Mihajlovic: "Io avevo fame, oggi i ragazzi hanno tutto"
CalcioESCLUSIVA. Il doppio volto di Sinisa, il presente con la Samp: "Le devo molto, a Roma non sono stato bene". Ferrero: "Per lui tutto fa cinema". Ed il passato: "Ero molto povero, ho giocato in Nazionale con scarpette da rugby prestate da un amico"
Sinisa Mihajlovic e il suo presente fatto di Sampdoria, citazioni, un presidente estroso ed una squadra ben posizionata in classifica. Ma anche il passato. La famiglia povera, la fame, la voglia di riscatto: "Volevo diventare ricco e sapevo che solo il calcio avrebbe potuto permettermelo". Nell'intervista esclusiva realizzata da Riccardo Re, l'allenatore serbo ha raccontato se stesso e la squadra che guida.
Grato alla Sampdoria - "La Samp ha fatto tanto per me, quando sono venuto via da Roma a giocare qui. Per questo mi sentivo in debito. Ora sto dando molto, diciamo che forse a questo punto sono anche in credito. A Roma non stavo bene, sembro un orso ma non è così, sono anche sensibile e ogni tanto a casa quando guardo alcuni film ho le lacrime agli occhi. Sono un ottimista nella vita, ma non lo lascio vedere mi impongo un equilibrio".
Buoni risultati - "Abbiamo un ottimo posizionamento in classifica. Il sogno Europa è sfumato perchè avevamo speso molto, eravamo vuoti. Il nostro obiettivo per il 2015 è mantenere la posizione e battere qualche grande squadra. Ora a chi vuole battere la Sampdoria non basta solo essere forte, deve anche avere carattere e fame di vittoria".
Ferrero presidente - "Abbiamo caratteri diversi, io riservato, lui invece estroverso, è uno che fa molto cinema. Ma ci troviamo bene ed è un uomo di parola, per questo non mi preoccupo per il mercato, se qualcuno dovesse andare via, qualcun'altro arriverà sicuramente. Ho imparato a conoscerlo e so che se dice una cosa la farà".
Le origini ed il Natale da bambino - "Vengo da una famiglia che non si poteva permettere grossi regali, al massimo stupidaggini o dolci. Mi ricordo che quand'ero piccolo mia madre mi regalava banane, io ne ero ghiotto. Ne dava una a me e una mio fratello. Poi mio fratello era più giovane e io mangiavo anche mezza della sua. Ogni giorno mi ripetevo, quando diventerò ricco, comprerò un camion di banane e me le mangerò tutte da solo. Oggi i miei figli, altro che banane, hanno molto di più, forse troppo. Io volevo riscattarmi e diventare ricco e potevo farlo con il calcio. E' stata la fame che avevo a farmi arrivare fino a qui. I miei figli giocano ma vedo che non hanno quella motivazione forte che avevo io perchè non hanno la fame. Come loro tanti ragazzi di oggi, anche tra quelli che alleno"
Sinisa e la Nazionale - "A 15 anni ho giocato per la prima volta in Nazionale, non avevo possibilità di comprare le scarpette, me la ha prestate un mio amico, ma erano da rugby, le ho adattate e ho usato quelle. Altro che scarpini, io e mio fratello avevamo due paia di scarpe l'anno, uno per primavera/estate e l'altro per autunno/inverno, se si rompevano prima della fine della stagione era un problema".
Grato alla Sampdoria - "La Samp ha fatto tanto per me, quando sono venuto via da Roma a giocare qui. Per questo mi sentivo in debito. Ora sto dando molto, diciamo che forse a questo punto sono anche in credito. A Roma non stavo bene, sembro un orso ma non è così, sono anche sensibile e ogni tanto a casa quando guardo alcuni film ho le lacrime agli occhi. Sono un ottimista nella vita, ma non lo lascio vedere mi impongo un equilibrio".
Buoni risultati - "Abbiamo un ottimo posizionamento in classifica. Il sogno Europa è sfumato perchè avevamo speso molto, eravamo vuoti. Il nostro obiettivo per il 2015 è mantenere la posizione e battere qualche grande squadra. Ora a chi vuole battere la Sampdoria non basta solo essere forte, deve anche avere carattere e fame di vittoria".
Ferrero presidente - "Abbiamo caratteri diversi, io riservato, lui invece estroverso, è uno che fa molto cinema. Ma ci troviamo bene ed è un uomo di parola, per questo non mi preoccupo per il mercato, se qualcuno dovesse andare via, qualcun'altro arriverà sicuramente. Ho imparato a conoscerlo e so che se dice una cosa la farà".
Le origini ed il Natale da bambino - "Vengo da una famiglia che non si poteva permettere grossi regali, al massimo stupidaggini o dolci. Mi ricordo che quand'ero piccolo mia madre mi regalava banane, io ne ero ghiotto. Ne dava una a me e una mio fratello. Poi mio fratello era più giovane e io mangiavo anche mezza della sua. Ogni giorno mi ripetevo, quando diventerò ricco, comprerò un camion di banane e me le mangerò tutte da solo. Oggi i miei figli, altro che banane, hanno molto di più, forse troppo. Io volevo riscattarmi e diventare ricco e potevo farlo con il calcio. E' stata la fame che avevo a farmi arrivare fino a qui. I miei figli giocano ma vedo che non hanno quella motivazione forte che avevo io perchè non hanno la fame. Come loro tanti ragazzi di oggi, anche tra quelli che alleno"
Sinisa e la Nazionale - "A 15 anni ho giocato per la prima volta in Nazionale, non avevo possibilità di comprare le scarpette, me la ha prestate un mio amico, ma erano da rugby, le ho adattate e ho usato quelle. Altro che scarpini, io e mio fratello avevamo due paia di scarpe l'anno, uno per primavera/estate e l'altro per autunno/inverno, se si rompevano prima della fine della stagione era un problema".