Arzanese, che regalo per i 90 anni? Un altro miracolo...

Calcio
L'Arzanese compirà il 15 giugno i suoi primi 90 anni di storia
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La società biancoceleste nasce nel 1924 (due anni prima del Napoli!) e il 15 giugno vorrebbe festeggiare a dovere la ricorrenza, con la salvezza. Per rimanere in Seconda divisione, però, ci vorrà un girone di ritorno come ai tempi della promozione

di Alfredo Corallo

Come squillano le trombe, che intonano 'O surdato 'nnammurato. E poi i "botti",  i fuochi d'artificio su un mare di gente in lacrime, viecchi e uaglioni, tutti impazziti di felicità! Che festa, nella migliore tradizione partenopea. Sì, la promozione in Lega Pro rimarrà un ricordo indelebile nei cuori dei tifosi arzanesi. Una squadra allestita per un buon campionato di Eccellenza che si ritrova, d'incanto, ripescata in serie D, a giocarsi la possibilità di entrare nella storia, nel "paradiso" del professionismo.

Capolavoro. Eppure, con pochi innesti, mirati, e il nuovo allenatore Franco Fabiano (al posto di Ciccio Troise, ora braccio destro di Beppe Sannino al Watford) i biancocelesti sbaraglieranno la concorrenza delle mega corazzate Gaeta, Pomigliano, Nardò e Casarano chiudendo la stagione con 70 punti, miglior attacco (58 reti), maggior numero di vittorie (20) e soltanto 3 sconfitte. Capolista dalla prima all'ultima giornata, trascinata dai "gemelli del gol" Pasquale Carotenuto & Sasà Montaperto, capocannoniere e vice del girone H con 20 e 18 reti. Un trionfo.

Qui si fa la storia. E' il 1° maggio del 2011, l'Arzanese è attesa proprio dal Casarano per la partita che potrebbe entrare negli annali del club campano, basterebbe un punto... Ma i salentini passano in vantaggio e il tempo scorre, inesorabile. Fabiano manda in campo Fiorenzo Pastore, ha il 17 sulle spalle, conoscendo i napoletani... Invece sarà lui l'uomo della provvidenza! E il suo gol l'alba di una giornata memorabile per Arzano, che per la prima volta varcherà la soglia della Seconda divisione. Negli spogliatoi del "Capozza" come al San Paolo, quando Maradona e compagni brindarono allo scudetto (con tanto di "Oh mama-mama-mama, sai, perché, mi batte il corazón..."). Capitan Gelotto scatenato, il patron Ciro Serrao la maschera della passione, mentre in città le strade, la piazza principale, i balconi si colorano di biancoceleste.

Nell'ultima gara casalinga, contro la Battipagliese, Arzano renderà omaggio ai suoi eroi con un affetto travolgente, il tour del pullman scoperto con tutti i calciatori resterà per sempre l'immagine di una settimana leggendaria, il premio meritato per un popolo che pare condannato al destino, atavico, di convivere con i suoi paradossi.

Gioie e dolori. Sembrerà assurdo, ma quello con la Battipagliese sarà l'ultimo match disputato dall'Arzanese nel mitico fortino del "Sabatino De Rosa". Lo stadio non viene adeguato ai nuovi criteri imposti dalla Lega, specie sulla capienza - il progetto c'era, ma qualcosa deve essere andata storta - e così i campani giocano da due anni e mezzo ospiti degli impianti di cittadine limitrofe, quest'anno a Frattamaggiore. "Se penso che da bambino salivamo sui muri per vedere le partite, e stavamo l'uno sull'altro... Certi derby con il Secondigliano, il Casoria, anche in 2mila - ricorda il team manager Gennaro De Mare - ma c'è un regolamento, e va rispettato. E non è colpa nostra se i calcoli del Genio civile erano sbagliati...". Un vero peccato, per una società che si vanta di non essere mai fallita e che non ha subito mezzo punto di penalizzazione in vita sua per motivi legati a problemi amministrativi o economici, una rarità per il calcio italiano di oggi. Ma i biancocelesti sono riusciti a salvarsi lo stesso, anche se stavolta ci vorrà un'impresa...

Io speriamo che me la cavo. Un mezzo miracolo, ma ad Arzano ci sono abituati. L'Arzanese non si fregia, forse, di essere nata prima del Napoli? E nel 2000 la dea bendata non passò da queste parti con un "6" al Superenalotto da 60 miliardi di lire? Perfino il più discolo tra gli alunni del maestro elementare Marcello d'Orta non si convertì allo studio? Perché, allora, non poter rimontare dall'ultima posizione... I fratelli Serrao (Umberto è il presidente) stanno cercando di ingraziarselo, questo aiutino dal cielo.

'Sta casa aspetta a te. La prima mossa è stata riportare il loro campioncino, Salvatore Sandomenico, alla casa madre. Il 24enne fantasista, una sorta di piccolo Ribery (che è anche il suo idolo) ha militato 7 anni con i biancocelesti, tra i protagonisti della promozione e autore di due stagioni da incorniciare in Seconda (condite da 14 e 12 gol). Seguito e acquistato dal Parma, girato in prestito al Gubbio (d'altronde o lui o Cassano...), ma ora è di nuovo qui, dov'è cresciuto. "Per me è come una famiglia - spiega - devo tutto all'Arzanese. Ho ritrovato con piacere i miei vecchi compagni e con quelli che non conoscevo si è istaurato subito un ottimo rapporto. Siamo convinti di poter realizzare un altro sogno, sarebbe il regalo più bello per i 90 anni della società". 'Na cosa grande.