Il recente 3-3 contro il Napoli racchiude tutti gli ingredienti della gara-tipo del boemo: tanti gol, una rimonta quasi impossibile, incredibili errori difensivi e spettacolo in attacco. In passato molte sue partite hanno rispettato questi canoni
L’uomo che non ama le mezze misure è così. Prendere o lasciare. Ecco perché quando si parla di Zeman si usa quasi sempre il verbo “schierarsi”, ecco perché non può lasciare indifferenti. La sua ultima partita, Napoli-Cagliari, è probabilmente il manifesto di un’intera carriera all’insegna del rifiuto dell’equilibrio. Può prendere gol con un contropiede nato da una rimessa laterale ma può anche girargli di rimontarti due reti quando ormai ti sembra sconfitto. Il tutto senza disporre di Ibra o Messi, ma semplicemente di un’organizzazione di squadra che esalta a turno uno degli spuntoni del tridente: oggi Farias, ieri Vignaroli. O Insigne, Immobile, Signori, prima che diventassero Insigne, Immobile e Signori.
Il finale di Napoli-Cagliari è un 3-3 che riempie la pancia degli spettatori affamati di gol, ma che lascia insoddisfatti quei tifosi che ogni tanto preferirebbero vincere 1-0 grazie a un’autorete. Ecco perché Zeman non ha mai vinto uno scudetto ma è sempre stato accolto come un profeta dalle piazze in cui portava la sua visione del calcio. Ecco perché alcune sue partite sono rimaste nella memoria di tutti come fossero finali. E sono il manifesto della sua filosofia.
5 marzo 1995, Lazio-Fiorentina 8-2
Le mille occasioni
Premessa importante: è la Fiorentina di Rui Costa e Batistuta (che non a caso compaiono nel tabellino come unici marcatori viola). Zeman la annichilisce. Tre gol in mezz’ora, partita chiusa nel primo tempo e regalata alla storia nella ripresa, con la Fiorentina che tenta una rimonta impossibile andando sul 5-2 e la Lazio che la rispegne immediatamente con altri 3 gol nei 10’ finali. Le fiammate, un classico di Zeman. Si contano 20 nitide occasioni da gol per i biancocelesti, che ne concretizzano “solo” 8. Casiraghi ne fa 4.
27 novembre 1994, Lazio-Roma 0-3
Grandi scoppole
In quella stessa stagione Zeman vince anche 7-1 con il Foggia, 4-1 con l’Inter, 4-0 con il Milan, 3-0 con la Juve. Per tanti laziali non basta, perché il primo derby del boemo corrisponde a una bella ripassata da Mazzone, che gli rifila 3 sganassoni indimenticabili. “Balbocappiolifonseca” è ancora oggi un ritornello tanto caro ai tifosi giallorossi.
29 ottobre 1995, Lazio-Juventus 4-0
Alla pari con le grandi...
Prima ancora che Zeman-Juventus diventasse quel che è oggi, la sua Lazio dimostra di potersela giocare con le più grandi battendo i campioni in carica. Il problema resta la continuità, senza la quale non si può vincere un titolo. Marcatori Signori, Casiraghi (doppietta), Rambaudi: quando un tridente funziona.
10 maggio 1998, Piacenza-Roma 3-3
... ma anche con le piccole
L’ottovolante, la giostra preferita di Zeman. Sotto 1-0 (Piovani), ribaltone con Di Francesco e Totti, 2-2 di Murgita, nuovo vantaggio romanista con Paulo Sergio a 5’ dalla fine, pari di Valtolina, in rovesciata, al 95’. Sei gol, tre rigori concessi (di cui due realizzati, uno per parte, e uno sbagliato da Piovani) e due negati (sempre uno per parte), Zeman che protesta per l’inspiegabile recupero “allungato”. Finisce in gazzarra.
29 novembre 1998, Lazio-Roma 3-3
Sempre fino all’ultimo respiro
Un derby infinito, a cui la Roma di Zeman arriva dopo averne persi 4 su 4 nella stagione precedente, tra campionato e coppa. Vantaggio con Delvecchio, rimonta Lazio con Mancini (doppietta) e Salas. La Roma, rimasta in 10 per l’espulsione di Petruzzi, sembra spacciata. E invece, nel giro di 4’, prima accorcia Di Francesco (78’) e poi Totti trova il primo gol nel derby (82’). Ci sarebbe tempo anche per il 4-3 di Delvecchio, che Farina annulla per motivi che i tifosi giallorossi ritengono ancora oggi misteriosi.
10 gennaio 1999, Cagliari-Roma 4-3
Punti buttati al 90’
La stessa sequenza della storica Italia-Germania del ’70, con O’Neill che veste i panni del Rivera di turno (con tante scuse a Rivera per l'irriverenza del paragone). Cagliari avanti (Muzzi), rimonta Roma (doppio Delvecchio), pari di O’Neill, poi ancora Muzzi (3-2), Gautieri (3-3) e sigillo finale dell’uruguaiano al 90’. Nella stessa stagione anche Perugia-Roma 3-2 (con Rapajc decisivo a 1’ dalla fine) e la famosa Roma-Inter 4-5 (chiusa da Simeone all’87°).
20 aprile 2012, Padova-Pescara 0-6
Attacco super…
Migliore in campo, Perin, portiere del Padova. Pare impossibile, ma a fronte dei 6 gol incassati non si contano le occasioni che sventa. A tratti si ha l’impressione che la squadra di Zeman, in giornate come queste, possa farne anche 10, se non di più. Doppiette per Insigne e Immobile, che chiuderà la stagione di B da capocannoniere (28 gol). Pescara promosso con il miglior attacco (90 gol in 42 partite).
1 febbraio 2013, Roma-Cagliari 2-4
… ma senza difesa
Lo Zeman-bis a Roma inizia con un pari riacciuffato per i capelli contro il Catania (2-2). Si chiude con l’esonero del boemo dopo la scoppola contro quella che, curiosamente, sarà la sua squadra successiva, dopo un anno di pausa. Una difesa da incubo, un Goicoechea inguardabile (papera clamorosa per il 2-1 Cagliari). La Roma esce a pezzi, tra i fischi. Non per questo Zeman cambierà certo filosofia.
Il finale di Napoli-Cagliari è un 3-3 che riempie la pancia degli spettatori affamati di gol, ma che lascia insoddisfatti quei tifosi che ogni tanto preferirebbero vincere 1-0 grazie a un’autorete. Ecco perché Zeman non ha mai vinto uno scudetto ma è sempre stato accolto come un profeta dalle piazze in cui portava la sua visione del calcio. Ecco perché alcune sue partite sono rimaste nella memoria di tutti come fossero finali. E sono il manifesto della sua filosofia.
5 marzo 1995, Lazio-Fiorentina 8-2
Le mille occasioni
Premessa importante: è la Fiorentina di Rui Costa e Batistuta (che non a caso compaiono nel tabellino come unici marcatori viola). Zeman la annichilisce. Tre gol in mezz’ora, partita chiusa nel primo tempo e regalata alla storia nella ripresa, con la Fiorentina che tenta una rimonta impossibile andando sul 5-2 e la Lazio che la rispegne immediatamente con altri 3 gol nei 10’ finali. Le fiammate, un classico di Zeman. Si contano 20 nitide occasioni da gol per i biancocelesti, che ne concretizzano “solo” 8. Casiraghi ne fa 4.
27 novembre 1994, Lazio-Roma 0-3
Grandi scoppole
In quella stessa stagione Zeman vince anche 7-1 con il Foggia, 4-1 con l’Inter, 4-0 con il Milan, 3-0 con la Juve. Per tanti laziali non basta, perché il primo derby del boemo corrisponde a una bella ripassata da Mazzone, che gli rifila 3 sganassoni indimenticabili. “Balbocappiolifonseca” è ancora oggi un ritornello tanto caro ai tifosi giallorossi.
29 ottobre 1995, Lazio-Juventus 4-0
Alla pari con le grandi...
Prima ancora che Zeman-Juventus diventasse quel che è oggi, la sua Lazio dimostra di potersela giocare con le più grandi battendo i campioni in carica. Il problema resta la continuità, senza la quale non si può vincere un titolo. Marcatori Signori, Casiraghi (doppietta), Rambaudi: quando un tridente funziona.
10 maggio 1998, Piacenza-Roma 3-3
... ma anche con le piccole
L’ottovolante, la giostra preferita di Zeman. Sotto 1-0 (Piovani), ribaltone con Di Francesco e Totti, 2-2 di Murgita, nuovo vantaggio romanista con Paulo Sergio a 5’ dalla fine, pari di Valtolina, in rovesciata, al 95’. Sei gol, tre rigori concessi (di cui due realizzati, uno per parte, e uno sbagliato da Piovani) e due negati (sempre uno per parte), Zeman che protesta per l’inspiegabile recupero “allungato”. Finisce in gazzarra.
29 novembre 1998, Lazio-Roma 3-3
Sempre fino all’ultimo respiro
Un derby infinito, a cui la Roma di Zeman arriva dopo averne persi 4 su 4 nella stagione precedente, tra campionato e coppa. Vantaggio con Delvecchio, rimonta Lazio con Mancini (doppietta) e Salas. La Roma, rimasta in 10 per l’espulsione di Petruzzi, sembra spacciata. E invece, nel giro di 4’, prima accorcia Di Francesco (78’) e poi Totti trova il primo gol nel derby (82’). Ci sarebbe tempo anche per il 4-3 di Delvecchio, che Farina annulla per motivi che i tifosi giallorossi ritengono ancora oggi misteriosi.
10 gennaio 1999, Cagliari-Roma 4-3
Punti buttati al 90’
La stessa sequenza della storica Italia-Germania del ’70, con O’Neill che veste i panni del Rivera di turno (con tante scuse a Rivera per l'irriverenza del paragone). Cagliari avanti (Muzzi), rimonta Roma (doppio Delvecchio), pari di O’Neill, poi ancora Muzzi (3-2), Gautieri (3-3) e sigillo finale dell’uruguaiano al 90’. Nella stessa stagione anche Perugia-Roma 3-2 (con Rapajc decisivo a 1’ dalla fine) e la famosa Roma-Inter 4-5 (chiusa da Simeone all’87°).
20 aprile 2012, Padova-Pescara 0-6
Attacco super…
Migliore in campo, Perin, portiere del Padova. Pare impossibile, ma a fronte dei 6 gol incassati non si contano le occasioni che sventa. A tratti si ha l’impressione che la squadra di Zeman, in giornate come queste, possa farne anche 10, se non di più. Doppiette per Insigne e Immobile, che chiuderà la stagione di B da capocannoniere (28 gol). Pescara promosso con il miglior attacco (90 gol in 42 partite).
1 febbraio 2013, Roma-Cagliari 2-4
… ma senza difesa
Lo Zeman-bis a Roma inizia con un pari riacciuffato per i capelli contro il Catania (2-2). Si chiude con l’esonero del boemo dopo la scoppola contro quella che, curiosamente, sarà la sua squadra successiva, dopo un anno di pausa. Una difesa da incubo, un Goicoechea inguardabile (papera clamorosa per il 2-1 Cagliari). La Roma esce a pezzi, tra i fischi. Non per questo Zeman cambierà certo filosofia.