Diego, gol al Fisco: sanzione sospesa. Equitalia smentisce
CalcioLa Commissione tributaria di Napoli ha congelato, fino all'esito del giudizio di merito, l'esecutività dell'avviso di mora per oltre 39 milioni. Equitalia in una nota: "Le notizie circolate attengono a un singolo procedimento"
La Commissione tributaria di Napoli ha sospeso, fino all'esito del giudizio di merito, l'esecutività dell'avviso di mora per oltre 39 milioni di euro notificato da Equitalia Sud a Diego Armando Maradona. L'udienza per il giudizio di merito è fissata al 9 ottobre prossimo.
Per il Pibe de Oro si tratterebbe del secondo gol messo a segno in poche settimane nella battaglia contro il fisco italiano. Due mesi fa Equitalia, dando esecuzione a un provvedimento della commissione tributaria provinciale, aveva dovuto sospendere - in relazione al credito vantato nei confronti di Maradona - le azioni di pignoramento verso terzi, bloccando quindi la possibilità di agire sulle somme riscosse in Italia dal pibe, ad esempio per sponsorizzazioni o partecipazione ad eventi. Ora la nuova ordinanza della commissione (12.ma sezione, presidente Luigi Capuozzo) blocca in attesa del giudizio di merito qualsiasi azione di riscossione, diretta o indiretta, per gli oltre 39 milioni di euro che il fisco chiede all'ex fuoriclasse.
Ma Equitalia smentisce - La decisione della commissione tributaria di Napoli "ribadisce la legittimità dell'accertamento e dell'operato di Equitalia nei confronti di Maradona e conferma il suo debito con lo Stato italiano". Così Equitalia in una nota. "Le notizie circolate in queste ore attengono a un singolo procedimento rispetto al quale il giudizio è ancora in corso". La terza sezione della Commissione Tributaria Regionale di Napoli, con la sentenza n. 7545/3/2014 oggi depositata - spiega la nota - "ha rigettato anche in secondo grado le domande proposte dai legali di Diego Armando Maradona per ottenere la cancellazione del debito tributario nei confronti dello Stato italiano". La sentenza conferma la decisione della Commissione Tributaria Provinciale di Napoli, che già nel 2013 aveva a sua volta rigettato il ricorso proposto da Maradona (sentenza n 321/17/2013).
"Irrilevanza delle contestazioni" - "La Commissione Regionale - sottolinea Equitalia - accogliendo le tesi di Equitalia e dell'Agenzia delle Entrate, ha dichiarato inammissibile l'iniziativa processuale di Maradona volta a ottenere un accertamento negativo del proprio debito. Questione già a suo tempo affrontata dalla Giustizia tributaria nel processo concluso con la sentenza della Suprema Corte di Cassazione del 17 febbraio 2005 n. 3231, nel quale Maradona è risultato soccombente". In particolare, conclude la nota, "alla luce di quanto già stabilito dalla Cassazione nel 2005, la sentenza ha ribadito l'irrilevanza delle contestazioni relative alla mancata notifica degli avvisi di accertamento e della cartella di pagamento".
Per il Pibe de Oro si tratterebbe del secondo gol messo a segno in poche settimane nella battaglia contro il fisco italiano. Due mesi fa Equitalia, dando esecuzione a un provvedimento della commissione tributaria provinciale, aveva dovuto sospendere - in relazione al credito vantato nei confronti di Maradona - le azioni di pignoramento verso terzi, bloccando quindi la possibilità di agire sulle somme riscosse in Italia dal pibe, ad esempio per sponsorizzazioni o partecipazione ad eventi. Ora la nuova ordinanza della commissione (12.ma sezione, presidente Luigi Capuozzo) blocca in attesa del giudizio di merito qualsiasi azione di riscossione, diretta o indiretta, per gli oltre 39 milioni di euro che il fisco chiede all'ex fuoriclasse.
Ma Equitalia smentisce - La decisione della commissione tributaria di Napoli "ribadisce la legittimità dell'accertamento e dell'operato di Equitalia nei confronti di Maradona e conferma il suo debito con lo Stato italiano". Così Equitalia in una nota. "Le notizie circolate in queste ore attengono a un singolo procedimento rispetto al quale il giudizio è ancora in corso". La terza sezione della Commissione Tributaria Regionale di Napoli, con la sentenza n. 7545/3/2014 oggi depositata - spiega la nota - "ha rigettato anche in secondo grado le domande proposte dai legali di Diego Armando Maradona per ottenere la cancellazione del debito tributario nei confronti dello Stato italiano". La sentenza conferma la decisione della Commissione Tributaria Provinciale di Napoli, che già nel 2013 aveva a sua volta rigettato il ricorso proposto da Maradona (sentenza n 321/17/2013).
"Irrilevanza delle contestazioni" - "La Commissione Regionale - sottolinea Equitalia - accogliendo le tesi di Equitalia e dell'Agenzia delle Entrate, ha dichiarato inammissibile l'iniziativa processuale di Maradona volta a ottenere un accertamento negativo del proprio debito. Questione già a suo tempo affrontata dalla Giustizia tributaria nel processo concluso con la sentenza della Suprema Corte di Cassazione del 17 febbraio 2005 n. 3231, nel quale Maradona è risultato soccombente". In particolare, conclude la nota, "alla luce di quanto già stabilito dalla Cassazione nel 2005, la sentenza ha ribadito l'irrilevanza delle contestazioni relative alla mancata notifica degli avvisi di accertamento e della cartella di pagamento".