Buio a San Siro, Milan battuto in casa dal Palermo
CalcioNel posticipo della 10.a giornata di serie A i rossoneri perdono dopo 6 partite e non colgono l'occasione per salire al terzo posto in classifica. La squadra di Iachini vince con merito grazie all'autorete di Zapata e al gol di Dybala
MILAN-PALERMO 0-2
24' aut. Zapata, 26' Dybala
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Finora i tanti pareggi avevano mascherato le lacune, sei partite con punti, ma soltanto due vittorie, la corsa delle dirette avversarie rallentata da risultati altalenanti facevano sembrare questo Milan pronto a dire la sua anche nella corsa a un posto Champions. Tutto da rifare per Inzaghi e per i suoi rossoneri caduti sotto i colpi di un Palermo brillante, voglioso, pronto a fare la partita e a difendersi quando necessario. Complice la sfortunata autorete di Zapata (entrato dopo 4' al posto dell'infortunato Alex) e poi l'errore sempre del colombiano che non è riuscito a contenere Dybala. Due gol in due minuti dei rosanero e notte fonda per il Milan incapace di costruire gioco, impreciso in fase di rifinitura, inconcludente sottoporta.
Lo schieramento di Inzaghi, con Saponara a centrocampo, il riconfermato Torres in avanti non ha pagato. Salvo solo Diego Lopez, l'unico a tenere a galla il Milan durante i primi 10' e nei restanti 20' del primo tempo. Perché la squadra di Inzaghi per un quarto d'ora, prima del gol subito è sembrata ravvivarsi in un impeto d'orgoglio ma poi è ricaduta in un sonno profondo e non ne è uscita più.
Vano il tentativo di rimescolare le carte passando a un 4-2-3-1 con l'ingresso di El Shaarawy prima e poi di Pazzini al posto di un comunque generoso Honda. Menez è ritornato la brutta copia di quello visto in queste prime giornate: svogliato, insofferente, incapace di giocare con e per la squadra. Senza luce, senza scintilla, il Milan non sa accendersi e diventa troppo prevedibile. Gli errori individuali hanno fatto la differenza.
Il Palermo non perde la prima partita contro il Milan dopo quattro incontri, meritando il successo, ponendo le basi per un campionato che, giocato in questo modo, porterà almeno a una salvezza tranquilla. Inzaghi, adesso, dovrà capire dove sta il problema e fare delle scelte più precise per non inficiare quanto di buono fatto finora.
24' aut. Zapata, 26' Dybala
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Finora i tanti pareggi avevano mascherato le lacune, sei partite con punti, ma soltanto due vittorie, la corsa delle dirette avversarie rallentata da risultati altalenanti facevano sembrare questo Milan pronto a dire la sua anche nella corsa a un posto Champions. Tutto da rifare per Inzaghi e per i suoi rossoneri caduti sotto i colpi di un Palermo brillante, voglioso, pronto a fare la partita e a difendersi quando necessario. Complice la sfortunata autorete di Zapata (entrato dopo 4' al posto dell'infortunato Alex) e poi l'errore sempre del colombiano che non è riuscito a contenere Dybala. Due gol in due minuti dei rosanero e notte fonda per il Milan incapace di costruire gioco, impreciso in fase di rifinitura, inconcludente sottoporta.
Lo schieramento di Inzaghi, con Saponara a centrocampo, il riconfermato Torres in avanti non ha pagato. Salvo solo Diego Lopez, l'unico a tenere a galla il Milan durante i primi 10' e nei restanti 20' del primo tempo. Perché la squadra di Inzaghi per un quarto d'ora, prima del gol subito è sembrata ravvivarsi in un impeto d'orgoglio ma poi è ricaduta in un sonno profondo e non ne è uscita più.
Vano il tentativo di rimescolare le carte passando a un 4-2-3-1 con l'ingresso di El Shaarawy prima e poi di Pazzini al posto di un comunque generoso Honda. Menez è ritornato la brutta copia di quello visto in queste prime giornate: svogliato, insofferente, incapace di giocare con e per la squadra. Senza luce, senza scintilla, il Milan non sa accendersi e diventa troppo prevedibile. Gli errori individuali hanno fatto la differenza.
Il Palermo non perde la prima partita contro il Milan dopo quattro incontri, meritando il successo, ponendo le basi per un campionato che, giocato in questo modo, porterà almeno a una salvezza tranquilla. Inzaghi, adesso, dovrà capire dove sta il problema e fare delle scelte più precise per non inficiare quanto di buono fatto finora.