Eusepi: il Benevento, la serie B e quel sogno Premier
CalcioL'attaccante romano, da quest'anno in giallorosso, parla del suo presente, del passato a Perugia e dell'ambizione per quest'anno: "Lasciare per sempre la Lega Pro con le Streghe"
Lo chiamano “Re Umberto”. Di professione fa l’attaccante. La sua passione, manco a dirlo, sono i gol. I sogni nel cassetto? Due: la promozione con il Benevento e, magari, un ingaggio in Premier League. Vola alto il ragazzo. E forse è giusto così. Lui è Umberto Eusepi, classe 1989 da Tivoli. Un passato tra Lega Pro e Serie B. Ancona, Reggiana, Viareggio, Pavia e Varese. Lo scorso anno l’esplosione con il Perugia, con cui ha vinto il campionato di Prima Divisione e con cui sperava di rimanere. Ma le cose sono andate diversamente. Ora, tappa a Benevento, con un obiettivo ben preciso: “lasciare per sempre questa categoria”, dice.
La Serie B potevi già farla già quest’anno con il Perugia, ma ti hanno ceduto. Hai smaltito del tutto la delusione?
"All'inizio è stata dura da mandar giù. La cessione mi ha fatto molto male. Mi avevano fatto delle promesse che non sono state rispettate. Ero convinto che se avessi dato tutto me stesso per la promozione, poi sarei stato confermato. Purtroppo non è andata cosi. Malgrado ciò, porto nel cuore quell'esperienza. L’amarezza? L’ho fatta passare quando ho firmato per il Benevento".
Ti avevano cercato anche squadre di B?
"Sì, c’è stato qualche contatto, ma nessun progetto mi convinceva davvero. Qui a Benevento, invece, ho trovato idee chiare sul futuro e su come affrontare i prossimi anni. Ecco perché ho accettato di rimanere ancora un anno in Lega Pro".
Quali sono i tre punti di forza del tuo Benevento?
"Innanzitutto la fame del gruppo. Poi lo spirito di sacrificio di tutti, anche di chi gioca meno. Infine la qualità della rosa".
Com’è stato l’ambientamento nella città di Benevento?
"È stato un processo molto veloce, come non mi era successo nemmeno a Perugia lo scorso anno. La gente qui è calorosa. E poi il fatto di esser partiti bene in campionato ha facilitato un po’ tutto, anche nel rapporto con la città".
Ci descrivi la tua giornata tipo?
"La mia è una vita molto semplice. La sveglia è verso le nove. A volte anche prima, quando il bambino piange. Poi esco per colazione. Il pranzo è alle 12. Dopo mangiato vado all'allenamento, passeggiata con la famiglia in centro e la sera spesso sto a casa con mia moglie. Al massimo usciamo a cena fuori. Tutto qua".
Salernitana, Lecce e Juve Stabia sono le tre corazzate della Girone C assieme al Benevento. Chi temi di più?
"Bella sfida… Se proprio devo scegliere, dico il Lecce, perché, oltre ai nomi, quest’anno sta dimostrando di essere una squadra davvero tosta. Sono convinto che alla fine verrà fuori".
Guardando gli altri due gironi della Lega Pro unica, c’è una squadra che ti ha davvero impressionato?
"Sinceramente no. Ci sono buone squadre sia nel Girone A che nel B, ma nessuna mi ha conquistato. Di sicuro posso dire che il C è molto difficile. Ci sono tanti derby e non è detto che giocare con una squadra di bassa classifica assicuri i tre punti".
Sei già a quota 6 gol in 11 gare (capocannoniere della squadra con Marotta). In media stai facendo meglio dell’intera passata stagione (13 reti in 30 partite). Qual è l’obiettivo per quest’anno?
"Come minimo, devo ripetermi. Poi, una volta raggiunta quella soglia, si vedrà".
C’è un giocatore a cui ti ispiri?
"Da quando ho cominciato a giocare mi hanno sempre detto che somiglio a Fernando Torres. Quello dell’Atletico Madrid, però". (ride)
Qualche anno fa avevi dichiarato di sognare la Premier League. È ancora così?
"Assolutamente sì. Non ho smesso di crederci. Ho 25 anni e voglio ancora inseguire questo obiettivo. Ora, però, penso a salire in B con il Benevento e giocare in quella categoria con questa squadra che ha investito tanto su di me. Poi spero che qualcuno mi noti e, magari, mi porti in Inghilterra".
La Serie B potevi già farla già quest’anno con il Perugia, ma ti hanno ceduto. Hai smaltito del tutto la delusione?
"All'inizio è stata dura da mandar giù. La cessione mi ha fatto molto male. Mi avevano fatto delle promesse che non sono state rispettate. Ero convinto che se avessi dato tutto me stesso per la promozione, poi sarei stato confermato. Purtroppo non è andata cosi. Malgrado ciò, porto nel cuore quell'esperienza. L’amarezza? L’ho fatta passare quando ho firmato per il Benevento".
Ti avevano cercato anche squadre di B?
"Sì, c’è stato qualche contatto, ma nessun progetto mi convinceva davvero. Qui a Benevento, invece, ho trovato idee chiare sul futuro e su come affrontare i prossimi anni. Ecco perché ho accettato di rimanere ancora un anno in Lega Pro".
Quali sono i tre punti di forza del tuo Benevento?
"Innanzitutto la fame del gruppo. Poi lo spirito di sacrificio di tutti, anche di chi gioca meno. Infine la qualità della rosa".
Com’è stato l’ambientamento nella città di Benevento?
"È stato un processo molto veloce, come non mi era successo nemmeno a Perugia lo scorso anno. La gente qui è calorosa. E poi il fatto di esser partiti bene in campionato ha facilitato un po’ tutto, anche nel rapporto con la città".
Ci descrivi la tua giornata tipo?
"La mia è una vita molto semplice. La sveglia è verso le nove. A volte anche prima, quando il bambino piange. Poi esco per colazione. Il pranzo è alle 12. Dopo mangiato vado all'allenamento, passeggiata con la famiglia in centro e la sera spesso sto a casa con mia moglie. Al massimo usciamo a cena fuori. Tutto qua".
Salernitana, Lecce e Juve Stabia sono le tre corazzate della Girone C assieme al Benevento. Chi temi di più?
"Bella sfida… Se proprio devo scegliere, dico il Lecce, perché, oltre ai nomi, quest’anno sta dimostrando di essere una squadra davvero tosta. Sono convinto che alla fine verrà fuori".
Guardando gli altri due gironi della Lega Pro unica, c’è una squadra che ti ha davvero impressionato?
"Sinceramente no. Ci sono buone squadre sia nel Girone A che nel B, ma nessuna mi ha conquistato. Di sicuro posso dire che il C è molto difficile. Ci sono tanti derby e non è detto che giocare con una squadra di bassa classifica assicuri i tre punti".
Sei già a quota 6 gol in 11 gare (capocannoniere della squadra con Marotta). In media stai facendo meglio dell’intera passata stagione (13 reti in 30 partite). Qual è l’obiettivo per quest’anno?
"Come minimo, devo ripetermi. Poi, una volta raggiunta quella soglia, si vedrà".
C’è un giocatore a cui ti ispiri?
"Da quando ho cominciato a giocare mi hanno sempre detto che somiglio a Fernando Torres. Quello dell’Atletico Madrid, però". (ride)
Qualche anno fa avevi dichiarato di sognare la Premier League. È ancora così?
"Assolutamente sì. Non ho smesso di crederci. Ho 25 anni e voglio ancora inseguire questo obiettivo. Ora, però, penso a salire in B con il Benevento e giocare in quella categoria con questa squadra che ha investito tanto su di me. Poi spero che qualcuno mi noti e, magari, mi porti in Inghilterra".