Inzaghi: "Mi prendo le mie colpe, ma diamoci una svegliata"

Calcio
Inzaghi sconfortato dopo la batosta casalinga contro l'Atalanta (Getty)
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Il tecnico del Milan sotto choc dopo il ko con l'Atalanta, l'ennesima delusione che apre una crisi vera: "Non accampiamo scuse, guardiamoci dentro per fare molto di più. Forse non siamo sereni: ora mi preme rianimare la squadra al più presto"

"Giusto essere sotto osservazione, ma dobbiamo rimboccarci le maniche e lavorare". Filippo Inzaghi non nasconde l'amarezza dopo il ko del Milan con l'Atalanta che apre la crisi dei rossoneri. "Serve un esame di coscienza - dice il tecnico a Sky - dobbiamo svegliarci, ci prendiamo le nostre colpe e già domattina al lavoro, unica medicina che conosco in questi momenti. Non accampiamo scuse, guardiamoci dentro e fare molto di più. Forse non siamo sereni: ora mi preme rianimare la squadra".



Pippo continua la diagnosi della malattia oscura del Milan: "Dobbiamo tornare presto a fare quello che sappiamo fare, dobbiamo tornare ad essere il Milan che si è visto prima della sosta natalizia -prosegue Inzaghi-. Sta a me dare certezze alla squadra, possiamo fare meglio anche se non giocheremo mai un grandissimo calcio. Oltre al gioco, serve anche una grandissima voglia: servono entrambi gli ingredienti durante la partita. Vedo l'impegno, i ragazzi ce la mettono tutta ma è stata una gara negativa a livello collettivo. Dobbiamo rialzarci in fretta, mi preme rianimare questa squadra al più presto".


Un Cerci abulico è stato sostituito nell'intervallo con Pazzini. "Giampaolo è una soluzione, ha avuto tre giorni di febbre e l'ho rivisto solo ieri, per cui non poteva partire dall'inizio. Volevo farlo giocare solo mezzora, poi le necessità della partita mi hanno portato a schierarlo per un tempo". Il tecnico rossonero conferma lo screzio fra Cerci e Abate. "Sono cose di campo. In quel momento ho tolto Cerci perché avevo bisogno di Pazzini e dovevo cambiare uno degli esterni. Alessio deve stare tranquillo e continuare a impegnarsi, dopo una partita come quella di oggi è inutile fare il nome di un giocatore".

Inzaghi sa di essere sotto osservazione: "E' giusto esserlo, sono il primo a prendersi le colpe. Questi giocatori hanno giocato alla pari con Roma e Napoli, non possono essere diventati così di colpo. La sconfitta col Sassuolo ha indebolito le nostre convinzioni, sta a me trasmettere nuove certezze".