Milan, Taarabt: dribbling e follie di un talento ribelle
CalcioIn gol al debutto contro il Napoli, invocato da Clarence Seedorf, da tempo la stella del Marocco sognava la maglia rossonera. Dall’infanzia a Marsiglia all’esplosione a Londra tra multe, liti e magie: il prossimo obiettivo è la ribalta in Italia
“Se pure il mio amico Boateng gioca con la maglia numero 10, qualche chance posso averla anch’io”. E ancora: “In Italia, a parte il San Paolo, la maggioranza degli stadi mi sembra vuota, triste. Ma rinuncerei all’Inghilterra solo per il Milan”. Dicembre 2012, idee chiare ed una buona dose di lungimiranza. A distanza di 14 mesi Adel Taarabt veste la maglia rossonera e debutta a Napoli, segna ed entusiasma nella notte delle lacrime di Balotelli. Certo, il “10” sulle spalle appartiene ad un altro neo-acquisto, Keisuke Honda, ma nelle gerarchie di Clarence Seedorf uno sprint talmente luccicante esula dalla casacca più prestigiosa. Il marocchino indossa la “23” che fu di Ambrosini, mentre in Champions League ha optato per la “27” complice la precedente assegnazione a Nocerino. Intanto la rete all’esordio lo affianca a leggende del club come Van Basten e Weah, Shevchenko e SuperMario. Che avesse previsto pure questo?
Lens, Londra e Comolli – Classe 1989 nato a Fes, a soli nove mesi si trasferisce con la famiglia nel sud della Francia nei pressi di Marsiglia. Città portuale e complicata ma legata ad esponenti del calibro di Cantona e Zidane, quest’ultimo icona di Taarabt. Il Lens, situato all’estremità opposta del Paese, costituisce il trampolino di lancio per raggiungere Londra, trattativa agevolata da uno scontro fisico e verbale con i compagni di squadra Vignal e Sidi Keita. Il Tottenham se lo aggiudica a 18 anni, sedotto da un repertorio tecnico che provoca già paragoni altisonanti. Doti innate guastate da un carattere bizzoso, indolente ed irascibile, tale da relegarlo ai margini della squadra per mano dello spagnolo Juande Ramos, oppure costringerlo ad ammettere “È stato un errore firmare con gli Spurs e non andare altrove, come all’Arsenal”. Effettivamente il passaggio da Wenger era stato dribblato dallo scout Damien Comolli, un passato come osservatore proprio dei Gunners.
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Milan, che gol al debutto | Player of the year 2010/2011 |
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Coventry, dribbling e precisione | Qualità esaltanti al Qpr |
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Brilliant Taarabt! | In gol contro l’Arsenal |
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Imprendibile palla al piede | Provate a fermarlo… |
Sotto l’ala di Briatore – White Hart Lane e Loftus Road, dimora del Queens Park Rangers, distano una ventina di chilometri. È qui che Taarabt trova la consacrazione: “Player of the Year” nel campionato 2010/2011 da capitano con 19 reti, 16 assist e promozione in Premier League, traguardi dettati da qualità indiscutibili ad alto contenuto spettacolare. I tifosi lo venerano, l’allora proprietario Flavio Briatore ne ammette i nei disciplinari ma raccomanda gli allenatori affinché lo rendano indispensabile. Accanto alle magie in campo trovano però spazio gli eccessi: sostituito all’intervallo di Fulham-Qpr, Taarabt discute con il tecnico Warnock, abbandona lo stadio e si lascia fotografare da alcuni tifosi alla fermata dell’autobus, non prima di recarsi in un pub della zona. Il tutto mentre i compagni rantolano per 6-0. Multe e ritardi diventano pericolose abitudini, i tackle in allenamento del nuovo leader Joey Barton suonano come dolorosi moniti: ciò nonostante il marocchino mette alle strette la dirigenza convincendola a disfarsi del bad boy inglese, che casualmente trova riparo a Marsiglia.
Tra consensi e panchine - Eppure i suoi manager non riescono a non tesserne le lodi: Redknapp lo accosta a Paolo Di Canio, Jol addirittura parla di “un mago palla al piede, un talento unico alla Maradona”. Per Warnock, considerato da Taarabt alla stregua di un padre, “Adel è entusiasmante, ma inaffidabile e frustrante”. L’élite europea si mette sulle sue tracce, mentre il Qpr sprofonda e torna in Championship. Taarabt spara le ultime cartucce tra ritardi, una corposa sanzione (per essersi rifiutato di salire sulla bilancia) e l’addio ufficiale che lo porta in prestito al Fulham. La prima metà stagionale scivola tra il prematuro esonero di Martin Jol, suo primo estimatore, sporadiche apparizioni concesse da Meulensteen e l’approdo a Milano nell’ultimo giorno di mercato. Un trasferimento illuminato da una stella favorevole: Taarabt è nato il 24 maggio 1989, data della terza Coppa dei Campioni vinta dai rossoneri a Barcellona (4-0 alla Steaua Bucarest).
Fede, Marocco, Balotelli – Cresciuto tra le difficili strade di Marsiglia, Taarabt riconduce il suo bagaglio tecnico proprio alla vita “on the road” nella città d’origine. La stessa che, nel marzo 2011, divenne teatro dell’omicidio del cugino 19enne. Conflittuale il rapporto con la Nazionale macchiato da ammutinamenti, fughe dai ritiri e convocazioni non corrisposte. Eppure Adel scelse il Marocco nonostante avesse optato per i Blues nelle selezioni giovanili: questione di stimoli e brividi, a partire dall’inno in campo. Sposato dal 2011, devoto musulmano e rispettoso del Ramadan, riconduce il suo successo alla volontà di Allah. Pochi amici (Chamakh, Assou-Ekotto) a fronte di uno spogliatoio spesso ostile. Raramente incline al gioco corale (“Sono abituato ad una squadra che giochi per me”) ma già vicino a Mario Balotelli, non solo per capricci e stravaganze. Aveva abituato a defilarsi abbandonando il campo se la situazione gli sfuggiva di mano. Intanto, in 90 minuti, sembra essersi già preso il Milan.