Gocce di Gavorrano, il minerale più prezioso nella Maremma

Calcio
La rosa dell'U.S. Gavorrano 2013-2014
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LA STORIA. Gioca nel Girone B e il comune, nel Grossetano, è in una zona mineraria molto ricca. E "minerari" sono chiamati i giocatori rossoblù. Nel 2010 la promozione dalla D, sulla maglia un segno distinitivo unico: gocce bianche

di Alfredo Alberico

Nella complessa geografia del nostro Paese, con i suoi 8.057 comuni, i più distratti potrebbero essere indotti ad associare Gavorrano ad uno dei tanti centri urbani attorno a Napoli. Pura questione di assonanza con Ercolano, Giugliano, Ottaviano, Gragnano, San Giuseppe Vesuviano, eccetera. L'errore sarebbe grave, però, anzi gravissimo, perché pur giocando nel girone centro-meridionale della Seconda Divisione, Gavorrano è nel cuore della Maremma. In Toscana, dunque.

Una pietra preziosa -
Fondato nel 1930, l'idea di allestire una squandra di pallone nel comune a 35 chilometri da Grosseto venne ad una società proprietaria di uno dei più importanti giacimenti europei di pirite, un minerale. E' per questo che, ancora oggi, i giocatori del Gavorrano sono chiamati "minerari". Scavo dopo scavo, stagione dopo stagione, il club toscano arriva in Lega Pro. E' il 2010: con Lamberto Magrini in panchina e 62 punti in classifica, i rossoblù la spuntano sul Guidonia. Viene riscattata così anche la delusione della promozione sfiorata l'anno precedente.

La maglia a gocce - I colori ufficiali del club sono il rosso ed il blu. Il primo domina la maglia utilizzata nelle gare casalinghe, ma su tutte le divise del club c'è un segno distintivo, unico nel panorama calcistico: delle gocce bianche. La scelta dipende dallo sponsor, un'azienda chimica con interesse nel campo dei solventi.

Quei mitici Anni Cinquanta. E Pelè al Gavorrano...
- In paese gli appassionati di calcio se lo ricordano bene quel decennio. Anche chi non c'era, i più giovani, ai quali con cura sono state tramandate le storie di Montanari, capitan Salvetti, Ceccarelli, Ugolini, Margini, Marchi, Bastianini, Poli, Migliorini, Topi, Arba e, successivamente, Turini, Ghiggi, Giuggioli, Casini, Parisotto, Catoni e Gasbarro. Tutti calciatori del posto. Tra questi una menzione speciale la merita Berretti, che nel 1958, mentre Edson Arantes do Nascimento sistemava in bacheca la prima Coppa Rimet con il Brasile, nel campionato toscano di Promozione si conquistava il soprannome di Pelè.