Como e la Serie A: quel doppio salto che non si scorda mai
CalcioAMARCORD. Nel maggio 2002 il Como riuscì a realizzare per la seconda volta il doppio salto dalla C alla A. Trascinata da Oliveira, la squadra da record di Dominissini chiuse zittì qualche incontentabile tifoso che fischiava anche nel giorno della festa
di Luciano Cremona
Sono passati più di dieci anni. Ma scommettiamo che non solo i tifosi del Como, ma tutti gli appassionati, avranno in testa ancora i nomi di quella squadra che dominò il campionato di Serie B 2001-2002, raggiungendo la Serie A dopo che, nella stagione precedente, si trovava in Serie C. È la storia della formidabile compagine guidata da Loris Dominissini e trascinata dalla valanga di gol di Luis Olivera, che tanti ricorderanno bomber implacabile nel Cagliari. Con belga-brasiliano c'erano Allegretti, Taldo, Brunner, Stellini, Colacone, Corrent, capitan Brevi, Dundjerski, Pedone, Music, Zanini... una squadra da record.
La cavalcata verso la A, da neopromossa in B (stesso percorso del Modena), fu per i tifosi del Como una stagione indimenticabile. Costruita grazie agli acquisti di Preziosi, vero, ma anche dalla calma e dalla tenacia con cui Dominissini seppe resistere alle bufere alimentate dal proprio presidente. Il Como, quell'anno, ottenne la promozione il 12 maggio 2002, alla quartultima di campionato. Una vittoria netta, per 2-0 sull'Empoli, e una matematica certezza di andare in A quasi inaspettata, dovuta al pareggio del Napoli a Cosenza. Così la grande festa fu organizzata il 26 maggio, alla penultima di campionato, all'ultima partita casalinga dell'anno.
Quel giorno il Sinigaglia era vestito a festa, con il Cittadella ormai retrocesso e quasi sparring partner. Eppure, nonostante una promozione già raggiunta, lo stadio pieno e l'entusiasmo generale, la partita si complicò. Fausto Pizzi, ex centrocampista dell'Inter, con un moto d'orgoglio trascinò con due gol il Cittadella sul 3-1. E al Sinigaglia, incredibile a dirsi, la gente iniziò a fischiare. Sì, in curva c'era chi, nonostante la promozione in A, il doppio salto, la festa, si lamentava: non si poteva perdere nel giorno della gioia. Mentre qualcuno faceva partire qualche fischio e altri facevano notare che non era proprio il caso di lamentarsi, quando mancavano 17' al termine si concretizzò un altro piccolo miracolo di quella stagione storica: in undici minuti Lulù Oliveira segnò due volte, portando la partita sul 3-3. E all'88' Taldo segnò il gol dell'estasi.
Fu festa grande: da lì a poco un aereo sorvolò il lago di Como e gettò sul prato del Sinigaglia miglialia di lettere "A". Il Como non si fermò, andando a vincere anche l'ultima partita dell'anno e stabilendo l'allora record di punti per la Serie B. Oliveira vinse il titolo di capocannoniere (23 gol). 13 anni dopo il Como ritrovava la Serie A. E nessuno pensava a ciò che sarebbe poi successo. Non in quel giorno di festa.
Sono passati più di dieci anni. Ma scommettiamo che non solo i tifosi del Como, ma tutti gli appassionati, avranno in testa ancora i nomi di quella squadra che dominò il campionato di Serie B 2001-2002, raggiungendo la Serie A dopo che, nella stagione precedente, si trovava in Serie C. È la storia della formidabile compagine guidata da Loris Dominissini e trascinata dalla valanga di gol di Luis Olivera, che tanti ricorderanno bomber implacabile nel Cagliari. Con belga-brasiliano c'erano Allegretti, Taldo, Brunner, Stellini, Colacone, Corrent, capitan Brevi, Dundjerski, Pedone, Music, Zanini... una squadra da record.
La cavalcata verso la A, da neopromossa in B (stesso percorso del Modena), fu per i tifosi del Como una stagione indimenticabile. Costruita grazie agli acquisti di Preziosi, vero, ma anche dalla calma e dalla tenacia con cui Dominissini seppe resistere alle bufere alimentate dal proprio presidente. Il Como, quell'anno, ottenne la promozione il 12 maggio 2002, alla quartultima di campionato. Una vittoria netta, per 2-0 sull'Empoli, e una matematica certezza di andare in A quasi inaspettata, dovuta al pareggio del Napoli a Cosenza. Così la grande festa fu organizzata il 26 maggio, alla penultima di campionato, all'ultima partita casalinga dell'anno.
Quel giorno il Sinigaglia era vestito a festa, con il Cittadella ormai retrocesso e quasi sparring partner. Eppure, nonostante una promozione già raggiunta, lo stadio pieno e l'entusiasmo generale, la partita si complicò. Fausto Pizzi, ex centrocampista dell'Inter, con un moto d'orgoglio trascinò con due gol il Cittadella sul 3-1. E al Sinigaglia, incredibile a dirsi, la gente iniziò a fischiare. Sì, in curva c'era chi, nonostante la promozione in A, il doppio salto, la festa, si lamentava: non si poteva perdere nel giorno della gioia. Mentre qualcuno faceva partire qualche fischio e altri facevano notare che non era proprio il caso di lamentarsi, quando mancavano 17' al termine si concretizzò un altro piccolo miracolo di quella stagione storica: in undici minuti Lulù Oliveira segnò due volte, portando la partita sul 3-3. E all'88' Taldo segnò il gol dell'estasi.
Fu festa grande: da lì a poco un aereo sorvolò il lago di Como e gettò sul prato del Sinigaglia miglialia di lettere "A". Il Como non si fermò, andando a vincere anche l'ultima partita dell'anno e stabilendo l'allora record di punti per la Serie B. Oliveira vinse il titolo di capocannoniere (23 gol). 13 anni dopo il Como ritrovava la Serie A. E nessuno pensava a ciò che sarebbe poi successo. Non in quel giorno di festa.