Rachid, il pescatore di gol: è lui l'Arma in più del Pisa

Calcio

Lorenzo Longhi

Rachid Arma esulta con il suo Pisa (foto Fagiolini, ufficio stampa A.C. Pisa 1909)
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L'INTERVISTA. E' il capocannoniere del girone B, ha il cognome più amato dai titolisti e sogna di ottenere la promozione sotto la Torre: "Amo le sfide decisive, quelle che mettono pressione. E stacco con canna da pesca e mare: non c'è niente di meglio"

Con un cognome e una media realizzativa così, è il calciatore preferito dai titolisti. Del resto se ti chiami Rachid Arma e fai gol, magari decisivi, il titolo viene da sé, e pazienza se è poi sempre lo stesso, declinato a seconda dell'avversario. Sono tre, sostanzialmente: "Arma letale", "Arma segreta" e "Arma in più", perché più della fantasia possono fretta e pigrizia. Ma al 29enne bomber del Pisa fa comunque sorridere: "A me diverte sempre vedere i titoli con il mio nome. Dopo tutto, se finisco nel titolo significa anche che ho segnato, quindi...".

(I gol, Rachid, li fa: 76 fra i pro', 43 da ragazzino in D alla Sanbonifacese, dove lo notarono gli osservatori della Spal. Classe 1985, Arma è arrivato in Italia bambino, a 10 anni. Ricongiungimento familiare: papà lavorava a San Bonifacio, e quel bimbo alto e smilzo - lo è ancora oggi - non ha ma smesso di crederci).

Non ha mai smesso di crederci e al momento è il miglior marcatore della Lega Pro, Arma. Si prenda un giorno libero. Che fa?
"Vado a pesca".

Sono più i gol che fa o i pesci che prende?
"Ci provo in entrambi i casi. Ma la pesca libera dalla tensione, porta tranquillità. E stare lì, davanti al mare, mi fa stare davvero bene".

Hobby curioso. Per gran parte dei suoi colleghi il tempo libero significa playstation.
"Quella piace anche a me e quando c'è la possibilità una partita online fra compagni non manca mai. Call of Duty è il gioco che preferisco".

E' meglio come pescatore o come soldato?
"Il soldato della squadra è Eros Pellegrini. Un soldato nato. Ma è anche quello che ci si... allena di più".

A proposito di doveri: 9 giugno 2009, finale play off. Minuto 93, lei va in gol: Torino-Brescia 1-0. Delirio, urlo strozzato in gola, resta 0-0. Ricorda?
"Sì e mi rimane il rammarico. Era un gol regolarissimo, se non fosse stato annullato forse saremmo andati in A. Segnai anche al ritorno, ma perdemmo 2-1. Sarebbe stato il coronamento dell'annata. E pensare che nemmeno due anni prima di quel giorno lavoravo part-time in fabbrica e giocavo in D. I giocatori di cui ero compagno di squadra, li avevo visti al massimo in tv".

(La B, però, Rachid l'ha solo assaggiata: 20 partite fra Torino, Cittadella e Vicenza, per appena 462 minuti. Spiccioli, insomma, una media di 23' a gara)

Spiccioli di B. Cosa non ha funzionato?
"Ho avuto poche chance, tutto qui. Avessi buttato via l'opportunità giocando male, sarebbe stato diverso, ma ho raccolto pochi minuti e così è difficile incidere: resto convinto che nel calcio chi vede la porta, la vede in ogni categoria. Poco male, vorrà dire che in B ci andrò con il Pisa. Questo ambiente lo merita".

Lei ha già ottenuto una promozione in B con il Carpi, segnando reti fondamentali. Come quando un suo rigore abbatté il superfavorito Lecce...
"Vero. Sono abbastanza freddo e mi piace affrontare le partite in cui si respira una certa pressione. Quella promozione vorrei davvero ripeterla qui".

Per riprendere la storia da dove si era interrotta.
"Conosco il sacrificio e so di essere fortunato a fare questo mestiere. Ci ho messo e continuo a metterci anima e cuore, gradino dopo gradino. Qui a Pisa sento la fiducia di tutti e l'obiettivo è quello. Mi piacerebbe viverlo. Da protagonista".