Allegri e Pirlo, storia e evoluzione di un equivoco tattico

Calcio
Andrea Pirlo e Massimiliano Allegri discutono ai tempi del Milan (Getty)
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Un rapporto messo in discussione quando l'allenatore toscano diede il via libera per la cessione dell'allora regista rossonero: al suo posto gli preferì Van Bommel. Ora lo ritrova come colonna della Juventus

di Luigi Caputo

Lo scorso 20 giugno in una trasmissione radiofonica su Radio Deejay, Massimiliano Allegri fornì la sua verità sul divorzio tra Andrea Pirlo e il Milan: "Fu una scelta sua e della società. Succede anche questo quando si prendono delle decisioni, anche se comunque anche Andrea ha voluto la Juventus".

A tre anni di distanza da quel trasferimento, il nuovo allenatore bianconero sembra smarcarsi dalla responsabilità dell'addio di Pirlo dal Milan. In realtà il rapporto tra i due è stato più complicato. Sulla separazione sono influite anche valutazioni tecniche di Allegri, che ritrova il calciatore che allora scartò per Mark Van Bommel.



La stagione del centrocampista con il tecnico toscano fu tormentata dai problemi fisici. Pirlo saltò 17 partite, metà campionato. I 31 anni e la predisposizione ai guai muscolari, portarono il Milan a rinegoziare la sua posizione. Nel suo recente libro "Penso quindi gioco", Pirlo ricostruisce quei giorni:

" 'Andrea, il nostro allenatore Allegri pensa che se resti non potrai più giocare davanti alla difesa - sono le parole dell'amministratore delegato Adriano Galliani, ndr- Per te avrebbe pensato a un altro ruolo: sempre a centrocampo, ma sulla sinistra'. Piccolo particolare: davanti alla difesa pensavo di poter dare ancora il meglio di me. Un pesce quando il mare è profondo respira, se lo spostano sotto il pelo dell'acqua si arrangia, ma non è la stessa cosa. 'Anche con te in panchina o in tribuna abbiamo vinto lo scudetto. E poi, Andrea, da quest'anno la politica della società è cambiata. A chi ha più di trent'anni, proponiamo il rinnovo di contratto solo per dodici mesi'. Altro piccolo particolare: non mi è mai capitato di sentirmi vecchio, neppure in quel preciso momento. Solo a tratti ho avuto la sensazione che qualcuno volesse farmi passare per bollito, più che altro erano le premesse a lasciarmi perplesso"

Nella versione affidata al suo libro, il trasferimento alla Juventus dipese dalle valutazioni tecniche di Allegri e dalla volontà del Milan di rinnovargli il contratto per un solo anno. A caldo però il centrocampista descrisse in un altro modo quel colloquio. Subito dopo il primo scudetto conquistato con la Juventus nel 2012, Pirlo rilasciò un'intervista alla Gazzetta dello Sport in cui additò Allegri come principale responsabile del suo addio al Milan. Secondo le sue parole, il tecnico toscano non lo considerava adatto nel ruolo di regista davanti la difesa. A lui preferiva Mark Van Bommel e Massimo Ambrosini. Nel suo primo anno in bianconero saltò una sola partita per squalifica, realizzando 3 gol e 14 assist

"Le cose sono andate così. Quando abbiamo parlato del mio contratto, mi hanno proposto il rinnovo per un anno. Io chiedevo un triennale perché ero più giovane degli altri giocatori in scadenza. Ma il vero motivo del mio trasferimento è stato un altro: Allegri voleva piazzare davanti alla difesa Ambrosini o Van Bommel e io avrei dovuto cambiare ruolo. Allora ho detto 'no, grazie' e ho scelto la Juve, che mi offriva motivazioni importanti. Ci tengo a dire che non è stata una questione economica. Il Milan ha deciso che non servivo più. L’ho capito subito durante quel colloquio. Nel mio ruolo Allegri preferiva altri giocatori”

Ora Massimiliano Allegri ritrova un calciatore trentacinquenne, ma che è considerato ancora uno dei migliori registi a livello internazionale. Al momento la Juventus si regge ancora su Pirlo. Di sicuro Allegri a distanza di tre anni rivendica quella sua visione tecnica. "Quando lo feci giocare in quella posizione - da interno di centrocampo, ndr - mi presero per matto. Ora gioca così in Nazionale", ha dichiarato a Radio Deejay. Ai Mondiali Pirlo è stato l'unico calciatore dell'Italia apprezzato all'estero, ma i risultati della Nazionale non sono stati all'altezza. Chissà se il tecnico toscano deciderà di togliergli di nuovo le chiavi della regia del centrocampo bianconero. Il mercato è ancora lungo.