Carlitos e Fernando, lo Scudetto si vince con l'attacco

Calcio
Carlitos Tevez e Fernando Llorente hanno influito e non poco sulla stagione della Juve
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La differenza fondamentale rispetto ai due precedenti titoli della gestione Conte sta proprio lì davanti. Nei numeri, ma soprattutto nei nomi, Tevez e Llorente: l’arma di distruzione di massa della Juve in questo campionato

di Luigi Vaccariello

La forza sta nell’attacco. E che attacco. Un attacco da scudetto. La differenza fondamentale rispetto ai due precedenti titoli bianconeri sta proprio lì davanti. Nei numeri, ma soprattutto nei nomi: Carlitos Tevez e Fernando Llorente. Sono stati loro due l'arma di distruzione di massa di questa Juve. 34 gol : 19 per l’Apache, 15 per lo spagnolo con tre partite ancora da disputare. 15 in più dei 19 complessivi della coppia Vucinic-Quagliarella della scorsa stagione e del duo Matri-Vucinic del primo scudetto dell'era Conte. Con in mezzo un'unica costante: Arturo Vidal, già a quota 11 in questo campionato, 10 volte a segno nella scorsa stagione, 7 nella sua prima trionfale annata bianconera.

Alla Juve, nelle due precedenti ma comunque vincenti annate, era stata sempre imputata l’assenza di un grande attaccante: uno di quei bomber da 20 gol a stagione, per intenderci. Con Tevez e Llorente Conte ha fatto bingo trovando due punte che completandosi hanno reso l’attacco bianconero micidiale per le difese del nostro campionato. L’argentino e lo spagnolo però, rappresentano due scommesse vinte da Marotta, due colpi straordinari quanto sorprendenti. Già, perché entrambi venivano da due periodi complicati. Tevez era diventato quasi una riserva di lusso al City, mentre Llorente un autentico oggetto misterioso, finito ai margini della squadra all’Athletic Bilbao, dopo il mancato rinnovo e la scelta di approdare in bianconero.

Lo spagnolo, in verità, oggetto misterioso lo è stato, in parte, anche nel suo inizio juventino. Ma “Nando”, come lo chiamano simpaticamente i tifosi, è stato bravo ad aspettare il suo momento, non dar peso alle voci di mercato che lo davano in partenza già a gennaio, ma soprattutto a farsi trovare pronto: nel posto giusto al momento giusto. A Verona contro l’Hellas lo scorso 22 settembre: quando nel recupero ha trovato il suo primo gol in Serie A, quello che ha permesso ai bianconeri di vincere 2-1 al Bentegodi. O in occasione della rete che ha sbloccato il risultato contro il Napoli allo Juventus Stadium dopo 2’. Gol pesanti, come quelli di Carlitos Tevez che a Torino si è riscoperto l’Apache che avevano apprezzato in Argentina prima, Brasile e Inghilterra poi. Con loro due la forza della Juve è diventata l’attacco: un attacco finalmente da Scudetto.