campionato. Si doveva disputare uno spareggio: la Pro chiese un primo rinvio, poi un secondo, al quale l'Inter si oppose. La Federazione decise che la partita andava disputata così per protesta la dirigenza e in particolare il presidente Bozino decise di schierare la squadra dei Ragazzi, di 11 anni. Persero 10-3.
La monetina fortunata. L'Italia deve ad una monetina il passaggio in finale agli Europei. La Pro Vercelli, invece, la promozione in Serie C nel 1971. Dopo il doppio spareggio con la Biellese (4-4 e 2-2), la promozione fu decisa dal lancio della monetina. Nella foto a fianco possiamo osservare l'esultanza di Bruno Rossi, capitano della Pro, al momento del lancio fortunato per la squadra di Vercelli.
La Serie B dopo 64 anni. Il baratro nel 2010, con la società che non riesce ad iscriversi al campionato e l'intervento decisivo della neonata Pro Belvedere a risolvere la situazione. La storia della società continua grazie appunto alla Pro Belvedere, che acquisisce i titoli della vecchia Pro e viene denominata FC Pro Vercelli 1892. Il 10 giugno 2012 arriva la tanto agognata Serie B, dopo oltre sessant'anni di assenza. A farne le spese il Carpi, sconfitto nella finale playoff (0-0, 1-3): guidata da Maurizio Braghin, la Pro fu promossa grazie ai gol di Modolo, Iemmello e Malatesta (il video della promozione in B).
di Luciano Cremona
Difficile, praticamente impossibile, racchiudere in poche righe la storia di una società come quella della Pro Vercelli. Arduo anche solo scegliere un singolo episodio da raccontare, in oltre 120 anni di storia, perché la "mitica" Pro, che adesso viaggia spedita in Prima Divisione, si porta dietro tanti, tantissimi pezzi indelebili della storia del calcio italiano. Che meritano di essere ricordati.
Sette scudetti, uno da neopromossa. A scorrere l'albo d'oro del calcio italiano, di certo un bambino si sorprenderebbe a scoprire che al quinto posto della classifica degli scudetti c'è la Pro Vercelli: sette titoli (1908, 1909, 1911, 1912, 1913, 1921, 1922), uno vinto da neopromossa (solo la Novese ha fatto altrettanto). Certo, la Pro Vercelli non gioca in Serie A dal 1935, ma la leggenda di quegli anni è stata talmente grande da segnare profondamente il calcio italiano. Con la scelta della maglia della nazionale, bianca in onore delle "casacche bianche" (poi diventata la seconda maglia ufficiale dell'Italia), o con il primo utilizzo della toppa dello scudetto sulle maglie dei campioni in carica.
Piola, l'inizio della leggenda. Silvio Piola debuttò in Serie A a sedici anni con la maglia della Pro Vercelli. Uno dei più grandi campioni della storia del nostro calcio sbocciò quindi con la casacca bianca addosso. Disputò quattro campionati, giocando 127 partite e segnando 51 reti. È tutt'oggi il giocatore più giovane della storia della Serie A ad aver segnato quattro gol in una partita (Alessandria-Pro Vercelli 4-5, 22 novembre 1931, a 18 anni 1 mese 24 giorni). A lui è intitolato lo stadio che sorge nel centro della città di Vercelli, prima dedicato a Leonida Robbiano.
Rosetta, uomo da record. Virginio Rosetta è un altro grande pezzo di storia del calcio italiano e di Vercelli. Assieme a Giovanni Ferrari e Giuseppe Furino detiene il record di scudetti vinti, otto, di cui due con la Pro Vercelli. Viene ricordato come il primo calciatore professionista italiano, con la Juventus di Edoardo Agnelli che lo acquistò dalla Pro per 50mila Lire e gli diede uno stipendio.
Lo spareggio con i ragazzini. Nel 1910 Inter e Pro Vercelli arrivarono a pari punti al termine del campionato. Si doveva disputare uno spareggio: la Pro chiese un primo rinvio, poi un secondo, al quale l'Inter si oppose. La Federazione decise che la partita andava disputata così per protesta la dirigenza e in particolare il presidente Bozino decise di schierare la squadra dei Ragazzi, di 11 anni. Persero 10-3.
La monetina fortunata. L'Italia deve ad una monetina il passaggio in finale agli Europei. La Pro Vercelli, invece, la promozione in Serie C nel 1971. Dopo il doppio spareggio con la Biellese (4-4 e 2-2), la promozione fu decisa dal lancio della monetina. Nella foto a fianco possiamo osservare l'esultanza di Bruno Rossi, capitano della Pro, al momento del lancio fortunato per la squadra di Vercelli.
La Serie B dopo 64 anni. Il baratro nel 2010, con la società che non riesce ad iscriversi al campionato e l'intervento decisivo della neonata Pro Belvedere a risolvere la situazione. La storia della società continua grazie appunto alla Pro Belvedere, che acquisisce i titoli della vecchia Pro e viene denominata FC Pro Vercelli 1892. Il 10 giugno 2012 arriva la tanto agognata Serie B, dopo oltre sessant'anni di assenza. A farne le spese il Carpi, sconfitto nella finale playoff (0-0, 1-3): guidata da Maurizio Braghin, la Pro fu promossa grazie ai gol di Modolo, Iemmello e Malatesta (il video della promozione in B).