Il Parma è ufficialmente fallito: "Un buco da 218 milioni"

Calcio
Il Tribunale ha deciso: il Parma è ufficialmente fallito. Comprensibile l'amarezza di Donadoni

Resa pubblica la sentenza. Il giorno dopo l'arresto del presidente Manenti, il Tribunale dispone l'esercizio provvisorio. Nominati due curatori fallimentari. Il Parma ha pure un debito sportivo di circa 74 milioni

Quando erano passate da poco le 15.40 di giovedì 19 marzo è arrivata l’ufficialità del fallimento del Parma Football Club Spa. La sentenza, è stata pubblicata sul sito del www.fallimentiparma.com. Il collegio del Tribunale (presidente Piscopo, Rogato, Sinisi)  ha nominato due curatori fallimentari: il presidente dell’Ordine dei commercialisti di Parma Angelo Anedda e Alberto Guiotto. Negli stessi minuti, la squadra di Roberto Donadoni stava affrontando un’amichevole con il Fidenza.

Il Tribunale ha disposto inoltre l’esercizio provvisorio dell’impresa dando il compito ai due curatori di "riferire al Comitato dei Creditori e al Giudice Delegato sull’andamento della gestione e sull’opportunità della sua continuazione entro il 15 aprile 2015".

218 milioni di euro il debito - Nella sentenza si leggono i numeri della crisi economica del Parma: 218 milioni di euro di debiti complessivi, 74 milioni di euro di debito sportivo ("di cui 63.039.920 nei confronti dei calciatori tesserati, salvi ulteriori e più approfonditi accertamenti"). Proprio quest'ultima cifra, che dovrebbe venire coperta per acquistare il titolo sportivo per salvare la categoria, lascia pensare che la società crociata sia condannata a ripartire dalla Serie D.

Tavecchio: "Gettate le basi per il salvataggio" -
Con l'esercizio provvisorio deciso dal Tribunale per il Parma sono state "gettate le basi per l'auspicabile salvataggio della società' e si apre una "nuova fase che consente il proseguimento dell'attività”, lo ha detto il presidente della Figc Carlo Tavecchio commentando il fallimento del club emiliano.

L'udienza durata dieci minuti - In mattinata l’udienza prefallimentare della società era durata soltanto dieci minuti. In una comunicazione, il presidente del club Manenti ha comunicato la propria rinuncia ad essere presente. Ora si attende la decisione del giudice che potrebbe arrivare già in giornata.

Riccobene: "Siamo un caso unico" -
In rappresentanza del Parma Fc, dopo l'arresto di Giampietro Manenti, all'udienza c'era Osvaldo Riccobene, rappresentante del Collegio sindacale. "Abbiamo parlato con i dipendenti e nel pomeriggio incontrerò la squadra - ha detto ai giornalisti fuori dal Tribunale - Cerchiamo di mantenere i veri valori della società, ovvero alcuni dipendenti, i giocatori, e cerchiamo di mantenere anche il valore patrimoniale di questa società, per gli stessi dipendenti e per il curatore fallimentare. Siamo un caso unico, precedenti non ce ne sono".

"Per me si giocherà" - "I creditori hanno insistito con la loro richiesta di fallimento, il Procuratore della Repubblica anche. Il Collegio sindacale che è rappresentato dalla mia persona, depositando una memoria del proprio operato, ha concluso con una non opposizione alla richiesta di fallimento. Le tempistiche ora sono imprevedibili, il giudice non ha lasciato trapelare nulla, mi auguro che arrivi una risposta in tempi brevi. Lo spettro del fallimento lo do per certo.Secondo me domenica si giocherà, ma è una mia supposizione. Su che basi dico che si possa giocare Parma-Torino? Ritengo molto probabile l'esercizio provvisorio. Se la sentenza non arriverà prima della gara la società per questa partita dovrebbe avere le possibilità di poter far giocare la gara".