Caos a San Siro, interrogati i 16 tifosi croati

Calcio
Interrogati i 16 tifosi croati arrestati a San Siro durante la partita contro l'Italia
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Gli ultras arrestati per i disordini di Italia-Croazia a Milano, valida per le qualificazioni ad Euro 206, sono stati ascoltati nel carcere milanese di San Vittore. Violenza e minacce tra le accuse. La Figc: "Volevano interrompere il match"

Si sono tenuti nel carcere milanese di San Vittore gli interrogatori di garanzia dei 16 tifosi croati arrestati per i disordini durante la partita Italia-Croazia a Milano, valida per le qualificazioni agli Europei di calcio. Gli ultras sono comparsi davanti al gip di Milano Roberta Nunnari, che dovrà esprimersi sulla convalida della misura cautelare chiesta dal pm Tiziana Siciliano. I 16 ultras sono accusati, a vario titolo, di violenza e minacce nei confronti degli steward, addetti ai controlli dello stadio San Siro di Milano, e di lancio di oggetti pericolosi, come fumogeni.

La Figc - "L'obiettivo dei 200 ultrà croati a Milano era quello di interrompere la partita, ne è convinta anche l'Uefa. Obiettivo fallito grazie alla polizia italiana". Quarantotto ore dopo il fitto lancio di razzi a San Siro, che ha portato a tre sospensioni di Italia Croazia di cui l'ultima di 10 minuti, il dg della Federcalcio Michele Uva ha fatto il punto della situazione, rivelando alcuni particolari. "Vogliamo ringraziare i responsabili dell'ordine pubblico di Milano, la gestione e' stata straordinaria: ha consentito il regolare svolgimento di Italia-Croazia e non era scontato".

E quei razzi... - Uva ha però ammesso la criticità dell'ingresso dei razzi: "Non tutto è andato bene. Quei razzi non devono passare ai controlli, per le prossime partite a rischio i check agli ingressi dovranno essere migliorati. Il procedimento dell'Uefa è aperto, pagheremo le conseguenze delle nostre responsabilita' - ha spiegato Uva, alludendo alla probabile multa in arrivo per l'Italia - Si tratta di razzi di 3-5 centimetri, dunque facilmente occultabili, ne sono stati sequestrati un numero triplo rispetto a quelli lanciati: ma allo stadio c'era il responsabile competitions Uefa Giorgio Marchetti, abbiamo condiviso l'ottima gestione dell'ordine pubblico al momento dell'ingresso della polizia nel settore dei 200 ultrà: sarebbe stato un grave danno per tutto il calcio europeo se la partita fosse stata interrotta". Ora, la conclusione, c'è uno scambio di informazioni con la Croazia e l'Uefa per capire da dove siano arrivati gli ultrà protagonisti del gesto e come abbiano comprato i biglietti: "Incroci con tifoserie italiane? Lo escluderei. Ma da Croazia e Slovenia e' facile entrare in Italia per l'acquisto di tagliandi".