Disastro Milan, la Lazio ribalta Inzaghi: 3-1 all'Olimpico
CalcioNell'anticipo serale della 20.a giornata di serie A un gol di Menez illude i rossoneri. Gioca solo la squadra di Pioli che a inizio ripresa segna due gol in 5' con Parolo e Klose, poi lo stesso centrocampista chiude i conti. Espulso Mexes nel finale
LAZIO-MILAN 3-1
4' Menez (M), 47' e 81' Parolo (L), 51' Klose (L)
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Di più, questo Milan proprio non può fare. Sotto il profilo del gioco e conseguentemente sotto quello dei risultati. Non può fare di più per una scelta ben precisa (responsabilità dell'allenatore e della società) che caratterizza il modo di giocare della squadra di Inzaghi. Tanti, troppi corridori, poca gente abituata a tenere palla e a ragionare. Ne deriva che il Milan ha difficoltà quando affronta le piccole non essendo abituato a muovere la palla, soffre quando trova formazioni, come la Lazio, organizzate, in grado di pressare alto e di giocare con il collettivo avendo a disposizione svariate soluzioni offensive.
E' quello che accade al Milan di quest'anno, puntualmente verificatosi anche nella sfida dell'Olimpico. I rossoneri hanno sempre sofferto, dal 1' al 90', l'atteggiamento di una Lazio coraggiosa e aggressiva non scalfita nemmeno dal gol trovato, più che cercato, da Menez, abile ad approfittare di un errore in fase di appoggio della squadra di Pioli e poi bravo ad accelerare e a battere Marchetti. Come se nulla fosse accaduto, la Lazio ha ripreso a macinare gioco, giro palla veloce e verticalizzazioni improvvise che spesso hanno colto di sorpresa i due centrali milanisti (Alex e Mexes) esaltando le qualità di Diego Lopez che ha neutralizzato conclusioni pericolose, su Parolo e su Klose.
Che il Milan subisse gol nella ripresa era scritto. Due in 5' erano un'eventualità difficile da ipotizzare anche dal più ottimista tifoso biancoceleste. Ma la Lazio ha meritato di ribaltare la partita e lo ha fatto sfruttando l'arma di Candreva sulla destra e le disattenzioni del Milan in fase di impostazione del gioco. L'ingresso di Pazzini non ha risolto la situazione proprio perché la squadra di Inzaghi, in linea di principio, non ha bisogno di punte, perché i gol riesce a trovarli quando gioca nella metà campo avversaria. La doppietta di Parolo (la seconda al Milan dopo quella dello scorso anno con la maglia del Parma) ha chiuso definitivamente i giochi. Ingiustificato l'atteggiamento di Mexes espulso nel finale per un battibecco con Mauri.
Il problema resta la costruzione. Montolivo è l'unico che prova a dare un ordine logico alla squadra e soprattutto tenta di dettare i ritmi ma è affiancato fondamentalmente da incursori, bravi negli inserimenti, meno nel dare qualità nel momento in cui si devono effettuare le scelte offensive. Questo determina un inevitabile abbassamento del blocco squadra e la possibilità, per gli avversari, di tentare la riconquista della palla nella trequarti. Di tutto questo se n'è giovata la Lazio che gioca bene, ha qualità e grande determinazione nel cercare il risultato positivo.
Il Milan non vince da cinque partite, ha smarrito l'entusiasmo di inizio stagione e probabilmente ha capito di non poter migliorare proseguendo su questa strada. Per Inzaghi si prospetta una settimana durissima con la rivincita prevista in Coppa Italia martedì. Un bivio per capire quale sarà il suo futuro e quello del Milan. La Lazio conquista tre punti preziosi nella rincorsa a un terzo posto che è certamente possibile raggiungere.
4' Menez (M), 47' e 81' Parolo (L), 51' Klose (L)
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Di più, questo Milan proprio non può fare. Sotto il profilo del gioco e conseguentemente sotto quello dei risultati. Non può fare di più per una scelta ben precisa (responsabilità dell'allenatore e della società) che caratterizza il modo di giocare della squadra di Inzaghi. Tanti, troppi corridori, poca gente abituata a tenere palla e a ragionare. Ne deriva che il Milan ha difficoltà quando affronta le piccole non essendo abituato a muovere la palla, soffre quando trova formazioni, come la Lazio, organizzate, in grado di pressare alto e di giocare con il collettivo avendo a disposizione svariate soluzioni offensive.
E' quello che accade al Milan di quest'anno, puntualmente verificatosi anche nella sfida dell'Olimpico. I rossoneri hanno sempre sofferto, dal 1' al 90', l'atteggiamento di una Lazio coraggiosa e aggressiva non scalfita nemmeno dal gol trovato, più che cercato, da Menez, abile ad approfittare di un errore in fase di appoggio della squadra di Pioli e poi bravo ad accelerare e a battere Marchetti. Come se nulla fosse accaduto, la Lazio ha ripreso a macinare gioco, giro palla veloce e verticalizzazioni improvvise che spesso hanno colto di sorpresa i due centrali milanisti (Alex e Mexes) esaltando le qualità di Diego Lopez che ha neutralizzato conclusioni pericolose, su Parolo e su Klose.
Che il Milan subisse gol nella ripresa era scritto. Due in 5' erano un'eventualità difficile da ipotizzare anche dal più ottimista tifoso biancoceleste. Ma la Lazio ha meritato di ribaltare la partita e lo ha fatto sfruttando l'arma di Candreva sulla destra e le disattenzioni del Milan in fase di impostazione del gioco. L'ingresso di Pazzini non ha risolto la situazione proprio perché la squadra di Inzaghi, in linea di principio, non ha bisogno di punte, perché i gol riesce a trovarli quando gioca nella metà campo avversaria. La doppietta di Parolo (la seconda al Milan dopo quella dello scorso anno con la maglia del Parma) ha chiuso definitivamente i giochi. Ingiustificato l'atteggiamento di Mexes espulso nel finale per un battibecco con Mauri.
Il problema resta la costruzione. Montolivo è l'unico che prova a dare un ordine logico alla squadra e soprattutto tenta di dettare i ritmi ma è affiancato fondamentalmente da incursori, bravi negli inserimenti, meno nel dare qualità nel momento in cui si devono effettuare le scelte offensive. Questo determina un inevitabile abbassamento del blocco squadra e la possibilità, per gli avversari, di tentare la riconquista della palla nella trequarti. Di tutto questo se n'è giovata la Lazio che gioca bene, ha qualità e grande determinazione nel cercare il risultato positivo.
Il Milan non vince da cinque partite, ha smarrito l'entusiasmo di inizio stagione e probabilmente ha capito di non poter migliorare proseguendo su questa strada. Per Inzaghi si prospetta una settimana durissima con la rivincita prevista in Coppa Italia martedì. Un bivio per capire quale sarà il suo futuro e quello del Milan. La Lazio conquista tre punti preziosi nella rincorsa a un terzo posto che è certamente possibile raggiungere.