Agnelli: bisogna riformare il calcio, Allegri è un vincente
CalcioIl presidente della Juve, in una lettera agli azionisti, tocca vari temi: il gap con i migliori club europei rimane elevato ed il divario va ridotto. Sì alla seconde squadre. Lo sviluppo di nuove infrastrutture è il tema cruciale del prossimo quinquennio
La Lega di serie A "deve riappropriarsi del suo ruolo di leadership, riuscendo a proporre una revisione della governance di tutto il calcio italiano, per fare piazza pulita di un livello di litigiosità e di scarsa trasparenza oggi non più accettabile". Lo scrive il presidente della Juve, Andrea Agnelli, nella lettera agli azionisti. L'assemblea degli azionisti è stata convocata il 24 ottobre allo 'Juventus Stadium'.
Urgono riforme - Nel calcio italiano, "c'è la massima urgenza" di "alcune riforme strutturali di sistema". Lo afferma Andrea Agnelli. "Tutto è cambiato nella gestione della Juve, quasi nulla nel contesto nazionale di riferimento. Il nostro calcio ha necessità di grandi misure di carattere domestico e di nuovo slancio verso i mercati internazionali". Per il presidente bianconero "è necessaria un'ulteriore riduzione del numero di società professionistiche, accompagnato da una revisione della composizione delle rose, per garantire alle nazionali un adeguato rifornimento di giocatori convocabili". Sono "priorità", indica il presidente bianconero "che andranno accompagnate da altre due importanti riforme: un'adeguata politica dell'immigrazione, che sia rispettosa delle leggi dello Stato, ma anche dello sviluppo del sistema e dei diritti umani. La seconda è il tema delle seconde squadre".
Infrastrutture e stadi - Per Andrea Agnelli "lo sviluppo di nuove infrastrutture è il tema cruciale del prossimo quinquennio". "Il calcio italiano dovrà saper scegliere – scrive agli azionisti - tra competitività internazionale, sia sul campo sia nella diversificazione e nell'incremento dei ricavi, o marginalità, cui oggi pare condannato inesorabilmente". Lo Juventus Stadium "rimane l'unico esempio di struttura sportiva all'avanguardia, troppo poco affinchè la gestione collettiva riesca ad imprimere una decisa accelerazione.
Diritti tv - Nella ripartizione dei proventi dai diritti tv occorre introdurre un meccanismo di tutela per le squadre retrocesse. Lo chiede il presidente della Juventus Andrea Agnelli. "La mancata partecipazione alle coppe europee -
scrive nella lettera agli azionisti - è oggi un incidente che colpisce le società di medie e grandi dimensioni, ma la retrocessione dalla A alla B è un'evenienza che mette in discussione perfino la continuità e la sopravvivenza di qualunque club". Nella ripartizione dei proventi "è necessario - scrive Agnelli - è necessario condividere un meccanismo in grado di riconoscere sia il valore dei grandi club, cui la Juventus appartiene, sia tutelare economicamente quelle società che, per disavventure di carattere sportivo, dovessero in futuro trovarsi escluse dalla serie A".
Seconde squadre - Andrea Agnelli rilancia la proposta delle seconde squadre. "Sono da preferire - scrive nella lettera agli azionisti - alle cosiddette 'multiproprietà', poichè già testata in molti paesi (Spagna, Olanda, Inghilterra) e poichè - prosegue il presidente della Juventus - assicura una crescita dei talenti costante ed armoniosa con un solido interscambio con la Prima Squadra. Una generazione di grandi calciatori italiani sta completando la sua carriera ed il prossimo triennio dovrà farne crescere rapidamente una nuova, capace di raccoglierne il testimone".
Il gap con i club europei e Allegri - "Il gap con i migliori club europei rimane elevato ed il divario va ridotto per permetterci di aspirare a risultati in linea con la nostra storia internazionale". Così Andrea Agnelli nella lettera agli azionisti. Ma per colmarlo non basta - è la riflessione del presidente bianconero - "la cultura aziendale" degli "uomini e donne della Juventus abituati ad affrontare le difficoltà, sul campo come in sede". Perchè "il profondo rinnovamento interno" della Juve "dove tutto è cambiato nella gestione", trova - è la sua accusa - un "limite formidabile nel mancato sviluppo complessivo del calcio italiano". La lettera agli azionisti chiude con un messaggio per Allegri, "un vincente - scrive il presidente della Juve - che ha già portato tra noi nuova passione ed un nuovo desiderio di sfidare tutto e tutti".
Urgono riforme - Nel calcio italiano, "c'è la massima urgenza" di "alcune riforme strutturali di sistema". Lo afferma Andrea Agnelli. "Tutto è cambiato nella gestione della Juve, quasi nulla nel contesto nazionale di riferimento. Il nostro calcio ha necessità di grandi misure di carattere domestico e di nuovo slancio verso i mercati internazionali". Per il presidente bianconero "è necessaria un'ulteriore riduzione del numero di società professionistiche, accompagnato da una revisione della composizione delle rose, per garantire alle nazionali un adeguato rifornimento di giocatori convocabili". Sono "priorità", indica il presidente bianconero "che andranno accompagnate da altre due importanti riforme: un'adeguata politica dell'immigrazione, che sia rispettosa delle leggi dello Stato, ma anche dello sviluppo del sistema e dei diritti umani. La seconda è il tema delle seconde squadre".
Infrastrutture e stadi - Per Andrea Agnelli "lo sviluppo di nuove infrastrutture è il tema cruciale del prossimo quinquennio". "Il calcio italiano dovrà saper scegliere – scrive agli azionisti - tra competitività internazionale, sia sul campo sia nella diversificazione e nell'incremento dei ricavi, o marginalità, cui oggi pare condannato inesorabilmente". Lo Juventus Stadium "rimane l'unico esempio di struttura sportiva all'avanguardia, troppo poco affinchè la gestione collettiva riesca ad imprimere una decisa accelerazione.
Diritti tv - Nella ripartizione dei proventi dai diritti tv occorre introdurre un meccanismo di tutela per le squadre retrocesse. Lo chiede il presidente della Juventus Andrea Agnelli. "La mancata partecipazione alle coppe europee -
scrive nella lettera agli azionisti - è oggi un incidente che colpisce le società di medie e grandi dimensioni, ma la retrocessione dalla A alla B è un'evenienza che mette in discussione perfino la continuità e la sopravvivenza di qualunque club". Nella ripartizione dei proventi "è necessario - scrive Agnelli - è necessario condividere un meccanismo in grado di riconoscere sia il valore dei grandi club, cui la Juventus appartiene, sia tutelare economicamente quelle società che, per disavventure di carattere sportivo, dovessero in futuro trovarsi escluse dalla serie A".
Seconde squadre - Andrea Agnelli rilancia la proposta delle seconde squadre. "Sono da preferire - scrive nella lettera agli azionisti - alle cosiddette 'multiproprietà', poichè già testata in molti paesi (Spagna, Olanda, Inghilterra) e poichè - prosegue il presidente della Juventus - assicura una crescita dei talenti costante ed armoniosa con un solido interscambio con la Prima Squadra. Una generazione di grandi calciatori italiani sta completando la sua carriera ed il prossimo triennio dovrà farne crescere rapidamente una nuova, capace di raccoglierne il testimone".
Il gap con i club europei e Allegri - "Il gap con i migliori club europei rimane elevato ed il divario va ridotto per permetterci di aspirare a risultati in linea con la nostra storia internazionale". Così Andrea Agnelli nella lettera agli azionisti. Ma per colmarlo non basta - è la riflessione del presidente bianconero - "la cultura aziendale" degli "uomini e donne della Juventus abituati ad affrontare le difficoltà, sul campo come in sede". Perchè "il profondo rinnovamento interno" della Juve "dove tutto è cambiato nella gestione", trova - è la sua accusa - un "limite formidabile nel mancato sviluppo complessivo del calcio italiano". La lettera agli azionisti chiude con un messaggio per Allegri, "un vincente - scrive il presidente della Juve - che ha già portato tra noi nuova passione ed un nuovo desiderio di sfidare tutto e tutti".