FenoMenez, show al Tardini: il Milan vince a Parma 5-4
CalcioNel posticipo domenicale della 2.a giornata la squadra di Inzaghi si ripete. Strepitoso gol per il francese (di tacco) che segna una doppietta. In gol anche Honda, De Jong e il neo acquisto Bonaventura. Espulsi Bonera e Felipe
PARMA-MILAN 4-5
25' Bonaventura (M), 27' Cassano (P), 37' Honda (M), 45' rig. e 79' Menez (M), 51' Felipe (P), 68' De Jong (M), 73' Lucarelli (P), 88' aut. De Sciglio (P)
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Ora non può essere assimilata alla partita del secolo, quell'Italia-Germania 4-3 che fece soffrire milioni di tifosi. Certamente è stata una partita per cuori forti, da vivere e da gustare fino alla fine perché mai Milan e Parma hanno dato l'impressione di voler mollare la presa. La squadra di Inzaghi, mai doma, sempre in fibrillazione che rispecchia lo spirito del suo allenatore, quella di Donadoni, operaia e con lampi di classe. Senza Torres, già infortunato e in tribuna, il Milan ha dato il benvenuto a Bonaventura, riproponendo il modulo senza punte di ruolo difficile da interpretare da parte dell'avversario per la mancanza di punti di riferimento.
Approccio positivo per i rossoneri abili a chiudersi senza palla e a ripartire veloci ogni volta sfruttando il lavoro sulle transizioni positive orchestrato da Inzaghi e messo in mostra alla perfezione della squadra. E il primo gol lo ha segnato proprio l'ultimo arrivato dando ragione alla mossa di mercato che ha portato l'ex Atalanta in rossonero al posto di Biabiany.
Se Honda si è confermato alla grande, trasformatosi in vero e proprio Samurai rispetto all'abulico giocatore apparso nella seconda parte della scorsa stagione, il giapponese ha ormai inteso tempi e movimenti di gioco andando in rete per la seconda partita di fila. Il capolavoro lo ha confezionato Jeremy Menez il cui talento è sbocciato tutto d'improvviso sul terreno del Tardini: partita sontuosa da "falso nueve". Un rigore prima procurato e poi trasformato e la ciliegina sulla torta per il 5-3 con aggiramento di Mirante e colpo di tacco a irridere la difesa del Parma.
La squadra di Donadoni, tuttavia, non si era data mai per vinta e dopo il primo pareggio di Cassano (gol di testa) aveva provato ad accorciare prima sul 3-2 (Felipe) e poi sul 4-3 (Lucarelli), dopo la rete segnata in volata solitaria da De Jong. E alla fine c'è stato tutto il brivido con l'autogol di De Sciglio (retropassaggio a uno "stirato" Diego Lopez), ma i rossoneri hanno portato comunque a casa il risultato.
Il Milan non è solo ritrovato nello spirito, ma anche nella consapevolezza dei propri mezzi e nel miglioramento tattico, nell'equilibrio e nell'umiltà di capire che ogni partita va giocata per essere vinta. Probabilmente tutto questo, per ora, non basterà a colmare il gap con Juve, Roma, Napoli e Inter, ma questo è un inizio, nulla è precluso.
25' Bonaventura (M), 27' Cassano (P), 37' Honda (M), 45' rig. e 79' Menez (M), 51' Felipe (P), 68' De Jong (M), 73' Lucarelli (P), 88' aut. De Sciglio (P)
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Ora non può essere assimilata alla partita del secolo, quell'Italia-Germania 4-3 che fece soffrire milioni di tifosi. Certamente è stata una partita per cuori forti, da vivere e da gustare fino alla fine perché mai Milan e Parma hanno dato l'impressione di voler mollare la presa. La squadra di Inzaghi, mai doma, sempre in fibrillazione che rispecchia lo spirito del suo allenatore, quella di Donadoni, operaia e con lampi di classe. Senza Torres, già infortunato e in tribuna, il Milan ha dato il benvenuto a Bonaventura, riproponendo il modulo senza punte di ruolo difficile da interpretare da parte dell'avversario per la mancanza di punti di riferimento.
Approccio positivo per i rossoneri abili a chiudersi senza palla e a ripartire veloci ogni volta sfruttando il lavoro sulle transizioni positive orchestrato da Inzaghi e messo in mostra alla perfezione della squadra. E il primo gol lo ha segnato proprio l'ultimo arrivato dando ragione alla mossa di mercato che ha portato l'ex Atalanta in rossonero al posto di Biabiany.
Se Honda si è confermato alla grande, trasformatosi in vero e proprio Samurai rispetto all'abulico giocatore apparso nella seconda parte della scorsa stagione, il giapponese ha ormai inteso tempi e movimenti di gioco andando in rete per la seconda partita di fila. Il capolavoro lo ha confezionato Jeremy Menez il cui talento è sbocciato tutto d'improvviso sul terreno del Tardini: partita sontuosa da "falso nueve". Un rigore prima procurato e poi trasformato e la ciliegina sulla torta per il 5-3 con aggiramento di Mirante e colpo di tacco a irridere la difesa del Parma.
La squadra di Donadoni, tuttavia, non si era data mai per vinta e dopo il primo pareggio di Cassano (gol di testa) aveva provato ad accorciare prima sul 3-2 (Felipe) e poi sul 4-3 (Lucarelli), dopo la rete segnata in volata solitaria da De Jong. E alla fine c'è stato tutto il brivido con l'autogol di De Sciglio (retropassaggio a uno "stirato" Diego Lopez), ma i rossoneri hanno portato comunque a casa il risultato.
Il Milan non è solo ritrovato nello spirito, ma anche nella consapevolezza dei propri mezzi e nel miglioramento tattico, nell'equilibrio e nell'umiltà di capire che ogni partita va giocata per essere vinta. Probabilmente tutto questo, per ora, non basterà a colmare il gap con Juve, Roma, Napoli e Inter, ma questo è un inizio, nulla è precluso.