Calil, gol brasiliani per una Salernitana in formato Serie B
CalcioL'INTERVISTA. E' stato compagno di Kaka nelle giovanili del San Paolo. L'attaccante granata è il capocannoniere del Girone C. E' un giocatore versatile, che segna perchè ha un'arma segreta: Menichini, il suo allenatore
Il capocannoniere del girone C della Lega Pro è un attaccante che, abitualmente, non segna tanti gol. Quest’anno, però, è già a quota 11 centri e sta portando in alto la Salernitana. Caetano Calil, brasiliano di quasi 31 anni, è uno spilungone di 184 centimetri. In città è già un idolo. A consacrarlo, la sua freddezza sotto porta e la capacità di sacrificarsi.
Sei l’unico giocatore della Salernitana in doppia cifra. La promozione in B è tutta sulle tue spalle?
“No, no, non scherziamo. Non sono mica un fenomeno! In squadra ci sono ragazzi molto forti, anche se stiamo in Lega Pro”.
Sei a Salerno dalla scorsa estate. Come giudichi questi tuoi primi mesi?
“Benissimo. Il gruppo mi ha accolto bene. Qui mi sento a casa. Salerno, poi, è una città di mare bellissima, che vive il calcio in modo passionale, come piace a me. Da quando sono arrivato in Italia non avevo mai giocato in un posto così”.
Dai un voto al tuo girone d’andata.
“Direi 8. Sono soddisfatto e anche un po’ sorpreso per il rendimento che sto avendo, non me l’aspettavo”.
Dopo tanti anni in B (Crotone, Frosinone, Varese) perché sei sceso in Lega Pro?
“Perché a me interessa solo giocare, la carriera è corta e non potevo sprecare tempo restando lontano dal campo. La categoria non mi ha mai interessato più di tanto. L’importante, per me, è sempre stato essere in partita. Per questo, quando si è trattato di scegliere, ho preferito giocare in Lega Pro, che stare in panchina in B”.
Due motivi per cui hai scelto Salerno?
“Primo perché il direttore sportivo (Angelo Fabiani, ndr) mi ha corteggiato tantissimo. E poi è stato determinante il Mister”.
Ecco, parliamo di Leonardo Menichini, allenatore della Salernitana. Era con te anche a Crotone nel 2011-'12, il tuo anno migliore da quando sei in Italia (17 gol in 38 gare in B). È lui il tuo segreto per segnare tanto?
“Io gioco semplice, per la squadra. Al Mister piacciono i calciatori con le mie caratteristiche. Lui sa dove posso far bene e in che modo rendo di più. In un certo senso sì, è lui la mia arma”.
Nelle giovanili del San Paolo eri compagno di squadra di Kaka. Che rapporto avevate?
“Con Ricardo siamo cresciuti insieme, anche se lui è due anni più grande di me. Abbiamo fatto tutta la trafila delle giovanili stando sempre nella stessa squadra. Si era creato un bel rapporto, ma non era il mio miglior amico. Sono anni ormai che non ci sentiamo, lui è una star... Quando vado in Brasile, però, mi vedo con suo padre, che è mio vicino di casa”.
In A sei stato al Siena nel 2007-'08 con solo due presenze. Cosa ricordi? E soprattutto: cosa non funzionò?
“Malgrado tutto, bella esperienza. La stagione cominciò bene. In panchina c’era Andrea Mandorlini, un tecnico che mi teneva sempre in considerazione. Ma la squadra non andava bene e il Mister ha dovuto fare scelte più sicure. Quando poi al suo posto è arrivato Mario Beretta sono finito in tribuna. Ho pagato il fatto che fossi giovane. Pazienza…”
La Salernitana punta alla Serie B. Chi temi di più per il primo posto?
“Il Benevento, perché è una squadra tosta. Ma credo che il nostro avversario più grande siamo noi stessi. Se saremo bravi a proseguire sulla nostra strada, sono sicuro che non ce ne sarà per nessuno”.
Finora hai segnato 11 gol. Ce n’è uno a cui sei particolarmente legato?
“Sì, il secondo nella doppietta al Catanzaro (gara finita 2-1 per i granata, ndr)”.
Perché proprio quello?
“Innanzitutto perché ci ha fatto vincere una partita difficilissima. Poi perché quel gol è arrivato nei minuti di recupero. E infine perché in tribuna c’era tutta la mia famiglia. Bellissimo”.
Tu sai fare la prima e la seconda punta, il laterale e il trequartista. Dal centrocampo in poi puoi giocare ovunque. Ma dove sei più a tuo agio?
“Ho cambiato talmente tante volte ruolo in carriera che non so più dove mi piace giocare. A parte gli scherzi, a me piace stare il più possibile vicino alla porta perché ho dimostrato che lì posso fare grandi cose”.
Sai che si parla di te come uomo-mercato?
“Sì, ma non ci penso. A Salerno sto benissimo e voglio restare qui. Ora spero solo di salire, perché fare la Serie B qui dev’essere una cosa pazzesca”.
Quindi a Salerno anche il prossimo anno?
“Assolutamente sì. A meno che non arrivi uno sceicco…”
E se arrivasse, dove vorresti andare?
“Ho ancora il sogno di giocare in Serie A perché credo di avere le qualità per far bene. Un giorno spero di arrivarci”.
Sei l’unico giocatore della Salernitana in doppia cifra. La promozione in B è tutta sulle tue spalle?
“No, no, non scherziamo. Non sono mica un fenomeno! In squadra ci sono ragazzi molto forti, anche se stiamo in Lega Pro”.
Sei a Salerno dalla scorsa estate. Come giudichi questi tuoi primi mesi?
“Benissimo. Il gruppo mi ha accolto bene. Qui mi sento a casa. Salerno, poi, è una città di mare bellissima, che vive il calcio in modo passionale, come piace a me. Da quando sono arrivato in Italia non avevo mai giocato in un posto così”.
Dai un voto al tuo girone d’andata.
“Direi 8. Sono soddisfatto e anche un po’ sorpreso per il rendimento che sto avendo, non me l’aspettavo”.
Dopo tanti anni in B (Crotone, Frosinone, Varese) perché sei sceso in Lega Pro?
“Perché a me interessa solo giocare, la carriera è corta e non potevo sprecare tempo restando lontano dal campo. La categoria non mi ha mai interessato più di tanto. L’importante, per me, è sempre stato essere in partita. Per questo, quando si è trattato di scegliere, ho preferito giocare in Lega Pro, che stare in panchina in B”.
Due motivi per cui hai scelto Salerno?
“Primo perché il direttore sportivo (Angelo Fabiani, ndr) mi ha corteggiato tantissimo. E poi è stato determinante il Mister”.
Ecco, parliamo di Leonardo Menichini, allenatore della Salernitana. Era con te anche a Crotone nel 2011-'12, il tuo anno migliore da quando sei in Italia (17 gol in 38 gare in B). È lui il tuo segreto per segnare tanto?
“Io gioco semplice, per la squadra. Al Mister piacciono i calciatori con le mie caratteristiche. Lui sa dove posso far bene e in che modo rendo di più. In un certo senso sì, è lui la mia arma”.
Nelle giovanili del San Paolo eri compagno di squadra di Kaka. Che rapporto avevate?
“Con Ricardo siamo cresciuti insieme, anche se lui è due anni più grande di me. Abbiamo fatto tutta la trafila delle giovanili stando sempre nella stessa squadra. Si era creato un bel rapporto, ma non era il mio miglior amico. Sono anni ormai che non ci sentiamo, lui è una star... Quando vado in Brasile, però, mi vedo con suo padre, che è mio vicino di casa”.
In A sei stato al Siena nel 2007-'08 con solo due presenze. Cosa ricordi? E soprattutto: cosa non funzionò?
“Malgrado tutto, bella esperienza. La stagione cominciò bene. In panchina c’era Andrea Mandorlini, un tecnico che mi teneva sempre in considerazione. Ma la squadra non andava bene e il Mister ha dovuto fare scelte più sicure. Quando poi al suo posto è arrivato Mario Beretta sono finito in tribuna. Ho pagato il fatto che fossi giovane. Pazienza…”
La Salernitana punta alla Serie B. Chi temi di più per il primo posto?
“Il Benevento, perché è una squadra tosta. Ma credo che il nostro avversario più grande siamo noi stessi. Se saremo bravi a proseguire sulla nostra strada, sono sicuro che non ce ne sarà per nessuno”.
Finora hai segnato 11 gol. Ce n’è uno a cui sei particolarmente legato?
“Sì, il secondo nella doppietta al Catanzaro (gara finita 2-1 per i granata, ndr)”.
Perché proprio quello?
“Innanzitutto perché ci ha fatto vincere una partita difficilissima. Poi perché quel gol è arrivato nei minuti di recupero. E infine perché in tribuna c’era tutta la mia famiglia. Bellissimo”.
Tu sai fare la prima e la seconda punta, il laterale e il trequartista. Dal centrocampo in poi puoi giocare ovunque. Ma dove sei più a tuo agio?
“Ho cambiato talmente tante volte ruolo in carriera che non so più dove mi piace giocare. A parte gli scherzi, a me piace stare il più possibile vicino alla porta perché ho dimostrato che lì posso fare grandi cose”.
Sai che si parla di te come uomo-mercato?
“Sì, ma non ci penso. A Salerno sto benissimo e voglio restare qui. Ora spero solo di salire, perché fare la Serie B qui dev’essere una cosa pazzesca”.
Quindi a Salerno anche il prossimo anno?
“Assolutamente sì. A meno che non arrivi uno sceicco…”
E se arrivasse, dove vorresti andare?
“Ho ancora il sogno di giocare in Serie A perché credo di avere le qualità per far bene. Un giorno spero di arrivarci”.