Napoli, una fede: il primo club di A con un Supporters Trust

Calcio

Anna Maria Di Luca

Napoli, una fede: per questo nasce il Trust dei tifosi. (Getty)
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In occasione del 54° compleanno di Maradona, nasce un ente di tifosi. Obiettivo? Raccolta fondi per il calciomercato e non solo. Si va nella stessa direzione di Bayern Monaco e Manchester United. L'idea è della MPO Trustee

La data di inizio coincide con il 54° compleanno di Maradona, ma il pibe non c’entra. O meglio, c’entra come fonte ispiratrice, come primo e unico esempio, per quel che riguarda la storia del Napoli, di un acquisto avvenuto anche con l’aiuto economico dei tifosi.

L’idea è un po' la stessa, ma il Trust che giovedì 30 ottobre 2014 nasce a Napoli per volontà della MPO Trustee, società leader in Italia in materia di trust, è un atto nuovo, inedito in Italia tra i club di Serie A, e soprattutto, non estemporaneo. "Con Maradona si trattò del primo esperimento italiano di supporters trust - spiega Simone Forte, avvocato napoletano e figlio di sportivi - nel 1984 il club azzurro si fece affiancare dall’Associazione tifosi calcio Napoli, che era nata per promuovere le attività di sostegno alla squadra. Nell'associazione affluivano i proventi derivanti dalla maggiorazione del prezzo di ogni abbonamento acquistato dagli associati. I soldi incassati venivano poi versati dalla ATCN al Napoli per far fronte agli impegni economici della società. Vennero utilizzati anche per acquistare il cartellino di Diego Maradona”.

La passione sportiva - I soci della MPO sono tre professionisti napoletani con la stessa passione, il Napoli. "Vivo tra Barcellona e Milano per lavoro - spiega Carmine Carlo, il presidente - non mi basta più vedere solo le partite, voglio sentire l’appartenenza alla mia squadra. Occuparmi di trust è il mio lavoro, perché non applicarlo anche alla mia passione? Nel calcio inglese, tedesco e spagnolo è in un uso da molto tempo. Il Bayern Monaco, per esempio, che fattura più di 500 milioni di euro, ha il supporters trust più numeroso di Germania, così anche il Manchester United, con 180 mila aderenti.”

Il passato da superare - "Fino al 2007 non è stato possibile fare molto, mancava la normativa fiscale" - chiarisce Forte. "Quando, durante l’ultimo mercato estivo, si parlava di Ibrahimovic al Napoli, abbiamo tutti sognato, avercelo allora il trust! Magari sarebbe stato già possibile comprare il cartellino del campione svedese. Voglio però sottolineare che i soldi raccolti con le quote associative sono diretti a uno scopo preciso, utilizzabili solo per quello. Si tratta cioè di un patrimonio segregato, che in nessun caso può essere toccato. Al contrario, le associazioni restano aggredibili, in caso di debiti o condanne".

La prima mossa: raccolta fondi - "Raccogliere 1 milione di euro per sederci intorno ad un tavolo con De Laurentiis e dire: ecco qui le quote di 10mila tifosi, (la minima è 100 euro l'anno, ndr) siamo un trust, vogliamo darli al Napoli per questo scopo preciso. E in cambio vogliamo una nostra voce nel Cda, in qualità di trust è chiaro", spiega Forte. "Una volta costituito l'ente, non ci saranno più singoli tifosi: nel trust si è tutti uguali, chi versa una somma maggiore non per questo ha un maggior privilegio, non si tratta di un azionariato. Al momento non miriamo a partecipare all'acquisto di giocatori. Piuttosto vogliamo che il trust serva a creare le condizioni per un buon vivaio, che contribuisca alla creazione di un'academy azzurra e per costruire strutture nuove", precisa Mario Cerriti, altra voce del trio.

La campagna di sensibilizzazione - I giochi sono iniziati. I circoli sono stati coinvolti, una card che testimonia l’appartenenza, e dà luogo a sconti anche sui biglietti, è in via di definizione. "Nel mondo ci sono 6 milioni di tifosi azzurri, non coinvolgeremo solo ultras, anzi, l’operazione mira alle famiglie, ai professionisti, è un investimento, anche sul futuro dei giovani" - sottolinea Carlo. Ed è proprio questo aspetto che sta facendo più proseliti al momento. I tifosi sono molto sensibili sull’aspetto formazione giovanile. Sulla lista di tifosi eccellenti abbiamo anche Bill De Blasio, il sindaco di New York, vogliamo che il Napoli Supporters Trust sbarchi in America".

Cosa ne pensa De Laurentiis - "Il Napoli non disdegna, i tempi sono maturi, sappiamo che anche il Milan si sta muovendo su questa linea. Il presidente ci ha fatto sapere che quando avremo raggiunto un valore economico significativo si siederà attorno ad un tavolo insieme a noi. Ci sembra giusto".