Dopo la gara con la Lazio domenica sera, la squadra resterà in ritiro a Roma per preparare il turno infrasettimanale di mercoledì a Firenze. Ma intanto conta capire che direzione prendere, la vecchia è impraticabile. Seedorf o non Seedorf nel futuro...
Il Milan ha ufficializzato che dopo la gara con la Lazio, la squadra resterà in ritiro a Roma per preparare il turno infrasettimanale di mercoledì sera al Franchi di Firenze. Il centro sportivo di riferimento a Roma per gli allenamenti sarà l'Acqua Acetosa, come già accaduto nel maggio 2011 quando, dopo la conquista dello scudetto, il Milan preparò nella capitale la semifinale di coppa Italia contro il Palermo.
di Peppe Di Stefano
Non importa se sarà il Milan di Barbara o di Galliani. Se ci sarà un nuovo ds. Se sarà il Milan di Seedorf o no. Conta capire che strada prendere: visto che la vecchia è impraticabile. Questione di investimenti che non potranno mai essere neanche lontanamente simili a quelli fatti 20 anni fa. E allora serve un progetto, servono idee, servono giovani. Tradotto: serve tempo.
Come hanno fatto quelli che sono risorti? La Juve, reduce da due settimi posti, tre anni fa spese quasi 100 milioni di euro per ripartire. Con una perdita in bilancio di circa 80 milioni di euro. I risultati sono arrivati subito e la costruzione è servita da trampolino per le stagioni successive. Difficile poterlo replicare.
Puoi essere il Bayern Monaco, se hai una ottantina di milioni di euro da spendere. Ogni anno però. Impossibile. E allora puoi provare ad essere il Borussia Dortmund. Che nel 2006 era sull'orlo del fallimento. Che nel 2008 ha affidato la guida tecnica al 41enne Klopp. Che ha cominciato a lavorare sui giovani, sulla scoperta di talenti: coltivandoli, crescendoli. Le primve vittorie: nel 2011 (Bundesliga) fino alla finale di Champions dello scorso anno. Ogni anno spende quello che incassa dalle cessioni. Reinveste i soldi per comprare giovani (sconosciuti) che guadagnano pochissimo. Per intenderci: sono 90 i milioni di euro spesi sul mercato dalla squadra di Klop nelle ultime tre stagioni. Al cospetto dei 180 spesi - nello stesso arco di tempo - dal Bayern. Esattamente il doppio come il doppio è il monte ingaggi dei bavaresi rispetto al Dortmund.
Il Milan è al bivio. Serve pazienza. Serve chiarezza con l'ambiente e con i tifosi. E serve soprattutto coerenza. Magari bisognerà ingoiare bocconi amari e rinunciare ai bagni di folla in aeroporto quando arriverà un giovane magari sconosciuto. Comandano i numeri, nel calcio. E se quelli della classifica sono pessimi, quelli dei libri contabili non sono meglio. Anzi. Perché analizzando questi numeri notiamo che l'abbattimento costante degli investimenti annuali è un pregio che perde enormemente valore se il monte ingaggi di questo Milan viene accostato al monte ingaggi dei campioni d'Italia. Praticamente identico. Opposti sono gli ultimi risultati. L'unico vero valido motivo per cambiare immediatamente strada.
di Peppe Di Stefano
Non importa se sarà il Milan di Barbara o di Galliani. Se ci sarà un nuovo ds. Se sarà il Milan di Seedorf o no. Conta capire che strada prendere: visto che la vecchia è impraticabile. Questione di investimenti che non potranno mai essere neanche lontanamente simili a quelli fatti 20 anni fa. E allora serve un progetto, servono idee, servono giovani. Tradotto: serve tempo.
Come hanno fatto quelli che sono risorti? La Juve, reduce da due settimi posti, tre anni fa spese quasi 100 milioni di euro per ripartire. Con una perdita in bilancio di circa 80 milioni di euro. I risultati sono arrivati subito e la costruzione è servita da trampolino per le stagioni successive. Difficile poterlo replicare.
Puoi essere il Bayern Monaco, se hai una ottantina di milioni di euro da spendere. Ogni anno però. Impossibile. E allora puoi provare ad essere il Borussia Dortmund. Che nel 2006 era sull'orlo del fallimento. Che nel 2008 ha affidato la guida tecnica al 41enne Klopp. Che ha cominciato a lavorare sui giovani, sulla scoperta di talenti: coltivandoli, crescendoli. Le primve vittorie: nel 2011 (Bundesliga) fino alla finale di Champions dello scorso anno. Ogni anno spende quello che incassa dalle cessioni. Reinveste i soldi per comprare giovani (sconosciuti) che guadagnano pochissimo. Per intenderci: sono 90 i milioni di euro spesi sul mercato dalla squadra di Klop nelle ultime tre stagioni. Al cospetto dei 180 spesi - nello stesso arco di tempo - dal Bayern. Esattamente il doppio come il doppio è il monte ingaggi dei bavaresi rispetto al Dortmund.
Il Milan è al bivio. Serve pazienza. Serve chiarezza con l'ambiente e con i tifosi. E serve soprattutto coerenza. Magari bisognerà ingoiare bocconi amari e rinunciare ai bagni di folla in aeroporto quando arriverà un giovane magari sconosciuto. Comandano i numeri, nel calcio. E se quelli della classifica sono pessimi, quelli dei libri contabili non sono meglio. Anzi. Perché analizzando questi numeri notiamo che l'abbattimento costante degli investimenti annuali è un pregio che perde enormemente valore se il monte ingaggi di questo Milan viene accostato al monte ingaggi dei campioni d'Italia. Praticamente identico. Opposti sono gli ultimi risultati. L'unico vero valido motivo per cambiare immediatamente strada.